Antonio Albanese dirige la nuova serie “I topi”, in onda su Raitre sabato 6, 13 e 20 ottobre a partire dalle ore 21:40. Il nuovo programma può inoltre essere visibile già da oggi 2 ottobre in anteprima online, cliccando sul sito di Raiplay. “I topi” racconta la storia del boss mafioso Sebastiano, costretto a vivere blindato e latitante nella sua casa del Nord insieme alla sua famiglia. L’obiettivo di Albanese, che per la prima volta si presenta nel ruolo di regista in una serie per la televisione, è di offrire un’immagine del tutto diversa della mafia, distruggendola con ironia. Intervistato da La Repubblica, Albanese ricorda com’è nata l’idea di questa trama, presa come spunto da un fatto realmente accaduto: “È nato guardando un documentario, in cui si vedeva un uomo che usciva da un armadio dopo otto mesi di bunker. Ho pensato: ma uno che vive così è un cretino. Poi mi sono documentato ho letto libri, articoli, per capire come vivono i latitanti. Così ho cominciato a scrivere la storia di quest’uomo ignorante, maschilista che vive come un topo insieme alla moglie ai figli”.



SEBASTIANO È IL PROTAGONISTA DE ‘I TOPI’

Il protagonista della serie “I topi” cerca di evitare la galera, rinunciando a tutte le gioie della vita. Per questo non esce di casa, effettuando solo qualche breve viaggio notturno, attraverso i cunicoli che partono dalla sua abitazione. A tal proposito Antonio Albanese precisa: “Fa di tutto per non andare in galera, ma è in galera da anni. Abbiamo scelto il titolo ‘Topi’ per dare l’idea anche di chi infetta la società, a Sebastiano non è stato dato nessun fondamentale, è molto ignorante, i figli lo correggono”. Il protagonista, infatti, si ritrova suo malgrado a vivere da carcerato da anni, nonostante lotti per evitare l’arresto, obbligando tutta la famiglia a seguire le sue orme. Insieme all’attore e regista Albanese, il cast della nuova serie di Raitre è di tutto rispetto a partire da Nicola Rignanese (U Stuortu, amico pellicciaio biondo che organizza le riunioni nelle celle frigorifere o nelle tombe), Lorenza Indovina e Tony Sperandeo, si scopre una comicità sottile, intelligente.



“ANCHE I MIEI GENITORI HANNO LASCIATO IL SUD”

Nella sua serie ‘I topi’, Antonio Albanese parla di mafia con toni grotteschi e ironici. Specifica infatti a il quotidiano La Nazione: “È una serialità coraggiosa. Innovativa dal punto di vista del linguaggio, per parlare di mafia usa toni grotteschi e surreali”. L’idea, che il regista ha avuto circa tre anni fa guardando il documentario sulla cattura di un latitante, riporta in realtà anche il passato difficile della famiglia Albanese, costretta a lasciare il paese d’origine per cercare fortuna al Nord: “Lui, come molti, se n’è dovuto andare per cercare lavoro, per colpa di gente che comandava in quel territorio. Era difficile trovare una casa perché in molti non affittavano ai meridionali e per dodici mesi ha vissuto in uno scantinato. Io sono nato a Lecco e sono grato a questa città che ha permesso ai miei di costruirsi una famiglia”. Resta nell’attore e regista tuttavia la consapevolezza degli anni difficili superati dai genitori, costretti per necessità a lasciare la propria terra e la propria famiglia.

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