Rita Pavone ha 72 anni, Adriano Celentano, da ieri, 80: eppure sembrano ragazzini e forse anche per questo che fanno parlare di loro alla loro veneranda età, dopo una carriera meravigliosa. Ieri per il compleanno del grande Molleggiato, la funambolica Rita ha voluto fare degli auguri-social alquanto significativi, compiendo un vero e proprio omaggio al suo amico e quasi coetaneo Celentano. «Adriano compie 80 anni, ma non confondetevi: non c’è ancora nessun artista, per quanto giovane possa essere o sembrarlo, in grado di superarlo per energia, fantasia, creatività  e talento. Nessuno !! Auguri Adriano. Altri 80 come questi». Fantasia, talento, una carriera vissuta sempre al massimo e tantissime amicizie sfociati sopra e fuori dal palco: come la tosta Pavone dimostra splendidamente. (agg. di Niccolò Magnani)
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IL REGALO DI ROBERTO BOLLE

Uno spettacolo nello spettacolo: chiunque abbia più o meno in mente il grande Adriano Celentano non può non conoscere “Prisencolinensinainciusol” la canzone-irriverente che in qualche modo “anticipò” il rap molti, molti anni prima di Fabri Fibra e “fratelli”. Ecco, Roberto Bolle per festeggiare il compleanno degli 80 per il Molleggiato ha scelto proprio questo brano rivisitato in chiave dance e con uno scenario rappresentato da urlo. La Milano di Adriano, nella Galleria Vittorio Emanuele a due passi dal Duomo: una flotta di ballerini che si scatena sulle note di “Prisencol” con in testa ovviamente il più grande ballerino al mondo. Poi la sorpresa, con Bolle che si avvicina alla vetrina di un bar e invita a farsi guardare dall’avventore seduto col caffè: è proprio Adriano Celentano, in uno spettacolare effetto ottico. 80 anni e non sentirli: specie se il mondo intero ti tributa il giusto riconoscimento per una carriera ancora in attività e sostanzialmente da leggenda. (agg. di Niccolò Magnani)



https://twitter.com/RobertoBolle/status/949601975926128641/video/1

“FUGA” DA GALBIATE

Una Galbiate “rock” e un Adriano Celentano… “lento”. Fa specie, anche se non troppo visto che è sempre stato così, la riluttanza del Molleggiato a festeggiare “pubblicamente” il suo compleanno, per di più una data storica come gli 80 anni festeggiati ieri il giorno dell’Epifania. Eppure è così, con il paesino nel Lecchese dove Celentano vive da fine degli anni Settanta che ieri non è riuscito a vedere e salutare con affetto il grande Adriano: Galbiate voleva festeggiarlo, aveva preparato qualche manifesto, palloncini e una truppa di grandi fan fuori dai cancelli della villa, ma nessuno è uscito o fatto entrare. Celentano non ha mai troppo sopportato i momenti “pubblici” e anche ieri si è confermato, anche se il rapporto con i galbiatesi resta complesso visto che da tempo non si vede in giro e non sembra avere molta voglia di aprirsi ad un paese che lo adora e che con poche anime di per se non rappresenterebbe un “bagno di folla” difficile da gestire. La stampa locale ha intervisto il parroco Don Erasmo Rebecchi che ha constatati: «da più di un anno non ho avuto modo di incontrarlo a messa», e lo stesso afferma anche il sindaco Tino Negri (eletto da tre anni a Galbiate, ndr) «mai visto, Non ha mai risposto, nemmeno al telegramma che inviai per i 50 anni di matrimonio, ma la speranza è l’ultima a morire». Pochi amici fidati e un cartellone all’ingresso della villa: «buon compleanno Adriano», per una volta forse poco “rock”. Ma glielo perdoniamo. (agg. di Niccolò Magnani)



GLI AUGURI DELL’INTER

Adriano Celentano, leggenda della musica italiana, compie oggi 6 gennaio 2018 80 anni. Colleghi, amici e fans stanno inonando i social network per fargli gli auguri e non potevano mancare quelli dell’Inter. Il Molleggiato infatti è un grande sostenitore del club calcistico di Milano ed ha sempre manifestato la sua passione per i nerazzurri. La figlia ha composto il celebre inno “Pazza Inter” e negli ultimi anni il cantante ed attore ha partecipato ad eventi del Biscione. Una testimonianza dell’affetto di Celentano nei confronti dell’Inter risale al 2008, quando in occasione del centenario della squadra meneghina ha tenuto un duetto con Massimo Moratti, allora presidente. Tramite Twitter, l’Inter ha postato un messaggio di auguri per l’artista classe 1938: “80 anni sempre rock per l’eterno ragazzo della via Gluck! Auguri #AdrianoCelentano!”, didascalia di una immagine che lo ritrae insieme allo stesso Moratti. Qui sotto il video del duetto dei due risalente a dieci anni fa. (Agg. Massimo Balsamo)

GLI AUGURI DI TECHETECHETE’

In occasione degli 80 anni di Adriano Celentano, Raiuno ha deciso di dedicare all’artista una puntata speciale di Techetechetè. Alle 18.40 andrà in onda una carrellata dei suoi successi: da Azzurro a Una carezza in un pugno, passando per L’emozione non ha voce e Il ragazzo della via Gluck. Ma verranno anche riproposte le sue esilaranti ospitate televisive, come quelle con Paolo Villaggio, Renato Pozzetto, Sandra Mondaini, Marisa Del Frate, Corrado e Lola Falana. Gli esordi e la carriera di Adriano Celentano verranno ripercorsi su Raiuno oggi, sabato 6 gennaio 2018. Intanto molti colleghi hanno scelto la musica e i loro incontri in video con il cantante per celebrarlo.Così ad esempio Cesare Cremonini e Gianni Morandi, mentre Roberto Bolle ha condiviso la sua interpretazione in Gallerria Vittorio Emanuele a Milano di Prisencolinensinainciusol, che è una delle canzoni più scelte oggi per mandare gli auguri ad Adriano Celentano.(agg. di Silvana Palazzo)

DA JOVANOTTI A GIGI D’ALESSIO: GLI AUGURI PER IL MOLLEGGIATO

Adriano Celentano compie 80 anni e il compleanno di uno dei migliori artisti italiani non poteva passare inosservato. Tanti gli eventi televisivi a lui dedicati e moltissimi i messaggi di auguri sui social. Oltre ai fans, sono davvero tanti i colleghi di Celentano che, in queste ore, sui social, stanno pubblicando foto accompagnate da messaggi di auguri. Uno dei primi a farlo è stato Jovanotti. Lorenzo Cherubini che, tanti anni fa, ha avuto una storia d’amore con la figlia del Molleggiato, Rosita Celentano, su Instagram, ha scritto: “Auguri Adriano!!!!! Sei il mio mito di sempre, la più bella voce del mondo, sei libero, sei simpatico, sei fantastico, sei l’istinto del rock’n’roll, sei grandissimo, sei il migliore, sei yuppi du, sei er più, il re degli ignoranti, Joan lui, Geppo il folle, quello che cerca l’estate tutto l’anno, Serafino, il ragazzo della via gluck, l’animale, il molleggiato, bingo bongo, sei un sacco di cose, sei soprattutto Adriano Celentano, il più forte. Sei un albero di ottanta piani. Buon compleanno fratello!”. “Tanti auguri Adriano per i tuoi 80 anni! Sei ancora un ragazzino”, sono le parole scritte da Gigi D’Alessio. E ancora Gianni Morandi: “6 gennaio. Auguri Adriano!” – e la nipote Alessandra Celentano – “Buon compleanno allo zio più rock del mondo!” (aggiornamento di Stella Dibenedetto).

I PROGETTI DI TONY RENIS PER CELENTANO

C’era davvero bisogno di portarlo fino in America per renderlo un mito? Forse no perché Adriano Celentano è un vero e proprio profeta in Patria e sicuramente le sue canzoni sono sempre state in vetta alle classifiche. Tony Renis però è convinto del contrario e parlando della sua amicizia con il super molleggiato ha raccontato tutto questo alle pagine di Spy: “Ho tentato più volte di portarlo in America, sarebbe diventato come Frank Sinatra, ma trovava sempre delle scuse – continua Tony Renis al settimanale Spy -. Per me ha commesso un sacrilegio, ma devo dire che non gli è andata male, no? (ride, ndr). E poi me lo lasci dire: a 80 anni Adriano è ancora un bravo ragazzo“. I due si conoscono da quando avevano sei anni e da allora non si sono mai lasciati tanto che proprio lui svela che Adriano Celentano sta ancora lavorando al suo cartone animato in lavorazione ormai da oltre cinque anni. Proprio il giorno di Natale lo ha chiamato per fargli gli auguri e Celentano gli ha detto di essere a lavoro e di non poter andare in “ferie” fino a quando il progetto non sarà ultimato: ” Da oltre cinque anni sta lavorando ad Adrian, il film di animazione che andrà in onda su Canale 5. Gli ho detto: ‘Vai un paio di giorni a riposare ad Asiago’. Ma lui mi ha risposto: ‘Non posso, devo lavorare’. Perché lui quando fa una cosa segue tutto dall’inizio alla fine, farebbe anche il fabbro se servisse”. Speriamo presto di vedere questo film d’animazione a questo punto. (Hedda Hopper)

I SUOI SECONDI QUARANT’ANNI

Uno, nessuno e ventiquattromila (come i baci che mandava nel lontano 1961, una delle hit che lo lanciò nel firmamento dello showbiz nostrano: una vita fa musicalmente parlando, e non solo). Chi è davvero Adriano Celentano? Alla fatidica soglia degli 80 anni -un’età che per molti significa “buen retiro” oppure la tanto agognata consacrazione tra Hall of Fame, Premi Nobel e retrospettive- l’ex “molleggiato” nonché ex ragazzo della Via Gluck, ed ex tantissime altre cose, dà l’impressione di poter dire ancora la sua in un panorama, vale a dire quello musicale ma soprattutto televisivo, che pare avere ancora bisogno di lui per rinnovarsi o per far parlare di sé. Può sembrare un paradosso ma, come tutti i grandi precursori, Celentano resta attuale non solo per la sua imprevedibilità che gli ha consentito col tempo di diventare una sorta di “unicum” nel mondo dello spettacolo italiano in quanto a influenza e (pretesa) libertà espressiva, ma anche per essersi saputo reinventare in ogni epoca: e in tv, si sa, le epoche durano poco e showman ben più dotati dello storico compagno di Claudia Mori (stando alla celebre definizione di Giorgio Bocca che lo liquidò come un “cretino di talento”) hanno concluso già da tempo la loro parabola. Lui no e oggi che fa cifra tonda, nonostante un ego che certo non è secondo a nessuno, probabilmente festeggerà con pochi intimi e senza grandi auto-celebrazioni, proprio perché questi 80 anni non sembrano un punto di arrivo ma una tappa di un viaggio che potrebbe avere altre fermate.

IL TRASFORMISMO E I SUOI PROVERBIALI SILENZI

Insomma, da sessant’anni sulla cresta dell’onda: Adriano Celentano ci è riuscito con un trasformismo continuo che per i detrattori è la sintesi delle contraddizioni di un personaggio capace di dire tutto e il contrario di tutto, e invece per i suoi fan è la prova di un anarchismo artistico che lo ha portato a rinnovarsi sempre (rinnovando anche tutto ciò che toccava, si trattasse di un genere musicale, del linguaggio dei media che usava o della sua stessa figura). Cantautore? Showman a tutto tondo? Personaggio televisivo? Guru ante-litteram e che oggi sembra pronto a rinnegare anche questo ruolo, chiuso nella sua torre d’avorio ma pronto a tornare in scena con un nuovo progetto (dopo che lo spettacolo in coppia con Mina era stato cancellato dalla Rai per divergenze mai chiarite)? Di tutto un po’, ma fedele alla regola di lasciare che siano gli altri a parlare di lui e continuare a rinnovare quell’aura di sacralità che si è costruito negli anni, comunicando coi suoi silenzi che all’epoca avevano fatto scalpore sul piccolo schermo e come in questi giorni, in cui al coro di celebrazioni per i suoi 80 anni manca solo una voce: la sua. Negli ultimi dieci anni le sue apparizioni (è proprio il caso di usare questo termine) in tv si sono fatte sempre più rare, tanto che spesso Celentano “parla” con la musica o intervenendo saltuariamente sui quotidiani, pronti a re-twittare ogni possibile grumo di polemica che resta dalle sua lapidarie frasi: e sono trascorsi più di 10 anni dal celebre monologo su ciò che era “rock” o “lento” durante Rockpolitik.

UNO, NESSUNO E CENTOMILA VOLTI

Oggi forse un programma del genere non sarebbe più possibile, anche se sarebbe curioso capire cosa sia ancora rock e cosa sia lento. Ed “Er più” (dal titolo dell’omonimo film di Sergio Corbucci del 1971 sul celebre bullo romano di Trastevere e interpretato assieme alla moglie) è rock o lento? Probabilmente è stato rock ogni qualvolta si è avvicinato a qualcosa di nuovo, tanto da ridefinirne i contorni. Non è un caso che è difficile dare una definizione di Adriano Celentano: si va dagli esordi in cui era il cantante dei Rock Boys alle hit che hanno rivoluzionato la “via italiana al rock” e che gli hanno permesso di vendere oltre 200 milioni di copie nel mondo allontanandosi dal mondo delle etichette discografiche e fondando il suo Clan; da ballerino (la sua vera vocazione artistica come ebbe a confessare) a “molleggiato” che ridefinisce con suo look e le sue movenze i canoni estetici e non di un’Italia che viveva l’illusione del boom economico; poi c’è stata la quasi trentennale (ma interrottasi bruscamente nel 1992) parentesi cinematografica fatta di svariati successi al botteghino e di alcune regie, tra i quali il musical “Yuppi du” (1975), rimasto nella storia grazie anche alla colonna sonora del film. E poi? Dopo Celentano ha continuato a fare l’attore, ma impersonando se stesso e dando vita all’ultima trasformazione, quella che dagli Anni Novanta ad oggi l’ha riportato al centro della scena musicale, specialmente in coppia con Mina, a monopolizzare letteralmente i palinsesti del piccolo schermo, tra la contestata ospitata a Sanremo 2012 e gli show Francamento me ne infischio, il citato Rockpolitik e anche 125 Milioni di Caz…te nel quale ha sempre avuto carta bianca su contenuti e monologhi.

QUALE FUTURO PER IL “CRETINO DI TALENTO”?

In una carriera così lunga e ricca di successi e scivoloni, cambiamenti e rinascite, è quasi impossibile ricordare tutto (e, ovviamente, il contrario di tutto) ciò che Adriano Celentano è stato o ha provato a essere. Negli ultimi tempi, anche se mitigata da apparizioni sempre più sporadiche sulla scena pubblica, ha prevalso quell’aura da predicatore dall’aria ieratica che mescola populismo e sincera lotta alle iniquità, le critiche alla Chiesa e le “carezze” a Papa Francesco, l’ecologismo e un ritorno a un passato idilliaco (quella Via Gluck) che oramai non c’è più: e questo gli ha alienato molte simpatie e ai più smemorati ha fatto dimenticare tutto ciò che c’era stato prima. La perenne insofferenza a regole e limitazioni è probabilmente il più grande ostacolo al suo ritorno in televisione al momento ma, allo stesso tempo, l’unica vera garanzia che possa esserci ancora uno slancio, un’invenzione, qualcosa che bolle in pentola per il futuro e che a 80 anni provi a smentire i detrattori. E se anche così non fosse, ci penseranno gli altri a continuare a tenerne viva l’immagine ad ogni sua alzata di sopracciglia, dato che Celentano sa che, come scrive Oscar Wilde ne “Il ritratto di Dorian Gray”, “bene o male, l’importante è che se ne parli”. Al di là dell’opinione che si può avere dell’ex “molleggiato” oggi giocoforza un po’ acciaccato per via dell’età, non male per un “cretino di talento” o per “un deficiente” come ebbe a definirlo una volta Aldo Grasso, no?