Per don Gino Rigoldi, la compassione è un sentimento gioioso. Per questo si occupa dell’accoglienza dei migranti, oltre a fare il cappellano dell’istituto penale per minori. “Si può accogliere senza violare la legge?”, chiede Fabio Fazio. Risposta: “Di buonisti ce n’è qualcuno, ma di cattivisti, l’Italia, è piena. Ci sono più italiani che van via dall’Italia che stranieri che arrivano. Dovremmo investire sul bene della gente, perché fare il bene fa stare bene. Questa è gente che viene dalla guerra, dalla fame, dalla disperazione. Negli istituti (o in strada), non devono stare lì a fare niente”. Per essere chiari: le leggi vanno rispettate, ma la compassione è un valore naturale. E viene prima di tutto. Con Carlo Cottarelli, economista in tandem con don Gino, l’appuntamento è alla settimana prossima. [agg. di Rossella Pastore]



LA MAGLIETTA MANDATA A SALVINI

Don Gino Rigoldi si è ormai fatto conoscere per la sua missione fideistica mediatica. In molti ricorderanno quella maglietta inviata a Matteo Salvini con scritto “Dio c’è ma non sei tu”, che ha riportato il sacerdote al centro della stampa italiana. La missione personale di don Rigoldi è rendere inclusiva la comunità globale, abbattere quelle paure che parlano dell’egoismo di ogni persona, senza escludere le barriere sociali imposte anche dall’anima commerciale tipica dei nazionalismi. Educatore e presidente della Fondazione che porta il suo nome, il religioso è conosciuto per la sua opera senza sosta lungo le strade di Milano, che lo hanno visto per tanti anni Cappellano dell’istituto penale per minori. Don Gino Rigoldi sarà inoltre fra gli ospiti di Che tempo che fa, in onda stasera su Rai 1. “Informare, fare rete”, sottolinea in occasione del Festival dei Luoghi non Comuni che si è tenuto a Biumo Inferiore alla fine dello scorso mese. Due giornate in cui educatore e organizzatori hanno scelto di abbattere i pregiudizi sui migranti, sui tossicodipendenti e persino sui giovani. 



DON GINO RIGOLDI, LE PAROLE SU MIMMO LUCANO

Lo scandalo che si è abbattuto su Mimmo Lucano per via del suo arresto non poteva che risuonare anche nella mente di don Gino Rigoldi. Il religioso e noto educatore ha scelto di mettere in risalto alcuni aspetti positivi dell’attività del sindaco di Riace, attualmente accusato come spiega Il Fatto Quotidiano di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Il Cappellano del Beccaria di Milano ha sottolineato come in realtà Lucano non avrebbe agito per interessi personali oppure economici. “Capita di forzare la legge”, evidenzia parlando di chi a volte si trova costretto a superare certe barriere perché “di fronte alla disperazione più cupa”. Ai suoi occhi Lucano avrebbe messo al primo posto i diritti umani che abbattono ogni tipo di legge, sicuro che da un’eventuale inchiesta delle autorità risulterebbe lui stesso colpevole. “Si vuole mettere all’angolo tutto il modello virtuoso d’integrazione”, continua poi convinto che l’arresto del Sindaco sia stato sproporzionato rispetto all’accoglienza ai migranti che ha messo in atto con estrema leggerezza.

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