Se vi dicessimo che molte volte quanto dice il filosofo in carne ed ossa Diego Fusaro non si discosta (per lo meno in quanto a comprensione) all’iconico Diego “Fuffaro” (il troll-fake su Twitter), sapete benissimo cosa intendiamo: ma qui il caso è ben diverso, visto che il giovane viene sempre più spesso “contestato” per le sue tesi assai complesse da “intuire” per il semplice spettatore televisivo (e fin qui la critica ci sta), ma il più delle volte è ormai “denigrato” ogni qual volta prende parola. Ecco, quanto visto su Rai 3 l’altra sera nel programma di Massimo Gramellini rientra decisamente in questo secondo “caso” sul povero Fusaro: a raccontarlo è lui stesso in un video sul suo canale YouTube, oltre che in una lettera al Fatto Quotidiano. «Diceva Gramsci che quando il potere perde il consenso e sopravvive come mero dominio deve di necessità ricorrere alla violenza e al “meccanico impedimento”. Come in molti altri casi, aveva ragione. È quanto, nel mio piccolo, ho sperimentato ieri sera in prima serata, nella trasmissione di Gramellini Le parole della settimana», spiega Fusaro indignato per come è stato trattato nel programma di Gramellini. 



PERCHÈ AVREBBERO CENSURATO DIEGO FUSARO?

Poi inizia “lo show”: «Chiarisco quali sono le basi della società dello spettacolo e del funzionamento del giornalismo: con le grammatiche di Essere e Tempo di Heidegger, tali basi sono chiacchiera, curiosità, equivoco. È la cifra del “si dice” impersonale e di una chiacchiera che resta sempre sulla superficie di ogni cosa», spiega Fusaro che non ha fatto altro che approfondito il tema per cui era stato invitato, ovvero discutere sul suo nuovo libro. Ma quando il filosofo inizia la sua “prosa” «vi spiego come operano molti di coloro i quali impropriamente si definiscono giornalisti: e che meglio andrebbero appellati nichilisti che non credono in nulla e parlano di tutto, sempre compattamente seguendo – sia chiaro – le correnti del politicamente corretto. E diffondendo falsità conclamate, come l’affaire dei troll russi (a proposito, che fine avrebbero fatto?) o delle inesistenti armi di distruzione di massa. Vi ricordate dell’Iraq? E della Siria?», ecco che lì parte il tentato “boicottaggio” secondo Fusaro da parte dei presenti in studio. «In studio si scatena visibilmente il panico. Glielo si legge dipinto nel volto. Mentana ringhia nervosamente sovrapponendosi e impedendomi di seguitare nella mia argomentazione. Gli argomenti e la traiettoria del pensiero non sono evidentemente graditi, lo si capisce agevolmente. Occorre impedirmi di seguitare nel ragionamento. Come? Ma è semplicissimo. È saltato il collegamento Skype». Nel video però si vede che di collegamento che saltano non risulta, semmai viene sfumato gradualmente: da qui la conclusione di Fusaro, «avevo appena principiato a parlare. E anche in ragione del fatto che una così brusca interruzione, in quel momento, può assai facilmente passare per censura. […] Il conduttore chiude dicendo che mi inviterà di nuovo, con quella distratta cordialità di chi intanto pensa tra sé e sé alla figura appena fatta in diretta nazionale. Ero stato invitato a parlare di “eros”, ma forse la parola della settimana era un’altra: censura».



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