Nero a metà segna il ritorno di Fortunato Cerlino nel mondo delle fiction: sono in molti a ricordarlo infatti nei panni di don Pietro Savastano nelle prime due stagioni di Gomorra. Nella serie tv al via questa sera su Rai 1 il suo ruolo è destinato però a trasformarsi profondamente, dal momento che l’attore si calerà nei panni del sovrintendente capo Mario Muzo, un personaggio tra i tra i più influenti fra quelli nel del commissariato Rione Monti. Il suo percorso professionale si intreccerà inoltre con l’amicizia di vecchia data che lo lega al protagonista Carlo Guerrieri, interpretato da Claudio Amendola, ma possiamo immaginare che il suo apporto sarà fondamentale nel contrasto tra i due protagonisti che caratterizza l’intera serie. La fiction, assicura pero l’attore nella conferenza stampa, a dispetto delle diversità incarnate dai due protagonisti, “non ha un approccio politico” e “non si occupa di immigrazione e delle persone di colore che arrivano in Italia”: diversamente, conferma il protagonista “avrei avuto delle difficoltà a parteciparvi”.



“Una storia personale complessa, che verrà fuori poco alla volta”

A un passo dal debutto in Nero a metà, Fortunato Cerllino ha raccontato il suo personaggio, Mario Muzo, a TvBlog, dove ha parlato di un uomo dalle mille sfaccettature che, “al di là della divisa che porta e del ruolo sociale che ha, ha una storia personale molto complessa che verrà fuori poco alla volta”. Un aspetto che l’attore definisce “molto importante ed è interessante” e non soltanto per il suo personaggio, ma anche per tutti quelli che costituiscono la serie, nella quale, conferma nel corso dell’intervista, “c’è un’attenzione molto precisa a raccontare la storia umana”. Il sovrintendente capo Mario Muzo, inoltre, “si confronterà con diversi aspetti della sua vita privata e anche con la sua amicizia con Carlo Guerrieri, perché, a un certo punto, si ritroverà a fare una scelta molto seria, molto importante, che metterà in discussione questa amicizia che dura da anni”.



Il “rapporto con la diversità” nella fiction

Dimenticate il suo ruolo a Gomorra – La serie e quel rapporto con le sue origini che ha caratterizzato la maggior parte dei suoi ruoli: a Nero a metà Fortunato Cerlino si calerà nei panni di un personaggio completamente differente. “L’aspetto della napoletanità in questo caso non è uno dei punti su cui si basa il personaggio – rivela infatti l’attore in un’intervista realizzata da Tvblog – il fatto che Mario sia napoletano non è una peculiarità in questa storia”. “Roma – continua infatti il protagonista – è una città metropolitana, universale, e accoglie in sé diverse storie; (…) Credo invece che sia bello questo commissariato fatto di diverse umanità”. Il “rapporto con la diversità” è infatti “uno dei punti della serie”, una diversità che “all’inizio si rifiuta e poi ci si entra in dialogo e si scoprono cose che non si sarebbero scoperte se non ci fosse stata quell’apertura”.

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