Carmela Di Carlo è l’ospite che questa sera, nel corso del consueto appuntamento con Le Ragazze, parlerà della sua esperienza fra lavoro e maternità. La sua è infatti la prima generazione a fare i conti con la precarietà, una condizione che limita nell’avvenire e che costringe a fare i conti con il futuro. Di questo, la protagonista ha parlato in una lettera aperta inviata a Il Fatto Quotidiano, dove rende note tutte le sue paure, alla luce delle recenti scelte politiche: “Troppe volte mi viene da pensare a cosa proverei se avessi un lavoro dignitoso che mi consenta di guardare al futuro senza paure – scrive la Di Carlo – Ho sempre provato ad immaginare il sentimento che mi avrebbe animato se ciò fosse successo, ma questo purtroppo non è mai successo. E gli anni sono passati”. Oggi, alla soglia dei 40 anni, si ritrova a fare i conti con un lavoro che non le garantisce la stabilità di cui ha bisogno, “con quella sensazione terribile di pensare che ormai ciò che di buono poteva esserci non c’è stato”.
CARMELA DI CARLO, LA SCELTA DI RINUNCIARE A UN ALTRO FIGLIO
È una madre che tutti i giorni fa i conti con la sua precarietà e di recente ha esortato il mondo della politica a riflettere sulla situazione che attanaglia milioni di persone. Carmela Di Carlo affronta con timore “quella sensazione terribile che, se sei stata precaria fino a quel momento, non avrai nessuna possibilità di non esserlo nei prossimi anni, quella sensazione terribile che tutto quello a cui hai rinunciato – compreso un altro figlio – ci hai rinunciato per sempre”. La sua storia sarà al centro della narrazione del programma di Gloria Guida, che questa sera si concentrerà su una generazione, quella degli anni ’90, che ancora oggi paga il conto di una politica non lungimirante. “Se prima potevi almeno sognare, sperare… ora ti tocca raccogliere soltanto i cocci di quello che rimane”, conferma nella lettera inviata a Il Fatto Quotidiano.
LA PRECARIETÀ E IL FUTURO DELLA SUA GENERAZIONE
Carmela di Carlo si scaglia soprattutto contro alcune decisioni del mondo della politica, che tende ad agevolare gli under 35, dimenticando chi, alla soglia dei 40 anni, non ha ancora regolarizzato la propria condizione lavorativa. “Io comprendo tutto, ma non comprendo il futuro che il governo ha pensato per chi 35 anni non ce li ha più, e magari un lavoro lo ha perso, per chi ha dei figli da crescere, da far studiare, un mutuo o un affitto da pagare, una casa da mantenere, per chi ogni giorno deve fare i conti con il poco lavoro, i pochi soldi, e le tante rinunce per sé e per i propri figli”. La Di Carlo si chiede quindi quali siano i progetti che il mondo della politica ha in serbo per la sua generazione, sottolineando di far parte di una categoria che, a dispetto delle tante difficoltà, ha scelto di non lasciare l’Italia.