Memoria ed emozioni nella Domenica In di Mara Venier. Insieme alla conduttrice, Isabella Ferrari e gli altri ricorderanno due volti indimenticabili del piccolo e grande schermo. Loro sono Carlo Vanzina e Gianni Boncompagni, artefici, ciascuno a suo modo, della rivoluzione mediale in Italia. Boncompagni si è occupato a lungo di televisione. I suoi interessi spaziavano dalle parole alla regia, e di ogni singola arte ha fatto un mestiere. Degno di nota il sodalizio professionale con Renzo Arbore: insieme hanno rimescolato le carte del varietà, che negli anni Ottanta/Novanta ha attraversato un nuovo periodo di fasti. L’esperienza in Rai comincia con Superstar e Drim nell”80, per poi proseguire con Sotto le stelle e Che patatrac in coppia con Giancarlo Magalli. Illusione, musica balletto e altro nell”82 e Galassia 2 l’anno dopo. Ma il successo arriva con Raffaella Carrà: tra l”83 e l”85 si fa conoscere in Pronto, Raffaella?, consacrando la protagonista a Personaggio televisivo d’Europa.



GIANNI BONCOMPAGNI E DOMENICA IN

Con la Carrà intrattene anche una breve relazione sentimentale. Non solo: per lei scrisse i testi di numerose canzoni, oltre a lanciarla nel contesto dei giochi tv. Non fu l’unico talento che coltivò: alla Carrà si unirono Enrica Bonaccorti, Edwige Fenech e Marisa Laurito, già famose ma non ancora avviate. A Domenica In sviluppò l’idea del cruciverbone, che la Venier ha rispolverato nell’ultima edizione. Ma non è tutto: le ragazzine figuranti anticiparono (o quasi) Non è la Rai. Prima ancora di Domenica In c’erano stati Bandiera gialla e Alto gradimento. La collaborazione con Arbore, negli anni ’60, fu la palestra perfetta per il “dopo” in tv.

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