Come tutti sappiamo, la Serie A 2017/18 è passata alla storia del calcio mondiale come il primo campionato in cui gli arbitri sono affiancati dalla VAR (Video Assistant Referee), praticamente la moviola in campo. Il tutto con il beneplacito della Fifa. Un anno dopo, come molti di noi avranno sicuramente notato, la Var è entrata prepotentemente nelle nostre vite. Avete subìto un tamponamento? Ancor prima di compilare la Constatazione amichevole o chiamare l’intervento dei vigili, il conducente dell’altra auto coinvolta vi avrà senz’altro detto: “Guardiamo la Var per capire bene la dinamica dell’incidente!”. Vostro figlio è stato sorpreso a scuola mentre copiava il compito di latino del compagno di banco e torna a casa con una bella nota sul diario? Ancor prima di poter aprire bocca, lui vi dirà: “Pa’, dai un occhio alla Var per scoprire se è vero…”. Avete appena fatto l’amore con vostra moglie, vi rilassate beati sul letto e le chiedete se le è piaciuto, lei al volo vi risponderà: “Beh, per rispondere ci sarebbe bisogno della Var, non credi, caro?”.
Insomma, viviamo in un mondo di “Var ed eventuali”, dove la Var ormai è all’ordine del giorno. Pensateci: il debito pubblico continua a graVare sulle nostre spalle, le strade sono Varie, i caVarcavia sono insidiosi, nessuno riesce a caVar un ragno dal buco dei nostri conti pubblici, sulla Rai non sempre Var la pena guardare i programmi, chi Var piano Var sano e Var lontano, finchè la barca Var… eccetera eccetera.
Quanto al calcio, la Var ha ormai contagiato arbitri, giocatori, telecronisti e spettatori. Bastano pochi esempi per farsene un’idea.
Ciao, come Var?
Tipica espressione oggi in voga tra i due capitani quando si scambiano i gagliardetti prima del fischio d’inizio
Pablo EscoVar!
Epiteto rivolto dal tifoso sfegatato nei confronti dell’arbitro e dei suoi collaboratori moviolisti, “stupefatto” per i comportamenti impropri e “stupefacenti” nell’uso del Video Assistant Referee
Varabutto!
Colorito epiteto rivolto dal tifoso esagitato nel momento in cui un arbitro, dopo aver visto la Var, cambia la sua decisione a sfavore della propria squadra del cuore
Parigi Var bene Caressa
Frase attribuita a Beppe Bergomi, da sempre innamorato dello Stade de France, presso Saint-Denis, vicino a Parigi, il più grande della repubblica transalpina. Dove lo Zio si augura di commentare qualche finale importante negli anni a venire. Naturalmente insieme alla prima voce di Sky, il telecronista, nonché amico personale, Fabio Caressa
Eravamo 4 amici al Var
Frase in codice con cui la Figc e la Lega indicano gli assistenti dell’arbitro che da una cabina coaudiuvano la giacchetta nera, rilevando le azioni degne di essere riviste per falli, rigori e fuorigioco non visti
Tanto Var la palla al Pardo…
Pare che qualche ospite di Tiki Taka, programma sportivo del lunedì sera sulle reti Mediaset, si sia più di una volta spazientito quando il padrone di casa, il Pierluigi nazionale, ha preso la parola e non l’ha mollata più…
CoVar serpi in seno
Il difensore che si ricorda del trattamento ricevuto dall’arbitro l’ultima volta che le comuni strade si sono incrociate
WunderVar!
Lo urlerebbe volentieri il mitico Karl Heinz Rummenigge, ora presidente del Bayern Monaco, se almeno una volta gli arbitri aprissero bene gli occhi quando il club bavarese trova sulla propria strada il Real Madrid
E il naufragar m’è dolce in questo Var
È il verso prediletto da quei presidenti di Serie A che, a furia di lamentarsi, provano un sottile piacere nel sentirsi vittime del sistema
Varcamenarsi
Dal duplice significato. Il primo è riferito alle classiche risse da bar, allorquando le fazioni opposte si menano, in attesa del responso finale. Il secondo attiene al comportamento dell’arbirtro in campo, che pilatescamente sorvola sulle nefandezze dei 22 in campo, in attesa che se la sbrighino quelli della cabina di regia
LeVar le castagne dal fuoco
Modo di dire calcistico per indicare una vittoria immeritata grazie all’aiutino moviolistico
Varcellona – Varsavia
Il sogno di ogni arbitro, guardalinee e quarto uomo: dirigere sul campo una partita europea tutta giocata all’ultimo fermo-immagine
Parlarsi in Varese
Non è da confondersi con l’invito tra amministratori leghisti a ritrovarsi nel capoluogo lombardo per discutere di temi politici importanti. Come il burocratese o il sinistrese, trattasi invece di quel linguaggio da iniziati che arbitro e cabina di regia utilizzano quando parlano tra loro, portandosi una mano alla bocca, per dirimere un episodio oggetto della Var. Come hanno testimoniato steward e addetti ai lavori nei paraggi, l’eloquio è molto criptico. Da qui l’espressione: “Quelli parlano in… Varese!”.
L’importante è Vartecipare
È il nuovo motto dell’Aia (Associazione italiana arbitri).