Giovanni Vernia canta Pronto a Correre di Marco Mangoni a Tale e Quale Show. Un’esibizione praticamente perfetta, studiata nei minimi dettagli, che diventa un vero e proprio omaggio al cantante di Ronciglione. Panariello è soddisfatto e commenta: “Ci sono piccoli dettagli che fanno la differenza, ad esempio quel gesto con la mano che ha fatto è incredibile. Bravo”. Loretta Goggi approva: “Ma forse c’era anche qualche canzone più difficile di questa…”. La Clerici, invece, esalta Vernia senza se e senza ma: “Devo ammetterlo, io ho una passione per Giovanni Vernia, lo trovo uno showman completo. Fa tutto, anche se non sembra è un ingegnere. Un talento a 360 gradi, non so davvero cosa dire di più”. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



DOPO JAGGER TOCCA A MENGONI

Giovanni Vernia, nell’ultima puntata di Tale e Quale Show 2018, si è lasciato andare a una memorabile imitazione del frontman dei Rolling Stones, Mick Jagger. Il comico di Zelig ha riscosso grandissimo successo con la sua ultima imitazione, dimostrando di avere un talento naturale per i cantanti un po’ pazzi come Jagger, dove può mettere in atto tutte le sue disinibite doti comiche. Non c’è dubbio, infatti, che l’essere abituato al palcoscenico lo abbia aiutato a tirare fuori un’interpretazione al di fuori delle righe, simpatica e allo stesso tempo scatenata. I giudici di Tale e Quale Show sono rimasti entusiasti e gli hanno assegnato un punteggio davvero interessante come quello di 45. Sia Panariello che Salemme e Loretta Goggi hanno soprattutto apprezzato il fatto che Giovanni Vernia si sia spostato in mezzo al pubblico per cantare parte della sua canzone. Quel pizzico di follia insito in questo gesto ha dato quel quid in più, quel pizzico di sale alla faccenda, rendendola di fatto molto più interessante del solito. Ma, come preannunciato, dal titolo, per la prossima imitazione si cambia genere.



Qui il video dell’ultima performance

GIOVANNI VERNIA, ARRIVA MENGONI…

Lo scoglio successivo nella prossima puntata per Giovanni Vernia sarà quello, temibile, di imitare il nostro Marco Mengoni. La differenza con Mick Jagger salta subito all’occhio ed è evidentissima. Non stiamo facendo gli esterofili, anzi (non vogliamo cioè dire che il frontman dei Rolling Stones è meglio del nostro Mengoni, anche se verrebbe da dirlo), ma semplicemente ci troviamo di fronte a due cantanti diametralmente opposti fra loro. Scoppiettante, estroverso e un po’ pazzo Jagger, malinconico, intimista e riservato Marco Mengoni. E’ come se Giovanni Vernia, nella prossima puntata di Tale e Quale Show, si trovasse tra il fuoco e l’acqua, due elementi completamente differenti tra di loro. La bravura di Giovanni Vernia si dovrà vedere anche da questo, ossia se riuscirà a imitare due personaggi così diversi fra di loro uno la settimana di seguito all’altro. Sarà un po’ come passare dal giorno alla notte per il comico di Zelig, che già in altre occasioni ha dimostrato quanto possa essere bravo e versatile dal punto di vista artistico. Non è un caso che Carlo Conti lo abbia scelto per questa edizione di Tale e Quale Show.



“AVEVO IL PIEDE IN DUE SCARPE”

Come molti sanno, Giovanni Vernia prima di essere un comico era un ingegnere. Nello specifico, quello che faceva l’attuale concorrente di Tale e Quale Show era il mestiere di manager per una società di webmarketing che faceva capo a una casa madre negli Stati Uniti D’America. Insomma, Giovanni Vernia aveva un lavoro niente male e, nel suo campo, a suo dire, era uno dei migliori. Ecco cosa ha raccontato a La Verità: “Ebbene sì, avevo il piede in due scarpe. Di giorno facevo il manager e di notte me ne andavo in giro con i pantaloni muccati a fare i miei show. Era abbastanza dura, lo ammetto. All’inizio i miei capi dall’America mi rimproveravano perché lo credevano un danno d’immagine per l’intera azienda, ma poi cambiarono idea. Capirono, infatti, che con la mia popolarità chiudere i contratti era più semplice: la gente iniziava a seguirmi e allora non fu più un problema lavorare di notte. Anzi, aiutava.” Continua il comico: “Ho lasciato il noto per l’ignoto abbandonando la mia carriera? Forse. Forse, però, no. Ho tanti amici ingegneri che a 40 anni sono a spasso. Io stesso da manager ai ragazzi laureati con 110 e lode potevo offrire un lavoro da 500 euro al mese, uno stage e dei tickets restaurant.”