Justin Vernon, fondatore e leader dei Bon Iver, band indie folk, ha condiviso un tweet con il quale ha manifestato il proprio dissenso per il trionfo di Bruno Mars, vincitore di ben sei Grammy Awards nelle seguenti categorie: Album dell’anno, Canzone dell’anno, Disco dell’anno, Miglior performance R&B, Miglior canzone R&B e Miglior album R&B. Justin Vernon ha commentato la valanga di Grammy vinta da Bruno Mars con questo tweet sarcastico riportato dal sito di SentireAscoltare: “Sembra che i Grammy siano quel qualcosa di serio che i musicisti non dovrebbero prendere seriamente. Niente di personale contro Bruno Mars, ma mi state prendendo per il c…”. Vernon, che con i Bon Iver ha vinto due Grammy Awards nella sua carriera, è stato particolarmente critico anche nei confronti del premio in generale: “I Grammy sono per l’industria musicale. La musica invece è per chiunque e ovunque. E’ giusto ricordarlo.”. Anche Neil Portnow, presidente della Recording Academy, non è sfuggito alle critiche di Vernon più precisamente per il suo invito alle artiste donne a darsi da fare creativamente per vincere più premi. (Aggiornamento di Fabio Morasca)



ALESSIA CARA BEST NEW ARTIST

Hanno rappresentato sicuramente una grande emozione per Alessia Cara i Grammy Awards 2018. La giovane italo-canadese ha vinto infatti il premio come Miglior arista esordiente – Best New Artist. La ragazza ha superato Khalid, Lil Uzi Vert, SZA e Julia Michaels. Alessia Cara in realtà si chiama Alessia Giada Caracciolo ed è nata a Brampton l’11 luglio del 1996, i suoi genitori sono calabresi di Brancaleone e Siderno. Fin da quando era piccolissima ha iniziato a coltivare questa passione per il canto, decidendo poi intorno ai dieci anni di suonare la chitarra. Strumento che le permette di entrare a rompere con un carattere molto timido. L’esplosione arriva a tredici anni grazie alla pubblicazione di video di cover su YouTube. Nella sua carriera ha pubblicato un album per l’etichetta Def Jam Recordings. Il suo genere è l’alternative R&B che le ha permesso anche di portare in scena diverse interessanti innovazioni. (agg. di Matteo Fantozzi)



L’ONDA DEL #METOO

Come era facilmente prevedibile, la 60esima edizione della consegna degli oramai tradizionali Grammy Awards (nella cornice di New York anziché a Losa Angeles), non hanno visto solo riunito il gotha della musica e dello showbiz internazionale ma sono stati anche l’occasione per parlare, in un certo qual senso, anche dello stato di salute dell’America stessa e, come accade in questi casi, anche per lanciare messaggi polemici. E, sulla falsariga di quanto sta accadendo sin dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, molti eventi pubblici e tradizionali celebrazioni, nonché cerimonie di consegne di premi, si trasformano in momenti di protesta contro la politica del magnate originario proprio della Grande Mela: e così. Tra un Bruno Mars in veste di mattatore (capace di vincere in tutte le categorie in cui era in gara) e le sempre appariscenti presenze di Lady Gaga e Beyoncé (la cui figlia Blue Ivy ha letteralmente monopolizzato la serata tra gag e fuori programma), c’è stato anche tempo per lo stesso Mars di lanciare delle frecciatine a The Donald, mentre a sorpresa sul palco, attraverso un video pre-registrato, Hillary Clinton ha letto alcuni passi del libro “Fire and Fury” di Michael Wolff, il best-seller che non pochi grattacapi ha creato all’entourage dell’attuale Presidente. Infine, questa edizione dei Grammy passerà alla storia non solo come una delle più “politicizzate” ma anche come la prima dopo che lo scandalo Weinstein è diventato di pubblico dominio, tanto è vero che sono stati diversi i momenti in cui i movimenti di #MeToo e Time’s Up (in sostegno alle vittime di molestie e violenze) hanno fatto sentire la loro voce e in cui tutti i protagonisti si sono presentati sul proscenio indossando una rosa simbolicamente di colore bianco. (agg. di R. G. Flore)



Bruno Mars mattatore della kermesse

Bruno (Pigliatutto) Mars. È lui il vero re incontrastato della 60esima edizione dei Grammy Awards. Sette nomination e sette premi portati a casa, tutto come previsto (o quasi). L’artista ha dominato conquistando anche il titolo per miglior album (“24K Magic”), “Record of the year” e miglior canzone (“That’s What I Like”). “O mio Dio – ha detto il musicista -. Grazie mille a tutti ragazzi, wow. Voglio dedicare questo premio agli autori (come Babyface, Teddy Riley Jimmy Jam e Terry Lewis)”. Bruno Mars quindi, sale a quota 11 Grammy in carriera. Tornato a mani vuote invece, Jay-Z che dominava in ben otto categorie. Sconfitto anche nella categoria principale di appartenenza: il rap. In quel caso infatti, il premio è stato vinto da Kendrick Lamar, che ha conquistato cinque Grammys, compreso il miglior album rap (“Damn”) e la miglior canzone rap (“Humble”). Come ogni grande stagione di premi di questo tipo, anche i Grammy sono stati contraddistinti dalla lotta contro gli abusi sulle donne. Una rosa bianca è stata indossata dalla maggior parte delle star presenti. Elton John ha cantato Tiny Dancer duettando con Miley Cyrus e una rosa bianca sul pianoforte, mentre la pop star Kesha ha portato alle lacrime gli ospiti presenti con una toccante interpretazione. (Aggiornamento di Valentina Gambino)

Il discorso di Janelle Monae

Durante la serata di premiazione dei Grammy 2018 la cantante Janelle Monae ha fatto un discorso molto toccante dedicato a “Time’s Up”,  il movimento che si batte contro le molestie sul lavoro e la disuguaglianza di genere. La cantante, attrice, produttrice e modella ha speso parole appassionate per introdurre l’esibizione di Kesha sulle note di “Playing”, insieme a Cyndi Lauper, Camila Cabello, Julia Michaels, Andra Day e Bebe Rexha. “Stasera, sono orgogliosa di essere solidale non solo come artista, ma come una giovane donna, con le mie sorelle in questa stanza che formano l’industria musicale: artiste, scrittrici, assistenti, pubbliciste, amministratrici delegate, produttrici, ingegneri e donne di tutti i settori del business, siamo anche figlie, mogli, madri, sorelle ed esseri umani. A coloro che osano provare a zittirci, offriamo due parole: #Timesup. Diciamo il tempo è scaduto per disparità retributiva, discriminazione o molestie di qualsiasi tipo e abuso di potere”, ha detto Janelle Monae. La cantante ha aggiunto: “E così come abbiamo il potere di modellare la cultura, abbiamo anche il potere di annullare la cultura che non ci serve bene. Lavoriamo insieme, donne e uomini, come un’industria musicale unita impegnata a creare ambienti di lavoro più sicuri, parità di retribuzione e accesso per tutte le donne”. Molti artisti, attori e comici come Lady Gaga, Anna Kendrick, Camila Cabello, Nick Jonas e Sarah Silverman hanno mostrato il loro sostegno al movimento Time’s Up sul red carpet indossando delle rose bianche.

L’esibizione di Kesha

I Grammy Awards 2018 si sono tinti di bianco contro le molestie sessuali. Più delle rose e dei polsini, che le artiste hanno mostrato in favore dei movimenti come #MeToo e Time’s Up, ha fatto la cantante Kesha, che ha cantato il suo singolo “Praying”, una preghiera per tutte le donne vittime di molestie e di violenza sessuale. Sul palco con lei un nutrito gruppo di artiste in bianco come lei: Cyndi Lauper, Camila Cabello, Andra Day, Julia Michaels, Bebe Rexha e il Resistance Revival Chorus. Al termine della sua esibizione Kesha ha anche riportato su Twitter un verso del suo brano. «Dopo tutto quello che avete fatto, posso ringraziarvi per come sia diventata forte», ha scritto la popstar, che ha ringraziato la Recording Academy, che conferisce i Grammy, e le donne salite con lei sul palco, oltre che tutti coloro che l’hanno supportata. Kesha nel 2014 ha denunciato il suo produttore Dr. Luke con l’accusa di averla drogata, di aver abusato emotivamente di lei e di aver perpetrato molestie sessuali. (agg. di Silvana Palazzo)

Miley Cyrus ed Elton John conquistano tutti

Una serata fatta di stelle, red carpet e vincitori ma anche di duetti che difficilmente dimenticheremo e che entreranno nella storia della musica internazionale. I Grammy Awards 2018 ci hanno regalato il duetto che ha visto come protagonisti Elton John e Miley Cyrus. La ribelle star della musica sembra ormai una donna nuova e si presenta sul palco con i suoi capelli lunghi e sciolti ma anche un bellissimo vestito da sera ben lontano dagli outfit a cui siamo abituati in questi anni. L’inedita coppia ha cantato dal vivo Tiny Dancer, uno dei pezzi più belli della carriera del Baronetto che proprio nei giorni scorsi ha annunciato un maxi tour mondiale prima del suo ritiro dalla musica. Solo ieri gli scettici hanno avuto modo di confermare Elton John come uno degli artisti sul tetto della musica mondiale e vederlo esibirsi ieri sera ai Grammy, forse per la sua ultima volta, non ha fatto altro che emozionare i presenti al Madison Square Garden di New York. (Hedda Hopper)

Premi e premiati ai Grammy Awards 2018

I Grammy Awards 2018 sono stati, come accade ogni anno, un vero spettacolo non solo per gli amanti della musica, ma anche della moda. Gli outfit degli artisti hanno fatto il giro del mondo dividendo, come accade abitualmente, l’opinione pubblica. Gli occhi di tutti, però, erano concentrati sull’assegnazione dei premi. A portare a casa il premio più importante, quello dell’album dell’anno è stato Bruno Mars: 24K magic ha vinto anche come miglior disco e canzone. “O mio Dio – ha detto il performer -. Grazie mille a tutti ragazzi, wow. Voglio dedicare questo premio agli autori (come Babyface, Teddy Riley Jimmy Jam e Terry Lewis)”. Premi anche a Ed Sheeran che ha vinto Best Pop Solo Performance con Shape You. Ecco tutti i vincitori delle principali categorie:

Album of the Year: “24K Magic”, Bruno Mars

Record of the Year: “24K Magic”, Bruno Mars

Best Song of the Year: “That’s What I Like”, Bruno Mars

Best Country Album: “From A Room: Volume 1”, Chris Stapleton

Best Comedy Album: “The Age of Spin & Deep in the Heart of Texas”, Dave Chapelle

Best Rap Album: “DAMN.”, Kendrick Lamar

Best Pop Solo Performance: “Shape of You”, Ed Sheeran

Best New Artist: Alessia Cara

Best Rap/Sung Performance: “Loyalty” – Kendrick Lamar featuring Rihanna

Il dress code sul red carpet

I Grammy Awards 2018 prenderanno il via questa sera a partire dalle 18.30 (ora americana), quando il red carpet anticiperà l’inizio della kermesse vera e propria. Anche questo evento nasce a supporto del movimento #MeToo e del progetto #Timesup, ai quali le stelle della serata aderiranno ancora una volta con un dress code ben definito. Così come già successo di recente, infatti, le celebrità simboleggeranno il loro sostegno alla causa aderendo a un certo modo di vestire, e se in occasione dei Golden Globe tutte le stelle hanno sfilato indossando un abito nero, questa sera saranno accomunate da una rosa bianca appuntata sul vestito. L’idea, si legge su Vanity Fair, è nata dai responsabili del marketing di Interscope, Geffen, A & M Records Meg Harkins e Karen Rait e ricalca la protesta del movimento delle suffragette, che scelsero di indossare il colore bianco per simboleggiare la loro lotta alla conquista del diritto di voto. (Agg. di Fabiola Iuliano)

Nomination e premiazione ai Grammy Award 2018

La consegna dei Grammy Awards 2018 è fissata per domenica 28 gennaio. La 60esima edizione dello show si terrà questa volta al Madison Square Garden di New York e verrà condotta nuovamente James Corden, attore, presentatore e autore televisivo britannico. Tra le altre cose, proprio Corden è noto ed amato per spettacoli TV come The Late Late Show e i suoi Carpool Karaoke. Le candidature invece, sono state rese note dal passato novembre del 2017. Tra tutti, abbiamo trovato in testa con la bellezza di otto nomination il rapper Jay-Z. Con 21 Grammy vinti e 74 candidature nel corso della sua carriera, il rapper americano è, a pari merito con Stevie Wonder e il direttore d’orchestra ungherese Sir Georg Solti, il terzo artista candidato più volte ai Grammy nella storia dopo Paul McCartney (a quota 78) e Quincy Jones (79). Al seguito, ritroviamo poi le sette nomination di Kendrick Lamar e le sei di Bruno Mars. Per quanto riguarda le interpreti femminili invece, troviamo al primo posto le cinque candidature della cantante r’n’b Solána Imani Rowe, alias SZA. Spazio poi per i riconoscimenti della Recording Academy dove compaiono i nomi di: Lady Gaga, Lana del Rey, Pink, Shakira, Kesha e Laura Marling. Per la categoria “Best New Artist” invece, sarà una battaglia tra: Alessia Cara, SZA e Julia Michaels, al fianco di Khalid e Lil Uzi Vert.

Grammy 2018, non mancano le polemiche

Nel frattempo, non sono di certo già mancate le prime polemiche tra chi ha posto l’accento sugli artisti in lizza, quasi tutti di sesso maschile. Ed Sheeran è tra i favoriti nelle categorie “migliore interpretazione pop solista” con il singolo Shape of You e “miglior album pop vocale”. Snobbate quindi, Demi Lovato e Katy Perry con un album che per la prima volta da quando è in “giro” non compare nella lista delle candidature dei Grammy Awards. Stessa delusione anche per il debutto solista di Harry Styles, apprezzatissimo dalla critica ma totalmente snobbato dalla premiazione.  Stessa cosa vale per star di grande successo come: Ariana Grande, Nicky Minaj, Dua Lipa e Camila Cabello. Stasera quindi, oltre a scoprire i vincitori ufficiali, ci saranno una serie di esibizioni davvero imperdibili. Grandissima attesa per Lady Gaga, Rihanna e Miley Cyrus con Elton John. In seguito canteranno anche Pink, Kesha, SZA, Cardi B in duetto con Bruno Mars. Ma non finisce qui. La cerimonia vedrà anche il prezioso contributo di stare del calibro degli U2, Lamar, Sam Smith, Luis Fonsi, Daddy Yankee, Sting, Childish Gambino, Little Big Town, Patti LuPone, Ben Platt, Chris Stapleton, Emmylou Harris, John Batiste, Zuleyka Rivera, Logic con Alessia Cara e Khalid.

Ecco perché i Grammy si trasferiscono a New York

Dopo ben 15 anni, la cerimonia di consegna degli Grammy, lascia Los Angeles per trasferirsi in quel di New York che, secondo prime indiscrezioni ha lavorato parecchio per rendere l’evento unico nel suo genere. In futuro però, le cose dovrebbero tornare nuovamente come prima, salvo cambiamenti improvvisi di cui – attualmente – non siamo a conoscenza. Chi è stata la promotrice numero uno di questo trasloco? A quanto pare dietro si “nasconderebbe” il nome di Julie Menin, neo-commissario del Mayor’s Office of Media and Entertainment, che dopo aver incaricato uno studio sull’impatto dell’industria musicale sull’economia della città – impatto non indifferente, com’è risultato – avrebbe messo la musica tra i primari interessi di un’agenzia che fino a questo momento era invece condensata in maggior misura sui permessi legati alle produzioni cinematografiche e televisive. Secondo i dati quindi, i Grammy porteranno a New York 200 milioni di dollari di guadagni, eliminate le entrate esclusivamente correlate all’attività del turismo.