Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha lasciato alcune dichiarazioni raccolte da repubblica.it dopo la visione in anteprima di Viaggio senza ritorno, la puntata di Ulisse in onda stasera su RaiUno: “Una delle cose che più ho apprezzato è il grande coraggio di Alberto Angela e degli autori della trasmissione di realizzare un prodotto di questo tipo per la prima serata del sabato sera. Parlare di memoria e far comprendere quanto è accaduto è un esercizio difficile i cui risultati sono però visibili per chi guarda la puntata. Grazie ad Ulisse e alla Rai che hanno scelto di ricordare così il 75esimo anniversario della deportazione degli ebrei di Roma”. Parole che fanno capire la grande emozione su un argomento così delicato. L’appuntamento è alle 21.25 su Rai 1: ospiti della puntata, Sami Modiano e la neosenatrice a vita Liliana Segre. [Aggiornamento di Anna Montesano]



IL RACCONTO DI ALBERTO ANGELA

“Sappiamo cosa accadde da film, libri e sceneggiati, ma la maggior parte di noi non era nata, non ha idea di che cosa abbia significato. Molti non conoscono le leggi razziali, cosa vuol dire essere considerati diversi. Abbiamo deciso di parlarne cercando di essere presenti allora, in quei minuti, in quei luoghi. E mostrare, muovendoci, che cosa accadde”. Così Alberto Angela: “Dobbiamo parlare di queste cose perché non vengano dimenticate. Dalla ex Yugoslavia al Ruanda i genocidi hanno continuato a esistere. Chi si occupa di Storia sa che con il passare delle generazioni i fatti si stemperano ma non deve succedere. Quel che è accaduto ai tempi dei nostri nonni, non lontanissimi, può accadere di nuovo. Ricordare è un vaccino, significa creare anticorpi affinché non accada mai più. Ed è importante che sia il servizio pubblico a fare questo passo”. [agg. di Rossella Pastore]



I FATTI DI ROMA

Un viaggio senza ritorno, quello di donne, bambini e uomini ebrei costretti a lasciare Roma a seguito dei rastrellamenti. Il tragico anniversario cade il 16 ottobre prossimo: sono trascorsi 75 anni dalla cattura nel ghetto della Capitale, cui seguì la partenza del convoglio verso Auschwitz e altri campi di sterminio. Questa sera, Alberto Angela ripercorre a Ulisse il percorso di morte di migliaia di persone. L’appuntamento è alle 21.25 su Rai 1: ospiti della puntata, Sami Modiano e la neosenatrice a vita Liliana Segre. Allora erano bambini: entrambi scamparono alla razzia per pura fatalità o grazie all’aiuto di qualche sodale non ebreo. Con loro c’erano zingari, omosessuali, oppositori del regime che subirono la stessa sorte. Pochi scamparono alla cattura, e ancora meno sopravvissero all’orrore di Auschwitz. Liliana Segre salì a bordo di un treno merci al binario 21 della stazione di Milano. Similmente, Sami Modiano partì su un battello salpato a Rodi e usato fino a quel momoento per il trasporto del bestiame.



OLOCAUSTO, LA MACCHINA DELLA MORTE

La loro storia converge in più punti: furono ben sei milioni gli ebrei europei sterminati dai nazisti. Il luogo-simbolo della Shoah è il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. È da lì che Alberto Angela racconta l’olocausto, in un triste reportage tra Germania e Polonia. I reduci dal viaggio vivevano in condizioni disumane. La situazione era critica per tutti, tanto più per i più deboli, che all’arrivo nel campo erano destinati alle camere a gas. “Lo dicono cieco, ma l’odio ha la vista acuta di un cecchino”, scriveva la poetessa polacca Wislawa Szymborska. L’assunto vale in particolar modo per gli ebrei: i nazisti, spietati e calcolatori, studiavano nei minimi dettagli le strategie di morte della loro macchina (im)perfetta.

DA AUSCHWITZ A BERLINO

Per concludere, le telecamere di Ulisse faranno tappa a Berlino. La capitale tedesca fu centro sistemico dell’assurdo progetto di Hitler. La genesi della “soluzione finale” è da ricercarsi proprio nella dimora del Führer, in quella città dal passato difficile che più di tutte ne ha sofferto. Ancora oggi, Berlino fa da sfondo a monumenti e musei ispirati allo sterminio, come il Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa e il Museo ebraico. Nel centro informativo visitato da Ulisse, spicca un aforisma di Primo Levi: “È accaduto, quindi può accadere di nuovo”, si legge. Un promemoria quanto mai appropriato per tutta l’umanità.