Una storia vera: nel 1969 a Palermo venne rubato un quadro di Caravaggio, La natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi. Di quel quadro dall’immenso valore ancora oggi non si sa più nulla. Si sospetta solo che un collezionista d’arte, forse svizzero, lo abbia fatto rubare da alcuni appartenenti alla mafia. Su questa storia il regista Roberto Andò ha costruito il suo nuovo film, Una storia senza nome interpretato da Micaela Ramazzotti e Alessandro Gassman. Su Avvenire di oggi una intervista con il regista. I cinema oggi, dice, sono come catacombe vuote, quasi nessuno ci va più, questo film dimostra che invece raccontando la realtà si può anche arrivare a infastidire la mafia. Un film inteso come allegoria della bellezza calpestata, dice ancora, che ci è stata sottratta. Oggi Palermo, dice ancora il regista, ha intrapreso un cammino profondo: “Non ha risolto i suoi problemi ma sta cercando una sua dimensione”.



“LA RELIGIONE NON È OVVIA O SCONTATA, È UNO SGUARDO LIBERO”

Palermo è anche capitale della cultura: “La forza di Palermo ha sovrastato quella degli artisti. Si entrava in un palazzo per vedere una mostra e si rimaneva incantati dall’architettura”. Andò è stato amico dello scrittore siciliano Leonardo Sciascia: “La sua opera resta viva, anzi oggi si riscopre sempre più. Mi sono inventato questo film e solo dopo mi sono ricordato del suo interesse per il quadro rubato”. C’è poi un forte aspetto religioso nel film: “Dalla religione so di potermi aspettare uno sguardo sul cinema più libero di altre ortodossie” dice. “In un mondo conformista come il nostro la religione e tutto quello che si muove attorno a chi crede, ha un carattere meno ovvio e scontato. Piuttosto che avere un atteggiamento censorio al contrario hanno dato un grande contributo alla settima arte”. Già in passato il regista aveva avvicinato questo tema, ad esempio Le confessioni con Toni Servillo nei panni di un monaco: “Chi crede ha una visione del male che può essere anche più radicale di chi non crede. In quel film ho affrontato il tema della spiritualità come luogo di una libertà totale. Come dice papa Francesco oggi siamo immersi in una civiltà totalmente asservita al denaro”.



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