La prima puntata dell’anno di Che tempo che fa si apre con una novità: la sigla non è più il solito rhythm and blues, ma Azzurro di Adriano Celentano. Che ventata di freschezza: è aria di cambiamenti. E invece no, dev’essere solo uno spiffero, dal momento che il monologo di Fazio è sempre banalmente uguale. Nemmeno la Befana-Littizzetto stupisce più di tanto. Sarebbe troppo facile dire che non c’è poi molta differenza, ma lei ci risparmia la fatica: “Tra me e Filippa hanno scelto me”. L’unico a essere veramente colpito è Paolo Gentiloni: “Ho visto la Befana”, dice, col tono di chi proprio non se l’aspetta. Ma è chiaramente una boutade: la sua voce è perennemente melliflua. “So che a Roma mi chiamano Er Moviola”, scherza. L’importante è esserne consapevoli. Con lui si discute di politica estera e del famoso pulsante di Kim Jong-un e Donald Trump: “Io non ce l’ho”. Chissà perché non ne dubitavamo. Voto: 5. Il secondo ospite della serata è Carlo Verdone. Con Benedetta follia è tornato sulla cresta dell’onda… o sul pelo di acque non troppo profonde. La commedia disimpegnata è sinonimo di successo, e Verdone la cavalca eccome, quest’onda. Voto: 5.
Quello dei Maneskin è il rock della porta accanto, che si apre su un salotto televisivo ben ordinato. Per inciso, sono loro a metterlo sottosopra. “Questi quattro ragazzi hanno tra i 17 e i 19 anni!”, sottolinea entusiasta il conduttore. Dai loro look non si direbbe: Damiano, Victoria, Ethan e Thomas ricordano più i Led Zeppelin dei tempi maturi. E allora la regia manda una vecchia foto del frontman Damiano: la stoffa da rockstar ce l’ha sempre avuta, ma non era certo quella della camicia. Voto: 7. Dal nuovo al vecchio, anzi, vecchissimo, con Pippo Baudo. E se con i Maneskin si parlava di X Factor, Baudo si fregia di essere un talent vivente: “Ah, quanti ne ho scoperti!”. Vanitoso, ma gliene rendiamo merito. Voto: 6.