La vita di Sarah Maestri è stata travagliata, al pari dei successi registrati in tv ed al cinema. Anche se è il film Notte prima degli esami di Fabio Brizzi a portarla alla gloria, l’attrice luinese riuscirà a registrare un successo dietro l’altro, fra fiction e film. Professione con grandi soddisfazioni ed un’esistenza invece solcata da ostacoli in apparenza insommortabili. Come la pratica d’adozione che l’ha spinta a chiedere incontri quotidiani con il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per fare in modo che la bambina bielorussa che le è stata data in affidamento anni prima, diventi effettivamente sua figlia. Anche se il decreto di idoneità diventerà esecutivo nel 2015, due anni più tardi Sarah e la ragazzina stanno ancora lottano per ottenere il riconoscimento. Un iter travagliato che alla fine le ha permesso di abbracciare in via definitiva la quindicenne Alesia. Ospite de La prima volta nella puntata della scorsa domenica, Sarah Maestri sfodera un sorriso senza pari. Sei anni di sofferenza prima che l’adozione diventi definitiva. “Ha sempre avuto un sorriso straordinario”, racconta nella sua lunga intervista parlando della figlia. Anche se in realtà la ragazzina provava un forte dolore ad ogni distacco con l’attrice, vissuto di nascosto per non ferire Sarah. “Se non avessi incontrato Alesia forse non sarei mai diventata mamma”, sottolinea sicura che la ragazzina sia riuscita a “scardinare il mio cuore”. Nonostante il suo status di single, è riuscita però a realizzare l’impensabile, passando attraverso una burocrazia difficile che alla fine ha confermato la sua idoneità. Clicca qui per rivedere l’intervista di Sarah Maestri a La prima volta, in apertura del filmato.

Una forza superiore dall’interno

Esiste una forza superiore che agisce dall’interno di Sarah Maestri, l’attrice originaria di Luino conosciuta per tanti successi. E’ la sua fede a muovere ogni passo, anche se la sua conversione effettiva inizia solo qualche anno fa, grazie all’incontro con la comunità Nuovi Orizzonti. Prima di allora l’artista vive infatti un rapporto con la religione più intimo. Non vuole condividere la sua esperienza, fatica a considerarla come una forza di cui parlare anche alle altre persone. Dopo aver partecipato a qualche lode della comunità, Sarah capisce però che qualcosa in lei è cambiato. La sua fede diventa testimonianza, “cioè gridare agli altri che gioia è credere in Dio”, come sottolinea a Rita Sberna in un’intervista. La fede quindi non abbandona mai la Maestri, fin da bambina, quando a soli due anni e mezzo entra ed esce dai reparti di oncologia. Una malattia che ha dato le prime avvisaglie quando aveva otto mesi e che si trascinerà a lungo. “Mi reputavo una bambina felice invece che malata”, sottolinea convinta che le definizioni degli altri spesso viaggiavano all’opposto delle sue. Mentre le persone la identificano con la patologia, lei crede di vivere in realtà un’esistenza serena. E quando invece iniziano ad applaudirla come artista, inizia a credere che le manchi qualcosa. Le manca l’amore, un abbraccio. Lo stesso che trova poi nel suo rapporto con Dio. “Ti cambia radicalmente il punto di vista su tutto”, racconta a Kosmo Magazine. In Sarah invece nasce la consapevolezza di essere amata da un bene superiore, che la porta a credere che niente sia davvero impossibile. Ed è in quel click della sua esistenza che dal punto di vista professionale e personale inizia a cambiare davvero tutto. Anche quando ha vissuto diversi impedimenti per l’adozione della piccola Alesia, Sarah non si è mai arresa. Anzi con un faccia a faccia con Dio, si è recata in chiesa: “se tu me l’hai data, tu troverai il modo per farmela riavere”, evidenzia a La Prima Volta.