Il grande pubblico lo assocerà sempre a Mimì Augello, l’agente “fimminaro” de Il commissario Montalbano, questo ruolo che al tempo stesso è per Cesare Bocci un riconoscimento e una condanna. L’attore di Camerino, però, è prima di tutto un uomo che ha saputo affrontare gli imprevisti della vita con coraggio e dedizione. Imprevisti che avrebbero potuto abbattere chiunque ma non chi, come Bocci, ha fondato la sua estenza su valori profondissimi. L’occasione per raccontare la sua vicenda personale, già approfondità nel libro scritto a quattro mani con la moglie Daniela Spada, “Pesce d’aprile. Lo scherzo del destino che ci ha reso più forti”, è arrivata con un’intervista concessa a La Verità, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro. Queste le sue parole:”Era la prima domenica a casa dopo che Dany aveva partorito Mya, quando un fortissimo dolore le attraversò la testa: un embolo era arrivato fino al cervelletto. Al risveglio dal coma, dopo 20 giorni, non mi riconobbbe, né ricordò di essere diventata mamma”.



CESARE BOCCI E DANIELA SPADA: INNAMORATI UNA SECONDA VOLTA

Ma come si reagisce dinanzi ad una prova di questo genere? Cesare Bocci lo ha raccontato a La Verità:”C’era una montagna da scalare. Era appena nata nostra figlia e dovevamo imparare a fare i genitori, ma adesso dovevamo imparare a farlo con questo handicap. Con l’aiuto di amici e persone care non ci siamo arresti. Una volta cadevo io, un’altra si scoraggiava lei, ma siamo andati avanti. Poco alla volta la nostra vita è ricominciata e ora, con tutte le fatiche, siamo felici. Ci siamo innamorati per la seconda volta”. Una prova non facile soprattutto per sua moglie, Daniela Spada:”Dany dice che l’ha aiutata l’incoscienza. Uscita dall’ospedale ci ha messo un po’ per rendersi conto del suo stato di salute e delle sue limitazioni. Pensi al rapporto con una bimba di poche settimane: non poteva allattarla, soccorrerla, dedicarsi a lei. Nel libro scrive: ‘Sono una delle poche madri che ha imparato a camminare dopo sua figlia”.

L’AIUTO DELLE FEDE

In questo percorso di rinascita è innegabile che ad aiutare Cesare Bocci e la moglie Daniela Spada sia stata anche la fede. A La Verità, il Mimì Augello de Il commissario Montalbano ha ammesso:”La memoria è come un puzzle, questi infortuni hanno l’effetto di buttare all’aria il mosaico e ogni tanto una tessera ricade, ma non dove si trovava prima. Così, mentre si pensa che riguardi un fatto recente, risale a qualche decennio prima, come nel caso della messa in latino che Dany aveva ascoltato, bambina, dalle suore. Lei è stata aiutata…Io mi ritengo cristiano nel modo di relazionarmi agli altri. Gli stessi pazienti sono persone prima che malati. Questo ci ha spinti a batterci per il rispetto della dignità e delle condizioni negli ospedali. E ci ha convinti a raccontare tutta la storia, per metterla a disposizione di altri che possono trovarsi in situazioni analoghe”. 

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