Geppi Cucciari, nata comica, si sta evolvendo sempre di più su una posizione più moderata e culturalmente impegnata. Dagli sketch comici degli eordi Geppi Cucciari è passata a condurre un programma come ‘Per un pugno di libri’ che è, di fatto, servizio pubblico. La stessa Geppi Cucciari, intervistata da Radiocorriere.it, ha parlato dell’importanza di un programma del genere all’interno del palinsesto italiano: “Per un pugno di libri è a tutti gli effetti servizio pubblico, tant’è vero che non ci sono pubblicità all’interno del programma televisivo. Noi parliamo di libri di autori morti durante il sabato pomeriggio, e la cosa non è proprio la più semplice per attirare l’attenzione del pubblico. La televisione di oggi si muove sempre più in modo frenetico, nevrotico. Noi invece spingiamo a rilassarci e, soprattutto, sproniamo le persone a comprare dei libri, a farsi una cultura.” Un bel salto in avanti certamente per Geppi Cucciari, che presenta con ironia e presenza scenica un programma televisivo impegnato come Per un pugno di libri. Dalle risate all’impegno e alla cultura il passo è stato breve.



IL RAPPORTO CON I LIBRI

Tra Geppi Cucciari e i libri di testo c’è un raporto intenso, vivo, e non è un caso che sia stata proprio lei la presentarice scelta da mamma Rai per condurre un programma così culturalmente di prospettiva. Per sua stessa ammissione, avvenuta sempre al sito internet Radiocorriere,it, è la stessa Geppi Cucciari che ci racconta il suo particolarissimo rapporto con i libri da leggere: “Amo i libri e ne leggo tantissimi: ne ho sempre uno a portata di mano. Solitamente faccio così, alterno un autore contemporaneo a uno del passato, per variare un po’. Attualmente sto leggendo un libro di Donato Carrisi e quando lo finirò ho già pronto I Vicerè di De Roberto, un testo del 1894. Amo i libri, non potrei farne a meno.” Continua Geppi Cucciari: “Adesso va per la maggiore leggere i libri su un dispositivo elettronico ma francamente non fa per me. So che quando si viaggia è molto più comodo e pratico, ma io preferisco ancora portarmi i tomi appresso. Mi piace l’odore della carta, sottolineare, prendere note a margine. E’ una cosa che ti manca quando leggi un libro in formato elettronico.”



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