1940. Il parlamento britannico è all’impasse. Mentre a una a una le democrazie europee cedevano il passo alla Germania nazista, Churchill veniva chiamato a guidare la strenua Resistenza britannica. Dopo le dimissioni del Primo Ministro Neville Chamberlain, si cerca un uomo di Governo capace di aprire la quasi impossibile via d’uscita dalla Guerra. Toccherà a Churchill traghettare l’Europa dalla probabile fine verso un nuovo e promettente inizio.
Per chi ha visto Dunkirk, L’ora più buia rappresenta quasi una necessaria integrazione. Siamo negli anni cruciali del conflitto, a un passo dalla disfatta occidentale di fronte alla prodigiosa guerra lampo di Hitler, che rischiava di mettere ai suoi piedi il mondo. La storia, come noto, ci ha regalato un lieto fine, se così si può dire di fronte a un bilancio di milioni di morti. Ma il nazismo è stato sconfitto. E questo lo si deve, anche e soprattutto, alla Gran Bretagna di Churchill.
L’ora più buia sceglie di raccontare un momento cruciale, preciso, definito di questa drammatica storia, portandoci nelle stanze del potere britannico, a soffrire dei dubbi che segnavano gli uomini, prima dei politici. Cedere al nemico, negoziando una pace che avrebbe avuto inevitabilmente pesanti conseguenze sul popolo inglese, o combattere contro un destino oscuro e pericoloso, anch’esso segnato irrimediabilmente da terribili presagi?
Ci è voluto molto coraggio, responsabilità, e un po’ di follia. A guidare la resistenza britannica non c’è stato solo il popolo inglese, unito fiducioso e coraggioso. C’è stata anche la lucida e mirata determinazione di un uomo, divenuto un mito. Ruvido, brillante, controverso, per un passato segnato anche da insuccessi, il Churchill di Gary Oldman (Golden Globe come migliore attore e Oscar annunciato) ci mostra con impressionante abilità l’umanità, bizzarra e geniale, di un eroe della politica del Novecento.
Oltre la Storia, L’ora più buia è il racconto della storia di un uomo che ha combattuto con le armi dell’intelligenza e della retorica, trasformata in parole di speranza, scese in campo insieme ai soldati. Ispirato dai tre discorsi pronunciati alla nazione da Churchill, nel lontano e cruciale 1940, Joe Wright, regista britannico al suo decimo lungometraggio, muove le coscienze di chi guarda, ammirato e incredulo, mostrando come la politica può davvero cambiare la storia.
Se in tanti avevano già raccontato la nobile figura di Churchill prima di oggi, mai nessuno forse era riuscito a farci vivere così da vicino il peso della responsabilità di un uomo a cui oggi diciamo grazie. Tra politica e famiglia, tra potere e amore, tra invidie e solidarietà, ostacolato dal sistema e dallo scettico sovrano Giorgio VI e sostenuto dalla fedele moglie Clemmie, Churchill scelse di guidare, sulle acque insanguinate della Manica, centinaia di imbarcazioni per salvare 200.000 soldati, in balia delle bombe. Per poi resistere, avanzare e sconfiggere il male assoluto, al quale il mondo stava soccombendo. “La nostra politica è fare la guerra e vincere”. E così fu.
L’ora più buia è un ottimo film storico, animato da un gigante della recitazione che ha saputo sottrarre se stesso per rivelare in modo sorprendente i pensieri, le facce e il corpulento fisico di Churchill. È una stimolante e asciutta pagina di politica. Una visionaria lezione per il presente, alla ricerca disperata di leader virtuosi.