“In ognuno di noi c’è un pizzico di Benito Mussolini”: parola dello sceneggiatore del film “Sono tornato”, Guaglianone che, ai microfoni de La Repubblica, ha parlato di quanto sia attuale il film che sarà nelle sale da giovedì 1° febbraio. “Mussolini è dentro ognuno di noi. Non è certo il nostro film a portarlo nella campagna elettorale, il suo fantasma aleggia in molti dibattiti. Durante le ricerche che abbiamo fatto per il film abbiamo trovato questa frase “mi odiate perché mi amate ancora”, dice lo sceneggiatore, convinto che in Italia Mussolini abbia lasciato un’eredità molto più pesante di quella lasciata da Hitler in Germania. Il Duce, infatti, in Italia era molto popolare e, ancora oggi, il consenso popolare rappresenta la scala di valore per misurare il successo di un politico. Un film che, tuttavia, non punta affatto a migliorare la figura di Mussolini ma vuole mettere in evidenza quanto sia stata crudele la sua politica. Il film, infatti, si conclude con una nonna che, seppur malata di Alzheimer, lo riconosce e lo attacca con un emozionante discorso sulle leggi razziali e le deportazioni. Quella nonna è interpretata dall’attrice Ariella Reggio che, alla Repubblica, ha detto: “Ho sentito una grande responsabilità ad interpretare quella donna – dice – Io ho 81 anni, Mussolini me lo ricordo bene. Mia mamma era ebrea e anche se ero piccola ricordo perfettamente i miei cuginetti deportati a Auschwitz e mai più tornati. Non a caso questa donna afflitta da Alzheimer di fronte al Duce non solo ricorda ma prova quell’emozione vera, così le passa per la testa tutto quello che aveva dimenticato” (aggiornamento di Stella Dibenedetto).

IL TRAILER DEL FILM

Nel film “Sono tornato” Benito Mussolini piomba, resuscitato dalla Porta Magica di Piazza Vittorio, nell’Italia del 2018. Il Duce, interpretato da Massimo Popolizio, si aggira in divisa e camicia nera per il quartiere più multietnico di Roma sospettando che l’Abissinia abbia invaso il nostro Paese: “Ciabatte, polpacci nudi, sono ad Addis Abeba? Dove è finito l’Impero?”, si chiede Mussolini non riconoscendo più il paese. Il giovane documentarista Andrea Canaletti (Frank Matano) filma casualmente il suo arrivo e, credendolo un comico, decide di girare l’Italia con lui per realizzare un documentario sul confronto tra il Duce e gli italiani di oggi. Mussolini diventa una vera e propria star e gli vengono offerti show tv e ospitate a non finire: “Sono andato sul set a Milano, per la scena dell’intervista con Alessandro Cattelan. Il pubblico non sapeva si stesse girando un film e alla fine è finita con la gente a farsi i selfie e a urlare viva il Duce. Un personaggio così ci mette di fronte alle nostre mostruosità: non è Mussolini che fa paura, siamo noi che facciamo paura e abbiamo voluto rappresentare ciò lungo il nostro racconto cinematografico”, ha detto Nicola Guaglianone, sceneggiatore del film insieme a Luca Miniero, durante la conferenza stampa. Oltre a Popolizio e Matano, nel cast sono presenti anche da Stefania Rocca, Gioele Dix ed Eleonora Belcamino.

SONO TORNATO DI LUCA MINIERO

Giovedì 1° febbraio arriva al cinema “Sono tornato”, il film che Luca Miniero ha adattato per l’Italia sostituendo Adolf Hitler, protagonista della commedia tedesca “Lui è tornato”, con Benito Mussolini. Nei panni del Duce c’è Massimo Popolizio, al suo fianco Frank Matano, nei panni del documentarista Andrea Canaletti. Cosa succederebbe se Mussolini tornasse oggi in Italia? Nel film Popolizio gira per le strade di Roma in auto scoperta: in molti lo salutano o fanno il saluto romano, altri fanno le corno o sollevano il pugno chiuso. “Mussolini che torna fa paura non perché riporta il fascismo in Italia, visto che l’Italia di oggi è piena di movimenti para-fascisti  il problema è che risveglia il populismo interno all’Italia di oggi e che i media non fanno altro che avallare”, ha detto il regista Luca Miniero durante la conferenza stampa presso il teatro di Villa Torlonia, residenza ufficiale di Benito Mussolini. Il regista ha voluto marcare le differenze con l’analogo film tedesco: “Non avevamo un demonio come Hitler tra le mani ma un para-demonio come Mussolini e non volevamo giudicarlo, né noi né Massimo Popolizio che l’ha interpretato, per rilevare le caratteristiche degli italiani tramite il filtro del Duce… Se avessimo detto ogni tre per due che è cattivo come fa il film tedesco non avremmo avuto spazio per parlare degli italiani attraverso la figura di Mussolini. Mussolini passa tra di noi, è uno di noi, fa parte del nostro paesaggio morale”.

PARLANO I PROTAGONISTI

Inoltre, in Italia non c’è il tabù con conseguente totale rimozione che c’è stata in Germania su Hitler, ulteriore differenza dal film tedesco: “Hitler in Germania è un tabù, non viene mai imitato… La trappola, per me, era  quella di fare una macchietta, Rod Steiger nel film di Lizzani era straordinario ed è stato un mio modello, ma lì c’era un personaggio vero in un film storico, qui invece abbiamo un personaggio reale in un contesto assurdo. Col trucco abbiamo giocato in sottrazione, togliendo ogni orpello. Scherzando, dicevo: ma perché non l’avete fatto fare a Zingaretti o Crozza?”, ha detto il protagonista Massimo Popolizio. Il personaggio di Frank Matano ha il compito di intervistare le persone in giro per l’Italia, per dare corpo al film sul Duce che sta girando: “Nelle candid camera dal vero che abbiamo girato, all’inizio le persone ridevano, perché c’è bisogno di quei trenta secondi per agganciare la gente e tirarla dentro quando le fai, poi però lo sfogo era rivolto davvero a Mussolini! Si lasciavano andare, erano come delle sedute, non vedevano l’ora di parlare a lui e confessargli il loro rancore…”, ha raccontato lo YouTube. Infine il regista Luca Miniero ha detto di aver mostrato il film ad Alessandra Mussolini  che “si è divertita e soprattutto non si è offesa”.