Un breve filmato ripercorre a Domenica Live la straordinaria carriera di Iva Zanicchi, ma la cantante, ricordando quegli anni, conferma di non aver vissuto appieno quel periodo: “ero proprio stupida, ero una cretina (…) io mi sentivo brutta”, ha ricordato la diva, che ha dato la colpa a quel “naso brutto”, che proprio non riusciva ad amare. Nel suo racconto il ricordo della sua nascita, quando tutti aspettavano un maschio e invece è nata l’ennesima femminuccia. “Che disgrazia è nata un’altra femmina e perdipiù bruttina”, avrebbe detto suo nonno; ma qualcuno, passando di lì, ha risollevato gli animi dei suoi familiari anticipando il suo destino scintillante: “questa bambina è nata di sabato e di luna nuova, sarà molto fortunata”. Oggi la diva della musica è legata da 34 anni al produttore Fausto Pinna, ma i due, nonostante stiano insieme da una vita, non sono intenzionati a convolare a giuste nozze. Lui, però, preferisce definirsi suo marito e rispedisce al mittente tutti i termini che si discostino da questa definizione: “Se lo chiami fidanzato lui si incavola – ha ricordato Iva Zanicchi – Lui vuole che io dica che è mio marito. Chiamarlo compagno? Lui dice che i compagni sono i comunisti”. (Agg. di Fabiola Iuliano)
QUANDO IN RUSSIA DISSE: “NON SONO COMUNISTA!”
La simpatia di Iva Zanicchi è nota forse quanto la sua voce potente. Lo ha dimostrato ancora una volta a Tu sì que vales, scelta come opinionista in sostituzione di Mara Venier, anche se di certo non è un tratto sconosciuto del suo carattere frizzantino. La voce conosciuta per Zingara si prepara a ritornare al microfono il prossimo 1 novembre, quando inonderà il teatro degli Illuminati per una doppia data a Città di Castello. Gli ammiratori hanno infatti risposto con forza al concerto del 2 novembre, come sottolinea il sold out realizzato in tempo record, spingendo l’artista ad accettare di esibirsi per una seconda volta. Prima di assistere alla performance, Iva Zanicchi incontrerà il pubblico italiano anche a Domenica Live per la puntata di oggi, anche se per l’occasione la si potrà ammirare sul piccolo schermo. Impegnata nel suo Una vita da Zingara, il nuovo tour, la voce nera della canzone leggera del nostro Paese ricorda ancora quel giorno del ’64, in cui lottava ancora perché le case discografiche le offrissero il giusto spazio. Alle spalle il Festival di Castrocaro e la volontà di mettersi ancora una volta in gioco, come avverrà con la sua Come ti vorrei.
IVA ZANICCHI, IMPEGNATA NEL TOUR UNA VITA DA ZINGARA
E il successo non sarà immediato, tanto che in quei momenti, “già pensavo che sarei andata a fare la magliara”, confida a Il Giorno. Un mestiere scelto dal padre e che è riuscita a schivare solo quando si ritrovò emozionata nella stazione di Milano, impegnata ad ascoltare un facchino a fischiettare il suo nuovo brano. “Non diventò il mio più grande successo”, aggiunge alla redazione del quotidiano. Anche se alla fine quella non hit riuscirà a conquistare 450 mila copie. Una vita da Zingara: è proprio il caso di dirlo, il titolo che Iva Zanicchi ha scelto per il suo tour la rappresenta al meglio. Del resto racconta la sua vita, ironica ed iniziata quando l’Italia è impegnata nella guerra e nella miseria, dove il popolo comunque sente quel forte impulso a fare qualcosa. Venti canzoni per il tour della cantante, che spazia dalla Cry to me che le ha permesso di realizzare la sua Come ti vorrei fino ai brani italianissimi, come le verrà richiesto nei primi anni della sua fiorente carriera.
LA GAVETTA E IL SUCCESSO
In quel periodo infatti, la Zanicchi punta a superare il confine e si esibisce in location ambite per gli americani, come il Madison Square Garden. E supera se stessa ed ogni aspettativa cantando poi in tutta quella che all’epoca era ancora l’Unione Sovietica. Ricordi legati ad altrettanti aneddoti, raccontati di recente a Il Giorno. Come quella volta in Russia quando un funzionario politico le ha raccomandato di parlare solo di musica. Ma quell’animo ribelle della Zingara si farà sentire ancora una volta, tanto che a fine conferenza stampa la Zanicchi decide di parlare schiettamente: “spiegai che non ero comunista”. Il funzionario si convince quindi che durerà solo una settimana in territorio sovietico, ma farà un clamoroso errore. Iva farà 50 spettacoli nelle settimane successive.