“Grazie a loro ho scoperto il lato bello della vita“, ha detto Paolo Ruffini a Chi parlando del film “Up & Down – Un film normale” che sarà nelle sale a partire dal 25 ottobre e che vedrà come protagonisti dei ragazzi con la Sindrome di Down e uno, David Raspi, autistico. Il film ha l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico verso queste persone speciali che hanno tanto da insegnare a chi alla normalità ormai ci è così abituato tanto da lamentarsene. Paolo Ruffini stesso ammette di aver imparato tanto da loro in questo periodo e, soprattutto, a vedere la vita con un’altra ottica e imparare a sorridere anche delle cose piccole e semplici. Il film è la trasposizione sul grande schermo dello spettacolo che ha debuttato al Sistina lo scorso marzo. “Questo film è una ricerca della normalità e su come tutti noi siamo abili e disabili nel cercare la verità”, ha aggiunto l’attore toscano. Il progetto è nato quando Ruffini ha assistito a un saggio della scuola di recitazione di un caro amico, Lamberto Giannini, e in cui recitano delle persone con delle disabilità: “Ne sono rimasto stupito e mi sono subito innamorato del progetto“.
Al cinema con il film “Up & Down – Un film normale”
Paolo Ruffini ha scoperto che bisogna vedere il lato positivo delle cose anche quando abbiamo a che fare con persone che vedono la vita grigia e cupa: “Queste sono le persone che mi annoiano, al contrario dei ragazzi di Andrea“. Sono tanti i momenti intensi che ha vissuto con loro in questo periodo ma uno su tutti, una frase che la mamma di uno di loro gli ha detto lasciandolo senza parole: “Ho dato a mio figlio la libertà di essere disabile“. Questo non vuol dire che il figlio ha avuto la possibilità di scegliere ma che lei lo ha lasciato libero di esserlo senza oppressioni, paure e pregiudizi. Nel 2014 Paolo Ruffini ha realizzato il documentario “Resilienza”, in cui raccontava la vita di un bambino di otto anni che ha scoperto di avere un grave tumore che lo avrebbe portato alla morte in pochi mesi, a detta dei dottori. Invece ha vissuto fino ai 14 anni di età. Solo quando è andato al suo funerale ha pensato al progetto di “Resilienza” coinvolgendo anche i fratelli del bambino: “Amo le cose pop ma anche le cose popolari, quelle reali. Nella vita servono le risate ma anche le lacrime possono fare bene”, ha detto a Tv Sorrisi e Canzoni.