A tredici anni dalla morte di Marco Pantani restano i dubbi sull’ipotesi di suicidio accreditata dai vari processi sul caso. Sono molti i punti oscuri della vicenda. A dare voce ai dubbi della famiglia del ciclista è stato il programma “Le Iene” che ha intervistato il titolare dell’albergo in cui Pantani è stato trovato morto, oltre a uno degli operatori del 118 che per primi hanno trovato il corpo del campione di ciclismo nella camera di albergo, Anselmo Torri. Quest’ultimo ad esempio ha smentito la presenza di una pallina di cocaina che è presente nei filmati della polizia. «Ero in servizio quella notte, ci hanno detto di un’urgenza. Abbiamo trovato tutto in disordine, siamo saliti sul soppalco e abbiamo trovato il corpo di Pantani riverso per terra. Abbiamo trovato dei farmaci, intorno al cadavere non c’era niente, neppure la pallina di coca. Mi sono confrontato anche con i miei colleghi». Nelle riprese della polizia ci sono tante tracce di cocaina, non trovate invece dagli infermieri. I sanitari del 118 presenti quando fu trovato il corpo affermano di non averla vista. Anche per questo la madre di Pantani sostiene: «Marco è stato ucciso». Clicca qui per visualizzare il video del servizio delle Iene sulla morte di Pantani. (agg. di Silvana Palazzo)
Marco Pantani, immagini e testimonianze inedite delle Iene
Marco Pantani e lo scandalo doping. Che cosa è davvero avvenuto al campione di ciclismo, che ancora oggi occupa un posto d’onore nel cuore degli italiani? Nel corso di questi numerosi anni di distanza dalla sua morte, ancora si indaga su quanto avvenuto davvero quel giorno. I familiari del Pirata non hanno mai creduto alla tesi di suicidio, individuata invece dalle autorità nazionali. Secondo la famiglia ed alcuni amici infatti ci sarebbero dei punti oscuri tutti ancora da chiarire. Lo scorso maggio infatti i Pantani si sono rivolti all’avvocato Sabrina Rondinelli per fare luce sul caso, per risalire a quanto avvenuto anche il 5 giugno del ’99. Si tratta del penultimo giorno del Giro d’Italia, data in cui il sangue di Pantani avrebbe dimostrato la presenza di sostanze dopanti. Le Iene ripercorrono ancora una volta il caso di Marco Pantani nella puntata in onda questa sera, mercoledì 3 ottobre 2018. Non si tratta della prima volta che il programma di Italia 1 si fa carico della vicenda, dato che lo scorso maggio ha affrontato alcuni punti chiave legati alla presunta positività del ciclista. Secondo l’ex massaggiatore del campione, Roberto Pregnolato, la sera precedente alla tappa di Madonna di Campiglio il valore dell’ematocrito di Pantani sarebbe stato di 48, ovvero due punti al di sotto del valore massimo previsto dalla legge. “Uno che è primo in classifica e viene controllato in ogni momento, si prepara in tempo se è fuori norma, ma Marco non lo era“, ha sottolineato infatti ai microfoni delle Iene. Alcune ore più tardi invece il valore è schizzato fino a 53, ma a danneggiare ulteriormente lo stato d’animo del Pirata è stato il processo in diretta subito all’istante dai giornalisti, che lo avrebbero aspettato all’esterno dell’hotel.
La battaglia legale della famiglia Pantani
Il sangue delle provette di Marco Pantani è stato alterato. Ne è convinta la famiglia del ciclista, che a vent’anni di distanza dalla sua morte cerca ancora di riabilitare il suo nome. Un’ipotesi confermata da Renato Vallanzasca, che ha riferito alle autorità come la camorra avrebbe minacciato un medico perché alterasse il test del sangue. L’avvocato Sabrina Rondinelli, incaricato quest’anno di svolgere le pratiche per la riapertura del caso, ha infatti sottolineato come in realtà la morte di Pantani risalga a Madonna di Campigno ed all’anno 1999. Si parla di un decesso morale, dato che la scomparsa del Pirata è avvenuta solo cinque anni più tardi. Secondo il legale tra l’altro all’epoca dei fatti non sarebbero stati fatti gli accertamenti utili per appurare l’omicidio volontario, mentre alcuni rilievi sulla scena del crimine escluderebbero l’ipotesi di suicidio. Al centro delle indagini anche quel viaggio misterioso proposto ai genitori di Marco Pantani, il giorno precedente al ritrovamento del corpo del ciclista. “La nostra famiglia non si è mai fermata“, afferma Tonina, la mamma di Pantani, a Panorama. “Sono convinta che con l’avvocato Rondinelli riusciremo, finalmente, a portare all’attenzione della magistratura le troppe stranezze che circondano la morte di mio figlio“, ha aggiunto.