Considerata una delle più grandi autrici del cinema francese, Claire Denis ha fatto il suo esordio in un film in lingua inglese: parliamo del fantascientifico High Life, presentato nella sezione After Hours del Torino Film Festival 36. In un punto non meglio specificato dello spazio, Monte (Robert Pattinson) e la figlia Willow vivo insieme a bordo di un veicolo spaziale in completo isolamento: attraverso la figlia, l’astronauta sperimenta la nascita di un amore onnipotente. Willow diventa una ragazza e poi una giovane donna, avvicinandosi insieme al padre alla loro destinazione: il buco nero, dove tempo e spazio cessano di esistere…



Assistente di registi come Costa-Gavras, Jim Jarmusch e Wim Wenders, Claire Denis abbandona i film in lingua francese e sperimenta lo Sci-fi, rivoluzionandolo: High Life è un mix di generi ben riuscito, uno straordinario concentrato di thriller e dramma, con la cineasta transalpina che non perde di vista il suo credo, ovvero l’osservare i rapporti umani da un’angolazione originale e a tutto tondo. Cosa significa essere umani? Questa la domanda che sembra porsi la Denis, che si concentra sui concetti di amore e morte, analizzando nel corso dei 110’ una serie di tematiche che si intrecciano con una certa linearità.



Come in Cannibal Love – Mangiata viva, la regista di Parigi osa e fa centro: sesso e violenza danno una sferzata di adrenalina alla pellicola, con Juliette Binoche, nei panni di una scienziata intenta a generare l’embrione umano perfetto, che sforna un’interpretazione da ricordare. Robert Pattinson, che sembra essersi messo finalmente alle spalle il successo di Twilight acquisendo una sua autonomia, guida un cast eclettico e ben amalgamato. La fotografia di Yorick Le Saux rappresenta visivamente l’oscurità, con il nero che prevale sugli altri colori e trasmette allo spettatore la sensazione tenebrosa del vuoto spaziale. Nonostante qualche perplessità sullo script, la Denis supera brillantemente l’esame hollywoodiano: nonostante abbandoni l’estetica tipica delle sue opere, il suo High Life scrive una pagina nuova nella storia della fantascienza e dimostra ancora una volta di essere tra le cineaste più importanti in circolazione.

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