La morte di Gianni Versace sarà protagonista di un approfondimento che andrà in onda su Fox Crime Italia il prossimo 19 gennaio. A pochi giorni da tale atteso programma, il canale della piattaforma a pagamento di Sky ha deciso di rendere omaggio allo stilista che ha reso la moda italiana un esempio di stile in tutto il mondo, vestendo attrici, principesse, First Ladies. Tra i personaggi che si sono espressi parlando della vita di Gianni Versace c’è anche Tony di Corcia, l’autore della bibliografia più completa di Versace oltre che di un libro dal titolo ‘ Lo stilista dal cuore elegante’ nel quale ha pubblicato diverse interviste incentrate su di lui. Ai microfoni di Fox Crime Italia, di Corcia ha spiegato le ragioni di un simile interesse nei confronti dell’uomo ucciso da uno squilibrato il 15 luglio 1977: “La sua vita somiglia tantissimo ad un fabia e anche il fatto che sia morto così tragicamente, non ha fatto altro che aumentare il suo mito”.



Tony di Corcia parla di Gianni Versace

Gianni Versace è uno degli indiscussi geni italiani degli anni ’80 e ’90, riescendo con il suo estro e la sua eleganza a lasciare un segno nel mondo della moda e non soltanto. Ma chi era davvero questo incredibile stilista? A spiegarlo è Tony di Corcia nell’intervista rilascia in esclusiva a Fox Crime Italia: “Era un ragazzo partito da Reggio Calabria alla volta di Milano, sapeva che voleva fare la moda, era ossessionato dalla moda, dalla bellezza, dall’amore per l’arte, da tutto ciò che esteticamente lo emozionava ed è diventato il più importante, il più influente degli stilisti”. Prosegue quindi lo scrittore: “Versace era uno che rifiutava le divise imposte, era uno che rifiutava le etichette e i percorsi prestabiliti. Distruggeva le regole e ne creava di nuove e poteva permetterselo perché comunque aveva una profonda conoscenza della sua materia. Se tu vuoi creare qualcosa di nuovo devi distruggere ma devi anche sapere ricostruire. C’è una frase di Gianni Versace che diceva ‘mi ispira tutto, mi ispira la vita, le persone semplici, le rock star’. Non era uno snob, osservava i giovani, il loro modo di essere, di comportarsi e di vestire. Era innamorato della femminilità e sapeva esaltarla (…). Le sue collaborazioni erano basate sull’amicizia, basti pensare ad Elton John o a Madonna”. Clicca qui per vedere l’intervista completa.



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