Lo scrittore Andrea Camilleri è intervenuto durante la prima puntata di Meraviglie – La penisola dei tesori, programma di Alberto Angela in onda su Rai 1, nella parte dedicata alla Valle dei Templi di Agrigento. Il creatore del Commissario Montalbano ha parlato del suo rapporto con la Valle dei Templi: “Mi sembra di esserci nato. L’ho attraversata spesso. Le prime immagini della mia memoria riguardano soprattutto il Tempio della Concordia”. Camilleri ha raccontato anche le sue passeggiate “romantiche e accompagnate” nella Valle, quand’era giovane: “Le notti, al chiarore della luna, diventavano presenti ma anche lontanissime nel tempo”. Successivamente, lo scrittore ha raccontato due aneddoti riguardanti la seconda guerra mondiale. Nel primo aneddoto, Camilleri ha raccontato che pedalò in bicicletta da Serradifalco a Porto Empedocle per sapere che fine avesse fatto il padre; nel secondo aneddoto, lo scrittore ha raccontato l’incontro casuale con il fotografo Robert Capa nella Valle dei Templi durante uno scontro tra aerei. (Aggiornamento di Fabio Morasca)
ANDREA CAMILLERI E ROBERT CAPA
Alberto Angela fa tappa ad Agrigento per scoprire le meraviglie della Valle dei Templi e raccontarle nel suo viaggio alla scoperta de “La penisola dei tesori”. A narrare le peculiarità storiche di questo sito dell’Unesco, in particolare, ci sarà Andrea Camilleri, che ripercorrerà la sua gioventù alla scoperta di un patrimonio che non ha eguali. In particolare, afferma il conduttore in un video, “ripercorreremo la storia di una civiltà antica di 2500 anni alla quale deve tanto la nostra cultura”, il tutto mentre l’amato scrittore siciliano “con i suoi ricordi da adolescente ci mostrerà di quanta storia, anche recente, è stata testimone questa valle”. Nel suo racconto, spiega Alberto Angela, Andrea Camilleri ripercorrerà quel momento in cui “Da ragazzino, in bicicletta, corse a vedere se la valle era stata distrutta dai bombardamenti”. Giunto sul posto, “trovò un militare che cercava l’angolazione perfetta scuotendo la testa… dopo un po’ si misero a parlare, quindi gli scrisse il suo nome su un foglietto: era Robert Capa, il più grande fotoreporter di guerra del mondo”. (Agg. Fabiola Iuliano)
“SONO CIECO, MA HO PIÙ MEMORIA”
Andrea Camilleri, ospite di Meraviglie-La penisola dei tesori, è stato recentemente ospite in un festival che si è tenuto alla Nuvola di Fuksas a Roma e ha parlato della sua attività di scrittore: “Se ho pubblicato da vecchio non è stata colpa mia, ma degli editori. Nel ’68 avevo finito di scrivere il mio primo romanzo e ho cominciato a mandarlo a tutti gli editori e non ce ne è stato uno che non lo abbia rifiutato, alcuni motivandolo. Tutta la storia è durata 10 anni. Ecco perché ho cominciato tardi. Non lo avevo mandato a Sellerio perché allora non esisteva”. Insomma, a quanto pare anche uno dei maestri del giallo della nostra contemporaneità ha avuto dei problemi nell’affermare il suo talento e nel far conoscere quello che è uno dei personaggi più riusciti degli ultimi decenni e cioè il Commissario Montalbano. Andrea Camilleri in un dialogo col Corriere della Sera, ha anche espresso il suo parere in merito alla tecnologia. “Io di fronte alla tecnologia non mi spavento, mi spavento per l’uso che se ne fa.Come l’invenzione dell’aereo, che è stata una cosa meravigliosa, ma poi è servita per sganciare la bomba su Hiroshima”. E, infine, si è augurato che la politica se ne occupi in modo serio.
ANDREA CAMILLERI, LE PAROLE CONTRO RENZI
Andrea Camilleri è da sempre un attento osservatore di tutto quello che accade in Italia e non ha mai nascosto la sua profonda appartenenza a un’idea politica di sinistra. Al Corriere della Sera, lo scrittore ha espresso le sue preoccupazioni riguardo al futuro dell’italia. “La vedo nera. Ecco, io da orbo direi, come il contadino, la vedo nera. Però nutro anche una sorta di profondissima fede nell’uomo.” Secondo Camilleri, la sua generazione ha fallito quando c’è stato il momento di traghettare gli italiani fuori dal Fascismo e l’Italia è stata educata male. “A 92 anni, sento come se mancasse un autentico slancio nel tentare di rifare l’Italia. Vorrei quindi che la mia eredità fosse presa con beneficio di inventario” sono state le sue parole. E, non ha disdegnato un profondo attacco anche al Partito Demoratico di Matteo Renzi. “Come il partito di Grillo è di Grillo e il partito di Berlusconi è di Berlusconi. Si è adeguato anche il Pd”. Ha aggiunto di come il Pd non sia ormai un partito di centrosinistra ma solo di centro e che è già tanto che non sia virato a destra. Insomma, parole molto forti nei confronti dell’ex Presidente del Consiglio, che ha osteggiato anche nella campagna per il referendum 2016.