In una intervista rilasciata anni fa a “Credere” dopo un pellegrinaggio a Lourdes, Giacomo Celentano affrontava un altro importantissimo aspetto della sua conversione cristiana che di fatto coinvolge ogni matrimonio in senso proprio: gli veniva chiesto cosa può fare un uomo per “proteggere” il proprio matrimonio, o meglio di cosa possa sperare visto che il primo protagonista in realtà è sempre quell’Essere che tutto fa e da cui tutto ha origine. Il figlio del Molleggiato risposte così, in maniera del tutto originale: «Serve un marito, una moglie e Dio, il collante. I messaggi della Regina della pace parlano della necessità di pregare in famiglia e leggere la Bibbia. Una crisi di fede è l’anticamera di un divorzio». Un incontro che ha rivoluzionato a tal punto la vita di Giacomo che poi anche anni dopo ricorda sempre quella conversione come il passaggio decisivo e determinante della sua vita con la moglie Katia; anzi, “rivoluzionario”, «”Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Io ho sempre cercato di seguire Cristo, anche quando ero stanco di vivere, nel pieno dei 20 anni la folla mi confondeva, gli amici mi provocavano. E io però continuavo ad affermare la mia fede». (agg. di Niccolò Magnani)
L’INCONTRO CON UN PADRE
L’incontro con un Padre, l’incontro con suo padre Adriano e l’incontro con Padre Emilio, sacerdote e frate nella Chiesa Sant’Antonio da Padova in via Farini a Milano: tre incontri, frutti di un’unico disegno salvifico per Giacomo Celentano, all’interno del suo percorso irto di conversione. Lo ha raccontato più volte il figlio del grande Molleggiato, “iniziato” alla fede cristiana dai due genitori ma che poi ha sempre avuto bisogno di altre figure, come tutti, per poter maturare e crescere “spiritualmente”: «Ho conosciuto padre Emilio nella chiesa di Sant’Antonio di Padova di via Farini a Milano. Era il frate che seguiva i cammini vocazionali dei giovani e io l’ho cercato. Ho fatto anche io il mio cammino con lui, era la persona giusta. Il percorso è durato quasi due anni, il periodo perfetto per capire tutto: in quegli stessi giorni ho incontrato Katia, la donna che sarebbe diventata mia moglie e la mia vocazione mi è stata chiarissima». Un quarto incontro dunque, con la moglie Katia, che suggella la “prova” evidente di Dio nella vita di Celentano Jr: una esistenza sofferta e una scoperta meravigliosa, tutto dentro al grande incontro della vita cristiana. (agg. di Niccolò Magnani)
UNA FEDE “SPALANCATA”
Nell’ormai celebre libro “I tempi di Maria”, Giacomo Celentano si è avvalso della collaborazione straordinaria di Monsignor Giovanni d’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, e Giuseppe Noia, docente di Medicina Prenatale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e responsabile dell’Hospice Perinatale – Centro per le Cure Palliative Prenatali del Policlinico Gemelli di Roma. Una confessione personale che passa per il travaglio di un credente per nulla “convinto” dalla religiosità dogmatica lontana dalla vita reale, ma combattuto fino al midollo tra il riconoscere un Bene nella propria vita e l’abbandono di tutto e tutti per il troppo dolore sperimentato. «I tempi di Maria è la riflessione di un credente che, in questi tempi di grande crisi morale e materiale, richiama l’attenzione su Colei che guida il cammino dell’umanità del terzo millennio: Maria», così spiegava proprio il vescovo nella presentazione del libro di Giacomo Celentano. Una fede riaperta, riscoperta, ri-spalancata dopo la sofferenza patita nella malattia e nella depressione. «Ciò che ha ricevuto, Giacomo lo vuole condividere, lo vuole spezzare con quante più persone possibili, attraverso la testimonianza della sua conversione e di alcune tenerezze che Dio gli ha fatto: la mano sulla spalla per tre volte, il profumo di rose in momenti particolari, la pace del cuore», spiegava invece il professore cattolico. Secondo Noia, Celentano invita tutti a non sprecare il tempo di grazia in cui la Madonna di Medjugorje, «da trentacinque anni, appare per consegnare il messaggio della potenza della preghiera che, con l’ascolto docile ai Suoi ammonimenti, fa conoscere la bellezza della vita nascosta insieme a Gesù». Un uomo perduto e poi ritrovato: insomma, una storia con cui tanti potrebbero rivedersi.. (agg. di Niccolò Magnani)
LA PERDITA E LA RISCOPERTA DELLA FEDE
Giacomo Celentano ha alle spalle grande sofferenza ed un percorso di fede molto forte. Il figlio del molleggiato infatti, è un cantautore di musica cristiana che ha iniziato il suo percorso nel 1989 con la sua prima pubblicazione dal titolo “Dentro il bosco”. La sua voglia di scrivere testi d’ispirazione cristiana, prosegue poi nel 1996 grazie a Radio Maria e la conoscenza di Roberto Bignoli e Mario Ferraro. Di seguito, la scrittura di canzoni come “L’Eterno Messaggio” e “Il Cantico di Zaccaria”. Intervistato lo scorso marzo da cristianitoday.it, racconta i primi passi dopo la pubblicazione del suo lavoro d’esordio con la casa editrice di Caterina Caselli e poi la scoperta della malattia: “Apparentemente non avevo nessun sintomo di malessere, di depressione e di stanchezza. Però nel 1990, una notte di settembre, di colpo si dimezzò la mia capacità toracica, per cui cominciai a respirare malissimo. Passai la notte in bianco, senza riuscire a dormire”, racconta. Poi la chiusura: “Stavo davanti la televisione, tutto il giorno, e non parlavo, per cui ci fu questo repentino cambiamento, che preoccupò la mia famiglia d’origine. I miei genitori, mi portarono a fare delle visite mediche centrate sul caso. La cosa strana era, che io fisicamente ero sano, ma avevo un sintomo forte d’insufficienza respiratoria. La prima conseguenza di questa malattia fu, che non potei più cantare”. Dopo aver dovuto fare i conti con la sua malattia, Giacomo aveva perso pure la fede: “Quando restai completamente solo, con la mia malattia, cominciarono a fiorire nel mio intimo delle domande molto profonde. Mi chiedevo cosa il Signore volesse da me, quale sarebbe stato il mio progetto di vita, insomma mi chiedevo se il Signore voleva che io cantassi o che diventassi frate o che mi sposassi, ecc…”. Poi per fortuna, è arrivata l’amicizia con Padre Emilio e con questa, anche la ritrovata fede. (Aggiornamento di Valentina Gambino)
L’INCONTRO CON LA MADONNA
Giacomo Celentano ha deciso di dedicarsi anima e corpo alla musica cristiana (dopo una fallimentare esperienza come cantautore al Festival di Sanremo 2001), incidendo canzoni anche in coppia con la moglie Katia Guccione. Come abbiamo già ricordato, in più di un’occasione Giacomo Celentano ha parlato del suo periodo di crisi personale segnato dalla depressione e dalla conseguente scoperto di Dio e della fede. Il figlio di Adriano Celentano ne ha parlato soprattutto con un libro intitolato I tempi di Maria. Questi sono i passi del libro con i quali Giacomo Celentano ha parlato di come ha scoperto da vicino la Madonna, ossia in occasione di una visita a Schio, in un paese chiamato San Martino, dove si sono verificate apparizioni mariane: “Arrivato lì ho respirato subito un’aria diversa, di pace, poi ho ricevuto quasi immediatamente un segno: in certi luoghi, ho sentito un profumo soave di rose”. (Agg. di Fabio Morasca)
NEGLI OCCHI DELLA MOGLIE LO SGUARDO DI GESU’
Negli ultimi tempi, Giacomo Celentano è tornato alla ribalta grazie anche a un volume pubblicato nel 2017 e nel quale, pur parlando del suo rapporto con la Madonna e della vocazione mariana, ritorna sul tema della malattia e della depressione che l’hanno colpito anni fa. Il figlio del “molleggiato”, infatti, ha dato alle stampe “I tempi di Maria” con Itaca Edizioni, raccontando di come la fede l’abbia aiutato a uscire dal buio di quel male oscuro che è la depressione e che, a sua volta, lo attanagliava dopo la scoperta di problemi respiratori che ne hanno condizionato la carriera discografica. In uno dei passaggi del libro in questione, Celentano spiega come sia stato decisivo per lui l’incontro con Katia, la sua attuale compagna, la donna che gli ha anche permesso di conoscere Dio. “Ho incontrato Gesù negli occhi di mia moglie Katia” scrive il cantautore che, all’epoca trentenne, ha cominciato la sua rinascita. “Lei mi diceva sempre che Gesù mi amava e che mi avrebbe guarito completamente e sarei tornato a cantare” ricorda il figlio di Celentano in un passaggio: “Nel momento di massimo smarrimento, il Signore mi è venuto a cercare e io mi sono lasciato trovare” scrive, spiegando bene quale sia l’inestricabile legame che, nella sua situazione, ha permesso a fede e guarigione dalla malattia di andare a braccetto. E la chiusa di questo aneddoto è ancora rivolta, non a caso, a Gesù che, a suo dire, “è il vero medico del corpo e dell’anima”. (R. G. Flore)
CHI E’ GIACOMO CELENTANO, IL SECONDOGENITO DI ADRIANO
Il sorriso che è la fotocopia di quella del padre e un’aria da eterno ragazzo nonostante i 51 anni suonati: Giacomo Celentano è per certi versi il classico figlio d’arte, cresciuto inevitabilmente all’ombra degli illustri genitori e che, tuttavia, col tempo ha trovato una sua strada e che, specialmente negli ultimi anni, ha fatto molto parlare di sé per via di quelle che sono oramai le due vocazioni della sua vita, vale a dire la musica e la fede cristiana, scoperta più recentemente e che ha finito per intrecciarsi indistricabilmente con la sua produzione artistica. Classe 1966, secondogenito di Adriano Celentano e Claudia Mori, Giacomo ha deciso sin da subito che il mondo dei suoi genitori, ovvero quello dello spettacolo, sarebbe stato anche il suo tanto da esordire appena 23enne con un album intitolato “Dentro il bosco” e che all’epoca aveva dovuto scontare le inevitabili critiche di chi è figlio d’arte e sembra debba avere la strada già spianata e che in parte sono state alla base della sua successiva rinascita.
LA DEPRESSIONE E LA SUCCESSIVA SCOPERTA DELLA FEDE
Infatti, Giacomo Celentano, a seguito di un esordio così precoce ma non certo bagnato dal successo, ha vissuto un periodo di notevole difficoltà e di cui ha parlato solamente nel corso degli anni: ha fatto anche il commesso in un negozio di dischi, dicendo sostanzialmente addio a quella carriera di promettente cantautore che molti pronosticavano per lui. Il figlio del “molleggiato”, complici alcuni problemi di salute, è infatti entrato nel tunnel della depressione dal quale è uscito solamente dopo tempo e grazie soprattutto alla scoperta della sua vocazione cristiana. “Mi chiedevo sempre cosa il Signore volesse da me” ha rievocato quel periodo nel corso di diverse interviste, spiegando di aver intravisto solo allora quale era il “progetto” che, a suo dire, Dio aveva in programma per lui. Di questa sorta di rinascita e del cammino vocazionale che ne è seguito, Giacomo Celentano ne ha parlato anche in alcuni libri e in una delle ultime pubblicazioni, intitolata emblematicamente “Il viaggio di Maria” e uscita per i tipi di Itaca Edizioni, l’artista ha raccontato di quei giorni difficili e spiegando anche che un ruolo decisivo l’ha avuto l’incontro con la Madonna all’età di 30 anni.
LA CARRIERA DISCOGRAFICA E QUELLA EDITORIALE
Da allora, la produzione discografica di Giacomo Celentano è stata ispirata sempre dalla fede e, attraverso Radio Maria, è entrato in contatto con l’arrangiatore Mario Ferrara e il cantautore cristiano Roberto Bignoli: da lì, la carriera del figlio di Celentano ha ripreso slancio, tanto che oltre all’amore (il matrimonio con Katia Guccione) è arrivata anche una collaborazione con Rai Radio2, la partecipazione a Sanremo nella categoria Giovani nel 2002, e alcuni stage in diversi importanti programmi non solo del servizio pubblico ma anche su Sat2000 a Il Grande Talk. Dal 2010, è diventato direttore artistico della Giack Celentano’s Club, società di spettacoli avviata assieme alla consorte. Per quanto riguarda invece l’editoria, dopo aver dato alle stampe “La luce oltre il buio”, il 51enne figlio di Claudia Mori ha pubblicato anche “Nel nome del Padre” per Edizioni Piemme e, lo scorso febbraio, il già citato volume dedicato alla Madonna al quale era peraltro allegato anche il suo ultimo singolo, “La cittadina della Divina Misericordia”.