Il caso di Veronica Abbate, la ragazza uccisa dall’ex fidanzato Mario Beatrice, è stato approfondito da Amore Criminale, che ha intervistato la madre. La signora Tina dal giorno in cui ha perso sua figlia lotta per aiutare altre donne, per questo ha aperto un’associazione che gestisce un centro antiviolenza. «La prima cosa che fanno è isolarle per rendersi padroni assoluti di questa persona. Ad esempio, non le era consentito venire a mare con noi, io non potevo fare nulla. Non potevo toglierglielo dal cuore». Quando comincia l’esperienza universitaria, Veronica riesce però ad emanciparsi dal fidanzato, ma questo è per lei l’inizio della sua fine: «A quel punto, stanca e delusa, dice basta. Ma quel basta era per la sua vita… Fece un’esecuzione, l’ha lasciata lì ed è scappato via. Ora c’è dolore, malinconia e solitudine, ma ho imparato a convincerci», ha raccontato Tina ai microfoni di Raitre. Si parla dunque di violenza sulle donne: «Manca la certezza della pena, questo è l’anello mancante». (agg. di Silvana Palazzo)
LA MADRE RINUNCIÒ AL RISARCIMENTO
Veronica Abbate è l’ennesima giovane vittima di femminicidio, la cui storia sarà nuovamente ricordata dalla coraggiosa madre, Clementina, nel corso della trasmissione Amore Criminale, stasera su RaiTre. Veronica aveva appena 19 anni quando fu uccisa con un colpo di pistola dal giovane che diceva di amarla, Mario Beatrice, all’epoca dei fatti allievo della Guardia di Finanza. In primo grado, il giovane 22enne fu condannato a 30 anni di carcere, condanna poi ridotta a 18 anni in Appello e infine annullata in Cassazione che ha deciso di rinviare il processo in Appello. La madre della vittima non si è mai arresa ed oggi lotta al fianco delle donne vittime di violenza. Come ricordava due anni fa l’HuffingtonPost, Beatrice nel frattempo è stato condannato a 22 anni ma quasi certamente ne sconterà al massimo la metà. Attualmente si trova nel carcere di Bollate dopo che la sua famiglia è riuscita in modo inspiegabile ad ottenere il suo trasferimento dalla Campania. Qui frequenta una scuola di cucina e al fine di vedersi abbreviare la condanna ha anche versato a Clementina Iannello tre assegni di risarcimento dei danni, ciascuno di 50mila euro. La donna però, nauseata alla sola idea di poter essere “risarcita” per la morte della figlia, ha prontamente restituito al mittente quel denaro. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL CASO DI VERONICA ABBATE NELLA PUNTATA DI AMORE CRIMINALE
Sono trascorsi dodici anni dalla morte di Veronica Abbate, la ragazza di 19 anni uccisa in modo barbaro dal suo primo amore, Mario Beatrice. All’epoca 22enne, era un allievo della Guardia di Finanza e la loro relazione si era conclusa appena sette mesi prima di quel tragico evento. La storia di un rifiuto non digerito, di ossessioni e di violenza, fino all’esecuzione. E’ questo il punto di vista di Clementina Ianniello, madre di Veronica Abbate e residente in provincia di Caserta. Quel giorno infatti, Beatrice spara un colpo di pistola alla nuca dell’ex fidanzata, senza lasciarle via d’uscita o un futuro. La sua storia verrà raccontata questa sera, domenica 28 gennaio 2018, su Amore Criminale grazie all’intervista della donna a cura dell’autrice Matilde d’Errico. Impossibile per mamma Clementina non provare una forte rabbia per quanto accaduto alla figlia, la stessa che le ha dato la forza di aprire un’associazione in difesa delle donne vittime di maltrattameti, la V.e.r.i. Ciò che è accaduto a Veronica rimarrà impresso nella sua memoria in modo indelebile: un dolore che le ha strappato via tutto, sia la figlia che ogni tipo di emozione.
VERONICA ABBATE E L’AIUTO DI CLEMENTINA IANNIELLO
Clementina Ianniello ha avuto il coraggio di trasformare il suo dolore in aiuto per gli altri, per tutte quelle donne che come Veronica Abbate subiscono lo stesso tipo di dolore per mano dell’uomo che dice di amarle. Grazie a V.e.r.i., l’associazione che come sigla ha il nomignolo con cui la famiglia chiamava affettuosamente Veronica, Clementina è riuscita ad aprire diversi punti d’ascolto ed infine anche una casa rifugio in grado di proteggere sia le donne che i bambini vittime di violenza. Ed è questa battaglia che la porta ad avere ancora la forza di andare avanti, di sopportare lo strazio di non poter vedere più la sua bambina. La vita di Veronica si spegne infatti quando aveva appena 19 anni e come sottolinea un articolo di Huffington Post, si stava preparando per affrontare il test di ammissione alla Facoltà di Medicina.
La sua vita invece si è spenta quel giorno di settembre, quando Marco Beatrice convince l’ex fidanzata a rivedersi un’ultima volta. Lui, che al momento dell’omicidio aveva 22 anni, si è costituito alcune ore dopo l’omicidio, consegnandosi ai Carabinieri di Mondragone e sottolineando di aver sbagliato, di dover pagare. Un colpo alla testa dopo una lite, quando Veronica stava per scendere dall’auto del suo futuro carnefice. Un solo sparo, come testimoniato da due fidanzati che in quel momento si trovavano a Mondragone, all’interno del proprio veicolo. Secondo quanto riportato dai due testimoni, scrive La Repubblica, Mario Beatrice e Veronica Abbate avrebbero avuto una violenta lite prima che tutto sfociasse nel delitto della 19enne.