Intransigente, severo e irremovibile: è questo il ritratto di Philippe Léveillé tracciato nel primo appuntamento de Il Ristorante degli Chef. Eppure, il noto cuoco conferma di aver perso parte dell’inflessibilità dovuta alla sua formazione francese, così come rivela in una intervista concessa a Funweek.it: “La cucina francese è tutta ben precisa, catalogata; la cucina italiana è diversa, io la faccio da 30 anni”. Secondo il noto giudice di Rai 2, infatti, “la cucina francese è codificata, la ricette sono fatte così e non si muove”, mentre “la cucina italiana delle volte ha anche una interpretazione, ma non è una critica, fa parte della cucina italiana”. Una carriera divisa tra due cucine d’eccellenza, due mondi totalmente opposti e un unico obiettivo, quello di superare sempre i propri limiti. Oggi, però, nonostante i suoi tre decenni di cucina italiana, non dimentica ancora quel rigore acquisito nel corso degli anni, un elemento che calza alla perfezione con il suo nuovo ruolo da giurato.



Philippe Léveillé, “Nel backstage? Professionalità, puntualità e rispetto”

Philippe Léveillé, reduce da una selezione di ottanta aspiranti concorrenti per la prima puntata de Il Ristorante degli Chef, parla delle fasi di registrazione, un periodo di grande impegno, che tuttavia ricorda con affetto. Il noto giudice, infatti, rivela di essersi “arricchito” grazie allo straordinario esempio dello staff che lavora dietro le quinte, un gruppo di persone sempre pronte a farsi in quattro per la buona riuscita dello show: “Non avevo idea di cosa vuol dire, ho fatto un po’ di cose, ma non pensavo fosse così – ammette lo chef intervistato da Funweek.it – ho visto veramente delle persone a disposizione per noi e per il programma e questo si è sentito nel back-stage”. Un clima di collaborazione che lo chef francese ha “apprezzato tantissimo”, fatto di “professionalità, di puntualità, ma anche di rispetto verso gli altri, da qualsiasi persona”.



Cucina italiana vs cucina francese

Di origini francesi, ma da oltre trent’anni alle prese con la cucina italiana, Philippe Léveillé non sopporta alcune abitudini culinarie dei suoi compatrioti: i cugino d’oltralpe, infatti, a suo dire qualche volta male interpretano i grandi classici della cucina italiana e troppo spesso peccano di eccessiva inventiva. “È una cosa che mi dà un profondo fastidio” conferma il noto giudice de Il Ristorante degli Chef – io questo non lo sopporto e la cosa che non sopporto – continua – è che quando un francese viene in Italia dice ‘ah, ma voi la fate così'”. Lo chef, infatti, anche se francese di origini, ribadisce che la Francia non è l’unico paese in cui si mangia bene: “Sono in Italia da trent’anni e devo dire che, in Italia e nel mondo – perché sono spesso in Asia – la cucina di cui si sente più parlare è la cucina italiana: è la più osannata all’estero. Fatta anche male, non dappertutto, ma è osannata!”.

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