A partecipare alla puntata di “Alla lavagna” di questa sera su Rai Tre ci sarà la giornalista Milena Gabanelli a cui i bambini porranno numerose domande sul mondo del giornalismo e sulle sue esperienze come inviata di guerra. Lunedì è partita la prima puntata. A dare il via al nuovo format dove alcuni bambini – dai 9 ai 12 anni – interrogano personaggi di spicco della politica, del mondo dello spettacolo e del giornalismo è stato Matteo Salvini che ha parlato con i giovani di svariati temi: dalle fake news al razzismo. “Non sono razzista – ha dichiarato il ministro dell’interno – razzista significa sentirsi superiore a qualcuno in base a dove sei nato, al colore della pelle, al tuo lavoro, alla tua ricchezza. Io non mi sento superiore a nessuno. Siamo tutti uguali, ognuno con le sue identità, ma voglio che tutti rispettino le regole anche in classe”.
LE INCHIESTE DI MILENA GABANELLI
Milena Gabanelli è una giornalista completa e stimata da tanti. Ha collaborato per la Rai, per il Corriere della Sera e per La7 con cui ha siglato un accordo con il direttore del telegiornale, Enrico Mentana. Una delle sue ultime inchieste vede per protagonista la sanità e le scuole di specializzazione, alcune delle quali – 41- sono fuorilegge. La giornalista ha raccontato dei 7.000 studenti che ogni anni si iscrivono alla facoltà di medicina, ma ai cui test partecipano più di 16 mila candidati. Ma in problema che insorge negli ultimi anni è che gli studenti che partecipano a queste scuola sono troppo pochi per la necessità che ci sono: “La stima è che tra dieci anni mancheranno oltre settemila medici”, ha scritto la giornalista attraverso la sua rubrica Data Room del Corriere della Sera.
IL SUCCESSO DI REPORT
Numerosi sono i programmi a cui Milena Gabanelli ha lavorato, ma uno in particolare rimarrà per sempre tra i più amati e odiati, Report. “Il peggior programma? Report, mi ha provocato la gastrite e tolto il sonno. Il migliore? Sempre report: mi ha permesso di comprare l’omeprazolo per lo stomaco e i sonniferi per dormire”. In quello stesso programma raccontò di numerose inchieste e una delle più grosse fu quella dell’Eni. “L’azienda, sesto gruppo petrolifero mondiale per giro di affari, con un atto di querela di ben 145 pagine accusa report di averne leso l’immagine e fa richiesta di risarcimento: 25 milioni di euro. Quella su Eni è stata l’inchiesta più difficile del 2012 perché senza nessun diretto interessato ha voluto parlare con noi. Per un’azienda dove il maggior azionista è lo Stato, dovrebbe esserci più disponibilità a un confronto critico. Inoltre perché, per una settimana, ho ricevuto quotidianamente lettere intimidatorie”.