Una Keira Knightley luminosa nel nuovo film di Wash Westmoreland, presentato al Torino Film Festival 36 nella sezione Festa Mobile: parliamo di Colette, film biografico basato sulla vita della scrittrice francese Sidonie-Gabrielle Colette, icona della cultura pop parigina e simbolo di libertà femminile. Il lungometraggio narra l’evoluzione dell’artista da ragazza di campagna a punto di riferimento femminile in Francia: dopo aver lasciato la Borgogna, l’autrice di Saint-Sauveur-en-Puisaye si trasferisce a Parigi, dove sposa il noto imprenditore letterario Willy Gauthier-Villars (Dominic West): l’avvicinamento alla Belle Epoque è rapido, tanto da pubblicare nel giro di poco tempo “Claudine”, una serie di racconti autobiografici. E il successo non tarda ad arrivare, con Colette che diventa una icona della cultura pop di Parigi, nonostante sia il compagno a prendersi i meriti, pubblicando i romanzi a suoi nome. Dopo qualche anno, a causa di debiti di gioco, Willy è costretto a vendere i diritti di “Claudine”, con la donna che decide di porre fine al legame coniugale e di pubblicare i romanzi a suo nome, entrando di diritto nell’Olimpo della letteratura transalpina e non…



Grand’Ufficiale della Legion d’onore e prima donna nella storia della Repubblica Francese a ricevere funerali di Stato, Colette è considerata fra le maggiori figure della prima metà del XX secolo e nel 1948 è stata candidata al Premio Nobel per la letteratura. Una personalità di spicco, dunque, della storia della Francia e Wash Westmoreland si è preso un grosso rischio a fare un film su di lei: reduce dal buon Still Alice, con Julianne Moore che si è aggiudicata il Premio Oscar per la Miglior attrice protagonista, il regista britannico è riuscito nell’intento di far percepire al pubblico un film ambientato nel passato come moderno. Grande merito va alla fotografia di Giles Nuttgens, che coniuga alla perfezione l’ambientazione storica e l’intento del cineasta, con i costumi di Andrea Flesch che fanno brillare la stella già di per se luminosa di Keira Knightley.

Una delle poche pecche è legata alla sceneggiatura, scritta dallo stesso Wash Westmoreland affiancato da Richard Glatzer e Rebecca Lenkiewicz: troppo legata alla biografia dell’autrice, non riesce a sfornire spunti originali o, in alternativa, di commedia pura. Un ago in un pagliaio, sia chiaro: Colette è un ottimo film, con la sempre ottima Keira Knightley affiancata da un affascinante quanto straripante Dominic West, nei panni di un cialtrone senza alcuno scrupolo. Un biopic che rende il giusto omaggio a una paladina dell’anticonformismo, pronta a tutto per sfidare le convinzioni e i divieti dell’epoca.

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