Oltre alla morte di Mia Martini, Loredana Bertè porta nel cuore un’altra ferita di cui spesso e volentieri parla ovvero il rapporto con il padre. Lei lo ha accusato spesso di essere violento, di essere un padre padrone andando anche contro alle sorelle. All’Intervista questa sera parlerà proprio del rapporto e non solo con Giuseppe Radames Bertè ma anche con la madre Maria Salvina “rea” di essersi sposata quando ancora era una bambina e per questo è stata per lei la sorella e così racconta che i rapporti con lei erano “Difficili perché sposandosi a 15 anni […] era un’altra bambina, non era la mamma…“. E poi rivela che viveva in simbiosi con la sorella e che a 13 anni sono andate via di casa. Le due devono aver patito tanto e lei rilancia: “Abbiamo patito la fame […] vivevamo con poco […] non mangiavamo… c’era un bar che ci dava i tramezzini gratis, io questa cosa non la posso dimenticare…“. Ma il racconto non si esaurisce qui e quando lui rilancia sui genitori, lei risponde: “è una ferita troppo profonda che è restata dentro di me per sempre, ho visto delle scene che nessuno dovrebbe vedere”. Spiegherà questa sera a cosa si riferisce dicendo così? (Hedda Hopper)



I genitori di Loredana Bertè

Professore di latino e greco, Preside di scuole medie e licei nella provincia di Varese. Giuseppe Radames Berté verrà ricordato però come il padre violento descritto da Loredana Berté, che in occasione della sua morte arriverà ad accusarlo apertamente di aver ucciso la sorella Mia Martini. Originario della Calabria, il genitore vivrà per diverso tempo a Cardano al Campo, nella stessa casa in cui nel ’95 verrà ritrovato il corpo di Mimì. Il suo matrimonio con Maria Salvina Dato durerà solo fino al ’65, quando deciderà di andare via di casa, lasciando la moglie da sola con le quattro figlie Leda, Mimì, Loredana e Olivia. Un uomo di altri tempi, scrive Varese News, un padre padrone violento e burbero, riferisce invece la rocker. Loredana Berté ne parlerà a L’Intervista in onda oggi, giovedì 11 ottobre 2018, su Canale 5 ricordando che in casa sua vigeva la “regola del niente”: “non esistevano compleanni, non esisteva Natale” Nessuna canzone da parte della Bertè per quell’uomo violento, che descriverà spesso come “un porco”. Accuse che invece il padre respingerà puntualmente, nonostante le conferme arriveranno anche dalla figlia maggiore, nata cinque anni prima della Bertè. Mia Martini invece ne parlerà nelle canzoni Gli uomini non cambiano e Padre Davvero. Giuseppe Radames e la cantante poi riusciranno a ritrovare un accordo quarant’anni dopo la fuga delle due sorelle da casa, alla ricerca di una seconda opportunità a Roma. Per la Bertè il mistero sulla morte della sorella sarà chiaro fin dal primo istante, anche se non verranno mai trovate prove a riguardo. “È stato lui ad ucciderla“, dirà infatti più volte negli anni successivi, convinta che il padre possa aver picchiato per un’ultima volta Mimì e che l’abbia portata fino al decesso.



Il rapporto con la madre-bambina

Loredana Bertè si scaglierà presto contro la sua famiglia e non solo verso il padre, per via delle continue violenze perpetrate verso moglie e figlie. Anche la madre Maria Salvina Dato non rimarrà immune di fronte alle accese accuse della rocker. “Era una bambina, non è stata una madre”, sottolinea infatti la cantante. Maria Salvina sposa Giuseppe Radames Bertè ad appena 15 anni ed agli occhi delle quattro figlie non diventerà mai adulta. Mai davvero madre. Anche per questo e per le molteplici uscite della donna in seguito alla fuga del marito violento, la Bertè e la sorella Mia Martini decideranno di fuggire insieme e iniziare una nuova vita. Non dimenticheranno mai però la donna, tanto da intestarle una casa con i soldi guadagnati grazie alle serate. “L’ha venduta senza dirci niente e l’ho scoperto quando ho cercato di tornare a casa mia dopo un anno negli Stati Uniti”, ha detto al Maurizio Costanzo Show due anni fa. Ne riparlerà oggi, giovedì 11 ottobre 2018, allo stesso giornalista grazie ad una nuova puntata de L’Intervista.Ha pestato mia madre per farla abortire“, scrive invece nella sua autobiografia Traslocando – È andata così. Il padre infatti voleva fortemente un figlio maschio, soprattutto dopo la nascita di quattro femmine. Ed alla fine ucciderà l’unico erede mentre si trova ancora nel ventre della moglie, dando numerosi calci alla donna. “Lei trascura le figlie per concedersi a facile avventure“, scrive parlando degli anni Sessanta, quando il padre decide di mollare la famiglia e Maria Salvina si sente in diritto di riprendersi quella vita da adolescente di cui è sempre stata privata.

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