Oggi è l’Ascanio Day, così come accade da dieci anni a questa parte. Se vi state chiedendo per quale motivo suoi social impazza l’insana voglia di lasciare entrare Ascanio, scoprirete una perla non di poco conto. Gli attenti utenti social sapranno già di cosa si tratta ma, se vi siete persi questa ‘chicca, vi basterà semplicemente aprire Twitter e scorrere la timeline. Stiamo parlando di “Esce ma non mi rosica” una canzone di origine iraniana ‘italianizzata’ (ovvero sottotitolata con frasi italiane insensate e allo stesso tempo spassose che sembrano già parlare la nostra lingua). L’idea originale è nata dallo YouTuber “Celestino Camicia” che dopo aver lanciato il successo di “Lascia entrare Ascanio” ha aperto le porte alla moda delle canzoni travisate che tanto hanno avuto successo negli ultimi anni anche in televisione grazie al Trio Medusa (giusto per fare un esempio). Il video è diventato così virale che ogni 8 gennaio si ‘celebra’ questo ‘importante’ tormentone seguito dal fedele hashtag: #AscanioDay.



Lascia entrare Ascanio l’8 gennaio: ecco spiegata la canzone nonsense

“Lascia entrare Ascanio l’8 di gennaio”, questo ‘rivela’ la parte italianizzata della canzone pop di origine iraniana. Le canzoni travisate in realtà, esistono da molto tempo anche per via di alcune associazioni che il nostro cervello compie in maniera naturale interpretando dei messaggi dalla lingua originale ad un messaggio comprensibile (di regola…). L’apoteosi del nonsense mentre spunto dalla canzone originale che s’intitola “Pariya”, brano d’amore scritto e interpretato da Shahram Shabpareh, uno dei musicisti più popolari della scena pop iraniana. Giusto per chiarirvi le idee, vi riportiamo a seguire, il testo ‘italianizzato’ che recita: “Hey lascia entrare Ascanio dall’8 di gennaio. Perciò limarla è tosta. Esce ma non mi rosica. Hey Jole lascia il bimbo. Vola l’herpes, che busciarda. O la ghiera blu sciala sciala. Il lasonil ci brucia. Il lasonil ci brucia. Alle iene uno sbirro aiuta uno scemo. No, per non morì. Lo succhia tutto il pollo al buio”. Sul web però, dopo dieci anni qualcuno lamenta una certa stanchezza mentre ad altri utenti, questa storia nonsense fa ridere come se fosse la prima volta.



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