Lo scontro politico fra Matteo Renzi e i partiti oppositori si renderà più acerbo grazie alla faida con Pier Luigi Bersani. “Sono quel che avrebbe dovuto essere lui“, sottolinea lo scorso febbraio a La7 parlando dello storico avversario. Nessun ripensamento da parte del rivale per quanto riguarda il partito del PD, come sottolineato già lo scorso gennaio durante la battaglia avvenuta via radio che ha creato ancora di più una frattura fra i leader della sinistra italiana. Appena qualche mese prima i due si erano resi protagonisti di un accordo volto a battere le destre e l’avanzata populista, come ricorda La Repubblica, stroncato poi dallo stesso Bersani che non si è voluto rendere complice della politica aperta del segretario. Un inasprimento dei rapporti che si è acceso ancora di più nei giorni scorsi, quando Bersani è stato ospite di DiMartedì ed ha sottolineato come il rivale abbia usato la politica del lanciafiamme per aprire in realtà le porte alla destra. “Tre anni fa dicevo guarda che arriva la destra qua. Lui stava facendo l’Italicum. Se fosse passato, in questo momento Salvini potrebbe nominare i parlamentari, il governo, la corte costituzionale e il presidente della Repubblica“, ha sottolineato con un sorriso beffardo. 



Renzi sconfitto dal fuoco amico

Matteo Renzi è convinto di essere uscito sconfitto dalle ultime manovre politiche a causa del fuoco amico. Il riferimento punta il dito contro Pier Luigi Bersani, con cui in passato si era pensato a un accordo che unisse le due sinistre, ma anche a Gianni Letta. Merito della frattura creata fra l’ex Premier e Silvio Berlusconi, che ha permesso all’ex segretario di pensare a una nuova scalata. Il merito di Letta in quel momento è di estraniarsi dalla lotta politica e dalle polemiche sollevate da centrodestra e centrosinistra in previsione della campagna elettorale. Sfodera invece come un asso nella manica uno dei progetti più storici di Renzi, ovvero la possibilità di spostare la Ragioneria dello Stato dal ministero dell’Economia a palazzo Chigi. Un’iniziativa che lo stesso Renzi ha fatto sua nei primi giorni di insediamento come Premier, come sottolinea Huffington Post. Parole che tra l’altro hanno fatto subito pensare ad una distensione dei rapporti fra i due partiti nel post voto. Le tensioni tuttavia ritorneranno con forza quando Berlusconi darà il suo appoggio a Matteo Salvini per il governo, mentre Renzi sposterà l’attenzione verso Giancarlo Giorgetti. Quest’ultimo è sostenuto invece in questi giorni da Sergio Mattarella, che lo vede come paciere fra Salvini e Luigi Di Maio.

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