Carla Bruni ha parlato del suo amico Gianni Versace nell’intervista a Verissimo. “Mi manca ancora. Gianni ci trattava benissimo, come se fossimo la sua famiglia. Voleva dare un’immagine della donna forte e potente. Per lui donna era una star, non una vittima”. Inoltre, la top model ha affermato come Donatella Versace sia stata coraggiosa nel voler portare avanti il lavoro del fratello, soprattutto in un mondo difficile come quello di oggi. Carla Bruni ha speso delle parole anche in merito alla Reunion delle super top model di Versace che è stata voluta da Donatella. “E’ stato commovente rivedere Cindy Crawford e Claudia Schiffer che non vedevo da anni. E’ stato molto emozionante essere lì, tra lacrime e riso”. Questo sembra essere un anno particolarmente importante per i Versace dato che nel 2018 verrà trasmessa una serie televisiva dedicata proprio al famoso stilista e alla sua morte per colpa di Andrew Cunan, un gigolò di Miami che sparò allo stilista proprio davanti a casa sua. La regia e la produzione della serie è curata da Ryan Murphy, autore tra le altre cose anche di American Horror Story e Glee e che torna a occuparsi di uno dei casi che sconvolse l’opinione pubblica.



LA SVOLTA NELLA MODA DI VERSACE

Era il 15 luglio del 1997 quando lo stilista Gianni Versace venne ucciso davanti alla sua casa di Miami Beach mentre rientrava da una passeggiata mattutina dal serial killer Andrew Cunanan, già colpevole di ben quattro omicidi nei mesi precedenti. Cunanan e Versace non si conoscevano e non si sa cosa abbia fatto scattare la molla per l’omicidio dello stilista. Quello che è certo è che questo efferato delitto ha sconvolto gli Stati Uniti dove lo stilista era molto amato e ha dato vita al mito Versace, che oggi rivive in numerose serie televisive, fiction e libri. Gianni Versace è stato uno dei simboli dell’alta moda italiana nel mondo. nacque a Reggio Calabria nel 1946 e si appassionò a questo ambiente fin da piccolo, nel negozio della madre. All’inizio degli anni Settanta si trasferì a Milano, dove iniziò a lavorare per alcune aziende di moda e poco dopo arrivò presentò la prima collezione con il suo nome sopra. Nelle sue collezioni usò simbologie etrusche, elementi della Grecia antica e il Barocco italiano unendoli con la musica punk, con la street art, con materiali come plastica e metallo, e invenzioni solo sue, appariscenti e apparentemente poco raffinate, come le cinghie di pelle, anche se non venne ben visto da molti per ciò, almeno all’inizio.



L’OMICIDIO VERSACE TRA STORIA E MITO

Il 19 gennaio partirà sul canale americano Fox American Crime Story: assassination of Gianni Versace, la serie creata da Ryan Murphy incentrata sull’omicidio dello stilista italiano. Pare proprio che per la serie americana sia stato fatto un lavoro certosino per ricreare tutti gli abiti più famosi e apprezzati dello stilista. In particolar modo ci si è concentrati sugli abiti di Edgar Ramirez, l’interprete di Gianni Versace perché nell’ottima del produttore della serie il suo personaggio doveva camminare nella sontuosità della villa con degli svolazzanti pigiami di seta. L’assassino di Gianni Versace, che ora viene esorcizzato con questa produzione, è stato un fatto che ha sconvolto il mondo intero. Ai suoi funerali parteciparono, tra gli altri, Carla Bruni, Elton John, Sting, Lady Diana, tutte personalità che si erano trovate a collaborare e conoscere Gianni Versace, il quale le aveva vestite con i suoi abiti durante la loro carriera e in momenti fondamentali. Dopo la sua morte, alcune delle gallerie d’arte più importanti del mondo dedicarono a Versace delle retrospettive come il Metropolitan.

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