Halloween è ormai alle spalle, la festa della paura ha come sempre riscosso grande successo anche in campo cinematografico. Nelle ultime settimane sono usciti nelle sale italiane numerosi film dell’orrore, con body horror e fantascienza dilagante. Ma il genere per i “più duri” è uno dei più amati a prescindere dalla festa del 31 ottobre e nel corso degli ultimi anni è sempre più praticato, soprattutto se parliamo di “B movie”. L’Italia ha scritto pagine importanti della storia dei film horror: da Lucio Fulci a Dario Argento, passando per Mario Bava e Umberto Lenzi, cineasti che hanno influenzati molti autori e segnato generazioni.
Partiamo proprio dai film made in Italy e da un grande classico: La maschera del demonio, opera prima di Mario Bava. Realizzato nel 1960, il lungometraggio con protagonisti Barbara Steele e John Richardson segna un punto di svolta: la derivazione fantastica del cinema classico si sposta propriamente nell’horror, con una cura straordinaria del dettaglio e del particolare senza ricorrere a fuori campo di alcun tipo. Non possiamo non citare un altro capolavoro nostrano come Suspiria di Dario Argento: uscito in sala nel 1977 e recentemente omaggiato dal remake di Luca Guadagnino, il film del cineasta romano prende spunto da un romanzo di Thomas de Quincey ed è particolarmente amato per la capacità di creare suspense e terrorizzare lo spettatore con un’atmosfera gotica e con un commento sonoro straordinario. Terzo e ultimo film italiano che citiamo è Paura nella città dei morti viventi, un’opera particolarmente splatter firmata da Lucio Fulci: amato alla follia da un certo Quentin Tarantino, era stato bandito in Germania per l’eccessiva violenza…
Ma anche all’estero, soprattutto in America e in Gran Bretagna, l’horror ha trovato grande spazio. Basti pensare alle pellicole del maestro John Carpenter, che con la sua Trilogia dell’Apocalisse ha conquistato milioni di cinefili. Citiamo un’opera in particolare: Il seme della follia del 1994, capolavoro del meta-cinema e straordinario omaggio agli spunti letterari H. P. Lovecraft. Un altro esponente di rilievo del mondo dell’orrore è Clive Baker, che nel 1987 ha girato il primo dei nove film della saga Hellraiser: tratto dal romanzo Schiavi dell’inferno, il film è diventato un cult presentandosi come un mondo parallelo fatto unicamente di dolore estremo, necessario per giungere al piacere. Cineasta incredibilmente versatile, anche Roman Polanski ha scritto pagine importanti del genere con il suo Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York: considerato il film migliore del regista polacco, rappresenta un’amaro riflessione sulla società contemporanea e adattando gli stilemi della paura in una messa in scena sobria.
Chiudiamo questo breve viaggio nel mondo dei film horror con tre lungometraggi recenti che, nonostante il budget esiguo, hanno raccolto ampi consensi. Il primo è forse il miglior film nella mera rappresentazione del terrore: parliamo di Martyrs di Pascal Laugier. Il regista francese osa e fa centro, non limitandosi a cercare l’effetto shock ma riuscendo a sviluppare una trama di assoluto rispetto. Non è assolutamente un film per tutti: anche gli stomaci più forti resteranno sconvolti, ve lo assicuriamo. Esorcismi, demoni, spiriti maligni e contagi in una trama straordinaria: parliamo del coreano Goksung – La presenza del diavolo di Na Hong-Jin, una delle pellicole rivelazione degli ultimi anni. Un piccolo capolavoro a basso costo della produzione asiatica, 156’ di paura e tensione con un finale molto interessante. La terza e ultima chicca è Babadook, regia dell’australiana Jennifer Kent: un horror psicologico definito “agghiacciante” anche da Stephen King . E attenzione a The Nightingale, che prossimamente arriverà nelle nostre sale…
Una piccola postilla. Per chi ha uno stomaco estremamente forte ed è riuscito a vedere senza alcun problema il sopra citato Martyrs, segnaliamo un film altamente scioccante ma poco conosciuto: Dard Divorce di Olaf Ittenbach, un lungometraggio indipendente tedesco che non ha alcun interesse nel raccontare una storia di senso compiuto e che ha l’unico obiettivo di disturbare lo spettatore con sequenze di torture impressionanti.