Come tutti i musicisti inglesi, ad esempio l’amico Sting che da anni vive in Toscana, anche Mark Knopfler dichiara forte l’amore per il nostro paese: “Oh l’Italia! Io amo l’Italia, amo tutto quello che riguarda l’Italia. Mi piace il Nord, il Sud, il Centro, la Sicilia, il vino, il cibo… e ovviamente mi piacciono le motociclette” ha detto. Un luogo comune che però trova sempre conferma. Knopfler da anni ha lasciato perdere il rock con cui aveva colto il successo mondiale con i Dire Straits, nei suoi dischi solista una delicata vena folk che incrocia le radici scozzesi e irlandesi che sono profondamente nella sua anima: “Ho fatto tantissime cose per avere una vita più interessante. A volte ti trovi incastrato nelle serate, negli spettacoli, mentre io volevo allargare i miei orizzonti. Devo confessare, però, che ho sempre pensato di non riuscire, ho sempre dubbi”. Inutile chiedergli di una reunion con la sua vecchia band, non ci pensa neanche, anche a causa del litigio con il fratello con cui non si parla da trent’anni e di una ridicola cover band di cui fa parte uno dei tanti ex chitarristi e che va in giro con il nome del vecchio gruppo (Agg. Paolo Vites)



DOWN THE ROAD WHEREVER

Mark Knopfler, ospite internazionale del Festival Internazionale del Videoclip di Cesena, Imaginaction 2018, ha presentato in anteprima il suo nuovo album, “Down the road wherever” il nono da solista da quando ha lasciato i Dire Straits e che uscirà il prossimo 16 novembre. L’artista ha spiegato che il titolo del nuovo album deriva da una strofa di “One song at the time”, tratto da un modo di dire del suo amico chitarrista Chet Atkins, chitarrista suo amico, che ripeteva “Sono uscito dalla povertà una canzone alla volta”. “Good on you, son” è il primo singolo estratto dal nuovo album ed è una canzone dedicata a chi nella vita è riuscito a superare tutte le difficoltà affermandosi nella propria professione. Nel corso dell’incontro con i fan, l’ex Dire Straits ha dichiarato tutto il suo amore per la musica e la chitarra: “C’è sempre speranza per il futuro, sono decisamente ottimista. È un’epoca d’oro questa per l’acustica, è il periodo migliore che io possa ricordare! Anzi, vi dirò, vedo un futuro brillante per le chitarre e i chitarristi, non lo vedo molto per me (scherza, n.d.r.), ma per la chitarra sicuramente sì!”.



“SUONO COME UN ISRAULICO”

Mark Knopfler è un artista con la a maiuscola, capace di far venire la pelle d’oca a chiunque ascolti la sua musica. Innamorato della sua chitarra, Knopfler, dopo aver i Dire Straits, a metà degli anni Novanta ha intrapreso una brillante carriera solista. Nonostante sia apprezzato in tutto il mondo, il musicista resta umile. “Sono un autodidatta e facevo un po’ di tutto – racconta Knopfler al pubblico di Imaginaction, Festival del videoclip -. Ho imparato a muovere le dita sulle corde nei club folk: mi esibivo con la chitarra acustica perché non potevo permettermi un amplificatore per quella elettrica. Se sbaglio, sappiate che non ho mai preso lezioni. Suono come un idraulico”. La musica ha accompagnato tutta la vita di Knopfler che, oltre al nuovo album, probabilmente si regalerà un tour mentre è già realtà il musical “Local Hero” di cui ha scritto le musiche.