Il vignettista Vauro è sceso in campo per difendere Gene Gnocchi. E così, dopo il pubblico schieramento di Selvaggia Lucarelli, anche Senesi ha voluto dire la sua in favore del comico. “Gene, non hai nulla di cui scusarti, la tua è satira, non dobbiamo dare conto ai politici, e poi, sulla Petacci, è come se a me avessero detto che ho chiamato il mio cane Stalin”, ha affermato intervistato da TV Talk. Di opinione differente invece, il comico Maurizio Battista che non si è risparmiato con i commenti palesando in maniera diretta il suo punto di vista. Per il comico romano, il diritto alla satira appare sacrosanto certo, ma ci dovrebbe essere di mezzo sempre la dignità dell’essere umano e anche il rispetto per certe delicate questioni. Ricordiamo l’accaduto. Gene Gnocchi, durante la copertina in onda per diMartedì, mostrando le immagini di un maiale che frugava nella spazzatura a Roma ha esclamato: “è un maiale femmina, si chiama Claretta Petacci”. Claretta Petacci, è stata l’amante di Benito Mussolini, da lei idolatrato fin dalla tenera età e giustiziata al suo fianco dai partigiani. (Aggiornamento di Valentina Gambino)



Web in rivolta

La puntata di martedì 23 gennaio di “diMartedì” è stata aperta, come da tradizione, dalla copertina di Gene Gnocchi, che è tornato nel talk show di La7 dopo le polemiche per la battuta sulla Petacci e “il maiale”. Durante il suo intervento il comico non si è scusato per le parole della scorsa settimana e non ha nemmeno fatto accenno alle polemiche. Se in studio Gnocchi è stato accolto da un applauso, sui social durante la sua copertina si è scatenata una vera e propria bufera: “Di nuovo Gnocchi e le sue battute del c….”, “Ma #gnocchi non lo hanno ancora #spedito in #Siberia? Basta, non fa ridere, non fa riflettere. Fa solo venire tristezza e nervoso”, e “che tristezza Gnocchi (quando non di capisce il momento di mollare)”, sono alcuni dei commenti apparsi su Twitter. Critiche anche per il conduttore, Giovanni Floris: “#Gnocchi dopo il fataccio: ride solo #Floris e forzatamente” e “Floris è pagato per essere l’unico a ridere alle cazzate di Gene Gnocchi. Poveracci entrambi”. E qualcuno infine gli ricorda: “Potevi almeno chiedere scusa…”. (agg. Elisa Porcelluzzi)



Applausi in studio

Gene Gnocchi è tornato a curare puntualmente la copertina di ‘diMartedì’, il talk show politico condotto da Giovanni Floris su La 7. La sua sospensione non era stata annunciata dopo le polemiche dei giorni scorsi, motivo per cui l’irriverente comico non è mancato all’appuntamento, accolto da un fragoroso applauso per il pubblico presente in studio. Le parole di Gene Gnocchi, con la sua infelice battuta sul maiale di Giorgia Meloni chiamato Claretta Petacci, non hanno quindi causato ulteriori problemi anche se il diretto interessato ha evitato di fomentare ulteriormente le polemiche. Nella sua presentazione iniziale, ha infatti evitato di aumentare le provocazioni, riservando battute e critiche a tutti i personaggi del mondo politico italiano.



Gene Gnocchi conduce la copertina di ‘diMartedì’

Nel suo monologo a ‘diMartedì, Gene Gnocchi ha evitato di parlare di quanto accaduto la scorsa settimana con il maiale di Giorgia Meloni, preferendo lanciare frecciatine a tutti i leader della politica: dal Partito Democratico al Movimento Cinque Stelle, da Forza Italia a Liberi Uguali, il comico ne ha per tutti ad esclusione di Fratelli d’Italia di Giorgia Melon i. E la sua copertina termina con l’ironica presentazione del suo movimento chiamato ‘Il movimento del nulla’, l’unico in grado di risolvere l’attuale crisi economica: “Tutti promettono di abolire qualcosa e noi di “#ioscelgoilnulla” promettiamo di più. Taglio completo delle tasse e reddito minimo di 5000 euro al mese per tutti”. Parole alle quali fa seguito la spiegazione dell’unico modo per soddisfare questa richiesta ovvero la stampa di soldi falsi: “Anche due nuovi tagli: da ventidue e da trentasei euro”, spiega il comico. Lasciate da parte le polemiche, dunque, Gene Gnocchi si concentra sulle nuove elezioni anche se lo skatch iniziale di ‘diMartedì’ appare comunque una frecciatina alle recenti polemiche sulle magliette personalizzate: “Con i soldi che ho guadagnato dalle magliette, ho comprato La7. Lo stipendio te lo pago io”.