La morte di Bernardo Bertolucci ha portato a tantissimi commenti da parte dei moltissimi artisti che lungo la sua carriera hanno avuto a che fare con lui. Tra le parole che colpiscono ci sono quelle di Stefania Sandrelli che in una lettera lo ricorda con emozione: “Se ne è andato il mio ultimo imperatore. Si sentiva come un topo nel formaggio. Per lui significava stare al caldo e al riparo in un bozzolo. Me lo disse gioiosamente dopo un’estate di sofferenza e passione, “Adesso sto bene sai? Sto come un topo nel formaggio”. Grazie per essere stato così speciale. Per il tuo cinema che è stato speciale. Spero di incontrarti e di fare un altro film insieme. Un lungo bacio“. Sono parole splendide dedicate per un maestro incredibile che nel tempo è riuscito a regalare grandissime emozioni al pubblico e che oggi se n’è andato in punta di piedi lasciando un vuoto incolmabile nella storia del cinema internazionale. (agg. di Matteo Fantozzi)
“MI SONO INNAMORATO DEL CINEMA PER LA DOLCE VITA”
Bernardo Bertolucci
se ne è andato dopo una lunga malattia. Regista e produttore, un gigante del cinema internazionale, raccontò tempo fa quando si è accesa in lui la fiamma del regista. «Io scrivevo poesie e a un certo punto ho smesso e mi sono messo a fare del cinema, perché ho visto un film, quando avevo credo 17 anni». Quel film è “La dolce vita”. Tutto è cambiato dopo quel film: «Mi ha fatto innamorare del cinema e mi ha fatto pensare che forse anche io avrei potuto fare dei film». In quell’intervista Bernardo Bertolucci aggiunse: «Non so se è il film che amo di più, ma sicuramente mi ha fatto fare una specie di salto». La sua ultima apparizione pubblica risale all’aprile scorso, al BiFest di Bari, dov’era stata presentata la versione restaurata di “Ultimo Tango a Parigi”, film che nel 1977 venne mandato al rogo per oscenità e costò una condanna a due mesi per Bertolucci. «Oggi, per fortuna, l’Italia è molto diversa da quella di quarant’anni fa», commentò il regista. (agg. di Silvana Palazzo)
DOMANI LA CAMERA ARDENTE IN CAMPIDOGLIO
La morte di Bernardo Bertolucci non lascia un grande vuoto solo nel mondo cinematografico italiano. Sono moltissimi i personaggi che hanno voluto ricordare il grande regista italiano. «È un dolore immenso la morte di Bernardo Bertolucci. Se ne è andato il più grande di tutti, l’ultimo imperatore del cinema italiano…». Questo è il messaggio accorato e commosso con cui Roberto Benigni e Nicoletta Braschi commentano la morte del regista. L’ex premier Matteo Renzi ha scritto su Twitter: «Lo ricordo da spettatore delle sue opere, come tutti. Ma anche come prezioso consigliere quando a Palazzo Chigi decidemmo di investire più risorse sul cinema. Grazie Maestro, è stato un onore». Beppe Grillo invece lo ricorda come l’uomo che con una «scelta rivoluzionaria applicata al cinema» ha cambiato «la storia di un Paese». Sarà aperta domani comunque, dalle 10 alle 19, in Campidoglio, nella sala della Protomoteca, la camera ardente. La famiglia del regista ha ringraziato il Comune e informato che si terrà una cerimonia di commemorazione aperta al pubblico, in data ancora da definire. (agg. di Silvana Palazzo)
LA SFIDA ALLA MALATTIA E L’ULTIMA PROVOCAZIONE
Acclamato, copiato ma anche contestato e condannato per Ultimo tango a Parigi: Bernardo Bertolucci ha scritto la storia del cinema, che si è unito nel ricordarlo oggi, giorno della sua scomparsa. Il regista ha combattuto una lunga battaglia con la malattia, ma nonostante ciò non ha fatto perdere le sue tracce, partecipando a eventi e masterclass. Uno su tutti quello del BiFest del 29 Aprile 2018, dove ha colto l’occasione per lanciare una delle sue provocazioni: «Mi vergogno per Ridley Scott che, obbedendo all’imposizione razzista di Hollywood, ha cancellato Kevin Spacey da Tutto l’oro del mondo. Per reazione mi viene voglia di girare un film con l’attore», le sue parole riportate da Il Messaggero. Aggiungendo poco dopo: «Ovviamente sono del tutto d’accordo con il movimento Mee Too che ha dato voce, risvegliando l’inconscio collettivo soffocato per anni, alle donne abusate. Affonda le radici nel Sessantotto, la stagione di svolta che ha influenzato anche il mio cinema, specialmente Ultimo Tango a Parigi».
L’EREDITA’ ARTISTICA E L’AMICIZIA CON PASOLINI
Il mondo del cinema è in lutto per la morte di Bernardo Bertolucci, regista di Parma che si è spento all’età di 77 anni dopo una lunga battaglia con la malattia. Primo cineasta italiano a vincere il premio come miglior regista agli Oscar, l’autore di Novecento ha vissuto in una famiglia di artisti: primogenito del poeta Attilio Bertolucci e fratello del regista Giuseppe, deceduto nel 2012, Bernardo Bertolucci ha iniziato la carriera cinematografica grazie a Pier Paolo Pasolini. «Pasolini si è trasferito nello stesso palazzo in cui abitavamo noi, e un giorno, quando avevo vent’anni, l’ho incontrato davanti la porta e mi ha detto: “Ehi, a te piacciono i film, giusto?” Io ho detto di sì, e lui ha continuato: “Perché girerò un film. E voglio che mi fai da assistente alla regia”. E io: “Cosa?”. “Sì, faccio un film, si chiamerà Accattone”. Io: “Ma Pier Paolo, non ho mai fatto l’aiuto regista”. E lui: “E io non ho mai diretto un film”», così Bernardo Bertolucci raccontò l’inizio dell’avventura in un’intervista con James Franco per il Corriere della Sera. Un successo enorme, che gli ha permesso di entrare nell’Olimpo del cinema mondiale: da Guillermo del Toro alla Biennale di Venezia, tutti piangono la morte di uno dei principali esponenti della settima arte… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
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ADDIO ALL’ULTIMO GRANDE MAESTRO DEL ‘900
Il registra Bernardo Bertolucci è morto, aveva 77 anni. Lutto nel mondo del cinema in seguito alla scomparsa di uno dei più noti registi italiani di sempre e star della scena internazionale grazie a capolavori per il grande schermo del calibro di Novecento, Ultimo tango a Parigi, Il tè nel deserto, Piccolo Buddha e L’ultimo imperatore, quest’ultimo detentore di nove premi Oscar. Bertolucci si è spento dopo una lunga malattia a Roma. Tanti i successi collezionati, fino al Leone d’Oro alla Carriera alla Mostra internazionale del cinema di Venezia che gli fu consegnato nel 2007. A testimonianza dell’importante lavoro svolto, nel 2011 arrivò il secondo analogo riconoscimento con la Palma d’Oro onoraria nell’ambito del Festival di Cannes. Il grande maestro ha rappresentato una vera e propria eccellenza del cinema italiano tanto da essere stato anche Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e Medaglia d’oro per i benemeriti della cultura e dell’arte.
BERNARDO BERTOLUCCI, REGISTA DI ULTIMO TANGO A PARIGI
E’ stata una lunga malattia a stroncare Bernardo Bertolucci, a gran voce definito l’ultimo maestro del cinema italiano e internazionale. Sono numerosi i suoi capolavori che hanno segnato la storia del grande schermo, a partire da Ultimo tango a Parigi. Un vero e proprio poeta, oltre che regista, capace di toccare l’animo delle persone e influire sulla società con le sue opere grazie alle quali, tra le polemiche, è riuscito a infrangere diversi tabù. Bertolucci si pone anche come l’unico italiano ad aver ottenuto l’ambito Oscar al miglior regista con la pellicola L’ultimo imperatore, kolossal sulla vita dell’imperatore cinese Pu Yi. Ultimo tango a Parigi, pellicola del 1972 con protagonisti Marlon Brando e Maria Schneider resta però tra le sue opere più importanti. Il film segnò la vera esplosione del fenomeno internazionale di Bertolucci ma al tempo stesso diede vita anche alla complessa vicenda giudiziaria/ censoria che rese difficile giudicare la pellicola al di fuori dello scandalo che ne derivò. L’ultimo suo film, nel 2012, Io e te, una sorta di intenso incontro/scontro tra fratello e sorella tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti.