Ancora e nuove ospiti rosa sono previste per la puntata di questa sera de La tv delle ragazze; tra donne che si sono posizionate nella vetta della musica, del giornalismo e della recitazione, ci sarà anche Isabella Ragonese, giovane e promettente attrice italiana nominata al Nastro d’Argento e ai David di Donatello, la cui prima importante pellicola risale al 2008, Tutta la vita davanti di Paolo Virzì. «Il lavoro che faccio ti rende apolide, anche se io mantengo forte il senso di casa. Credo di essere una delle attrici siciliane che ha girato meno ruoli da siciliana. Fisicamente non sono molto riconoscibile in effetti. Non rinnego affatto le mie radici, al contrario, credo si notino molto. Ho introiettato il carattere palermitano, ho un’attitudine da donna del Sud. Ma la Sicilia è un Sud atipico, si concede poco a poco. E quella sorta di fatalismo che ci accompagna mi ha aiutato a non perdere la bussola. Mantengo in tutto un approccio sereno. Agitarsi è inutile», ha raccontato qualche tempo fa a Io Donna.



ISABELLA RAGONESE, ECCO COSA SIGNIFICA FARE L’ATTRICE

Isabella Ragonese lavorò alla pellicola di Virzì a 27 anni, episodio dopo il quale decise di lasciare la sua Sicilia, Palermo: “Con la mia città ho un rapporto altalenante. Ci sono state anche fasi in cui mi metteva angoscia ornare: tu sei andata avanti e tutto, invece, ti sembra immobile; ti specchi nelle cose da cui sei fuggita. Ora la vedo molto bella”. L’attrice che parlerà insieme alle ragazze storiche, Serena Dandini, Sabina Guzzanti, Cinzia Leone, Francesca Reggiani, Carla Signoris, ha raccontato di scegliere i suoi ruoli in base al piacere perché “nelle scelte si deve essere egoisti. Fare l’attore non è solo un appagamento narcisistico. È un continuare a giocare con i travestimenti, voglia di cambiare pelle. Entrare nei panni di un altro e provare a capirlo”.



L’AMORE

Di amore, Isabella Ragonese, aveva parlato a Vanity Fair come qualcosa che le cambiò totalmente la vita: “Mi sono innamorata di uomini sempre diversi tra loro. Penso che questa sia una cosa di noi donne, per cui amare è anche un’esplosione, un apprendimento. Ti innamori di qualcuno che ti aiuterà a scoprire qualcosa di cui in quel momento hai bisogno o paura. Crescendo ho capito, però, che non mi piacciono le dipendenze. Se dipendi da qualcuno non vedi più la persona, ma il bisogno. Non amo che gli altri diventino i miei punti di riferimento: è una responsabilità troppo grossa da mettere sulle spalle di qualcuno”.

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