Alessandro Gassman fa il suo ingresso nello studio di Domenica In. “Grazie di essere qui”, lo saluta Mara Venier. Si inizia raccontando la “vecchiaia”: “Sono convinto che l’abbassamento della vista sia fisiologico, a una certa età”. “Fisiologico” in senso mentale: “Per non soffrire troppo quando ci si guarda allo specchio”. Si passa al ricordo del padre Vittorio: Mara Venier racconta quel dialogo sulla depressione, per cui le sarà per sempre grata. “Mi aiutò tantissimo, anche se ogni tanto ritorna. Ma bisogna combatterla, e parlarne aiuta molto”. Detto francamente, Mara sperava in un epilogo diverso: “Finimmo entrambi in lacrime, non fu molto romantico”. E mamma? “Adesso vive in Messico”. Anche con lei ha avuto a che fare: “Juliette Mayniel entrò nella mia vita in maniera prepotente. Era il ’97, a Domenica In si giocava in diretta coi telespettatori. Uno di questi la nominò prima ancora che facessi la domanda”. La clip ripercorre quel momento, e Alessandro si complimenta: la Venier smascherò tutto prontamente. [agg. di Rossella Pastore]
Un papà orgoglioso
Alessandro Gassman sarà uno degli ospiti più attesi del programma targato Rai Uno condotto da Mara Venier, oramai per tutti la ‘zia Mara’. Il cinquantatreenne romano, famoso figlio d’arte dell’inarrivabile Vittorio, si è messo da parte negli ultimi giorni per far brillare una nuova stella nel firmamento dei Gassman: suo figlio Leo, venuto alle luci della ribalta grazie alla sua partecipazione ad X Factor. Il talento sembra esserci tutto, come è da tradizione di famiglia, ma Alessandro Gassman ha in più occasioni ribadito il fatto che lui, in questa storia, vuole entrarci il meno possibile. Ecco, infatti, cosa ha riportato al sito internet Gossipetv.com: “Sono davvero fiero di Leo perché ha fatto tutto da solo e ha avvertito me e sua madre solo quando ormai i giochi erano fatti.” Insomma, il romano para subito il figlio da eventuali accuse di raccomandazioni per la sua partecipazione a X Factor e in fondo è giusto così. Meglio fugare subito i dubbi e soprattutto meglio mettere a tacere le malelingue fin dalla prima ora. Poi sarà compito di Leo riuscire ad emergere oppure no nel mondo dello spettacolo.
Il rapporto Alessandro Gassman-Leo
Questa scelta da parte di Alessandro Gassman ne evidenzia il comportamento equo e giusto di un padre verso un figlio. Proprio a questo riguardo l’attore romano ha voluto sottolineare la particolare attenzione che ha nei confronti di Leo, in un mondo dominato da genitori-amici: “Sinceramente non credo affatto a questa cosa dell’amicizia tra un genitore e un figlio, essere padre o madre è molto diverso dall’essergli amico. Cerco di trattare Leo con severità e dolcezza allo stesso tempo e mi piace quando vuole confrontarsi con me su determinate decisioni. Certo, oggi Leo è grande e deve scegliere lui la sua strada, non sarò io a forzarlo in nulla. E’ cresciuto bene anche grazie a sua madre Sabrina,è un bravo ragazzo. Ammetto però che io e lui litighiamo spesso, visto che abbiamo esattamente lo stesso carattere.” Insomma, Alessandro Gassman sembra essere davvero un padre modello, equilibrato e affettuoso allo stesso tempo. Adesso bisognerà vedere se anche Leo riuscirà ad emergere continuando la linea di discendenza artistica dei Gassman, che dal padre Vittorio sta proseguendo senza sosta.
“Non mi importava dei film che facevo”
L’inizio della carriera di Alessandro Gassman non è stato semplice, ma certamente non per colpe altrui, anzi. Ecco cosa ha raccontato lo stesso Gassman: “All’inizio della mia carriera come attore non mi importava niente dei film che facevo sinceramente. Lì facevo così, tanto per farli. Poi a forza di sentirmi dire dai critici che non sapevo fare niente, che non avevo un briciolo di talento e che ero lì solo per via del mio cognome, decisi di impegnarmi sul serio e di studiare come si deve recitazione. Fu un momento importante della mia carriera.” Continua Alessandro Gassman in un fiume di ricordi: “La mia esistenza era un’esistenza fallita. Ricordo che facevo il buttafuori, vivevo di notte e tutti i soldi che guadagnavo me li spendevo nella mia vespa truccata. Era ua vita da fallito e non mi piaceva affatto farla. Poi però mio padre mi prese letteralmente per le orecchie e a diciannove anni mi forzò a entrare a teatro. Se recito ancora oggi lo devo interamente a mio padre.” Adesso tocca al figlio Leo continuare la generazione dorata dei Gassman: riuscirà nell’impresa?