IL SALVATAGGIO
Il racconto va avanti. Schiacciati, stipati su quei vagoni, veniva da chiedersi “perché a me?”. “Personalmente l’ho fatto molte volte. Mi sembrava un incubo, stentavo a crederci”. “Naturalmente immaginavo la meta: esser stati prelevati così, con la forza, non lasciava intendere niente di buono”. Nella clip il messaggio di Renzo Piano: “Qualche giorno fa mi ha detto: ‘Io potrò dare solo gocce. Ebbene: ogni goccia riempie il mare”. Un po’ troppo impostati gli omaggi di Carlo Rubbia, che la Segre ringrazia prontamente. “Ho lottato con tutta me stessa per farcela. Ai ragazzi dico sempre: siate forti”. Altro ricordo: “Il ritorno è stato terribile. Ero vecchia, anche se avevo 15 anni, ed ero molto diversa dalle mie amiche”. Poi le parole più dure: “Sono stata uno stück, un pezzo, per tanto tempo. Tornare a essere ‘persona’ è stato complicato”. Bella la morale finale: “Il sapore della libertà è quello di un’albicocca secca. La raccolsi con gran fatica quando un americano me la lanciò, e mi parse buonissima. Da allora, lo ripeto sempre: il suo gusto è quello”. [agg. di Rossella Pastore]
LA NOMINA
Fabio Fazio annuncia “grandi emozioni”. “È una delle poche volte in cui davvero non si parla di lavoro. Conoscerla, per me, è un grande onore”. L’emozione è palese, e non è la prima volta: nelle ultime settimane, i superospiti non sono mancati. Ma quella di stasera è forse più che una superospite: si tratta di Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto e neosenatrice a vita. “Al Presidente della Repubblica va tutto il nostro plauso”. La senatrice entra in studio: “Di’ pure che ho 87 anni”, scherza. Cosa significa, per lei, questa nomina? “Devo dire che non me l’aspettavo. Ero in un negozio, e ho chiesto ai commessi una sedia: temevo lo svenimento”. Il Presidente della Repubblica è stato decisamente diretto: “‘Voglio nominarla senatrice a vita’, mi ha detto”. A persuaderlo è stata la storia di suo padre: “Con me era oltremodo premuroso. Lui, da padre qual è, si è quasi commosso”. “Non si può immaginare cosa fosse per noi quel viaggio. Molti la danno per scontato, ma la faccenda del treno è qualcosa di tragico”. Curiosità: “Il binario 21 non è quello che tutti pensano. Il binario 21 non era in superficie, ma nei sotterranei della stazione centrale”. [agg. di Rossella Pastore]
LILIANA SEGRE A CHE TEMPO CHE FA
Testimone della crudeltà della Shoah, Liliana Segre questa sera si racconterà nel salotto di Fabio Fazio, dove ricorderà il doloroso momento della sua deportazione ad Auschwitz. “Questo fatto di deportare famiglie intere per colpa di esser nati, non perché nessuno di noi avesse fatto qualche cosa, crea quella grande differenza rispetto ad altre deportazioni in cui il politico così meritevole di aver fatto la scelta più difficile veniva però deportato da solo. Poteva sperare o sapere che la sua famiglia e la sua casa rimanevano intatte, invece per noi era diverso. Quando si portavano via famiglie intere, si chiudevano per sempre finestre di una casa, che veniva occupata da altri”, ha ammesso Lilinana Segre a Rainews.it. Nelle sue parole, anche il ricordo ci quel 30 gennaio 1944, data indelebile che ha segnato per sempre la sua esistenza: “Sono dei momenti delle nostre vite indimenticabili, sono momenti cruciali in cui ti chiedi perché e non te la sai mai più dare nella vita quella risposta a quel perché”. A questo link è possibile visualizzare il video della sua testimonianza. (Agg. di Fabiola Iuliano)
IL RICORDO DELLA DEPORTAZIONE
Liliana Segre, ospite a Che tempo che fa, è una delle sopravvissute ai campi di sterminio della seconda guerra mondiale. Un momento, quello, drammatico per l’intera umanità che si vide protagonista di gesti indicibili ancora oggi. Liliana Segre, di religione ebraica, è stata una delle tante donne che hanno subito la deportazione nei campi di sterminio nazisti e una delle pochissime ad uscirne viva. Uscire vivi da quell’inferno non doveva certo essere una cosa semplice, anzi; diciamo anche praticamente impossibile. I nazisti riducevano i prigionieri di varie etnie e religioni alla morte, sottoponendoli a lavori forzati disumani con pochissime razioni di cibo e acqua. Per alcuni. Altri, invece, venivano direttamente eliminati nei forni crematori o nelle docce, dove veniva spruzzato il gas venefico. Ma come ha fatto a sopravvivere, Liliana Segre?
La risposta della neo-senatrice a vita è sorprendente e alquanto romantica su Aleteia.org: “Soono sopravvissuta grazie all’amore. Ancora oggi mi rivedo da bambina, con la testa rasata in queli luoghi orribili. L’amore di mio padre mi ha tenuto a galla, è una pelle fantastica che mi ripara da tutto.” Di questo e altro parlerà a Che tempo che fa.
LILIANA SEGRE, ‘QUELL’ODORE DI BRUCIATO…’
L’impatto con i campi di concentramento per la giovane Liliana Segre è stato qualcosa di terribile e scioccante allo stesso tempo. I nazisti non avevano scrupoli nello sterminare donne e bambini innocenti, non avevano pietà per niente e per nessuno. Il racconto che Liliana Segre fa del suo ingresso nei campi di concentramento è scioccante e disgustoso allo stesso tempo: “Quano entrammo per la prima volta in un campo di concentramento c’erano delle ragazze francesi ad accoglierci. Ricordo che appena entrati sentimmo subito una tremenda puzza di bruciato. Le ragazze ci dissero subito che quelli erano i corpi di alcune persone, perché i nazisti le ardevano nei forni crematori.
Noi lì per lì non ci credemmo e pensammo che quelle ragazze erano pazze. Ci spiegarono anche che per un sì o per un no detto per errore potevamo finire nelle camere a gas e che noi eravamo schiave, adesso. Ci dissero anche che la neve era grigia per via della cenere. La cenere dei corpi morti che venivano bruciati dai nazisti. Fu uno shock, un vero orrore.” Liliana Segre è stata recentemente nominata da Mattarella senatrice a vita.