Tina Montinaro durante la seconda puntata de “Le Ragazze” racconta anche come è ricominciata a vivere dopo la morte di Antonio Montinaro, il capo-scorta del giudice Giovanni Falcone morto nella strage di Capaci. “Dopo la morte di mio marito inizia la mia vita con i miei figli e l’ho fatto con rabbia, con dolore, con orgoglio. Ancora oggi è difficile che dico sono la vedova di Antonio Montinaro, ma la moglie. E’ riuscito a rimpiermi ugualmente la vita in tutti questi anni, anche se la presenza fisica non c’è”. La donna poi dice fermamente: “noi siamo i Montinaro e restiamo a Palermo. Antonio ha dato la vita per lo Stato e per i palermitani e quindi non se lo devono dimenticare” promotrice dell’associazione Quarto Savona Quindici. “Tutti devono vedere cosa sono stati capaci di fare i mafiosi e capire cosa è capace di fare la mafia” dice Tina che ancora oggi si definisce una donna orgogliosa per essere stata la moglie di Antonio. “Ho fatto solo cinque anni di matrimonio, ma ci sono matrimoni che dopo 30 anni ti rendi conto di avere avuto accanto un uomo inutile al fianco” dice sul finale la donna. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)

“ME LO DIVIDEMO CON GIOVANNI FALCONE”

Tina Montinaro è una delle protagoniste della seconda puntata de Le Ragazze, il nuovo programma condotto da Gloria Guida su Rai3. “Sono nata a Napoli” dice la donna che riguarda alcune foto di quando era piccola. “Ho perso mamma che ero molto piccola. Quando mamma muore aveva 20 anni, poi mio padre si sposa e ha un’altra famiglia”. Parlando della madre ricorda: “l’ho vista sorridere molto poco“. Poi la vedova di Antonio Montinaro, moglie del capo della scorta di Giovanni Falcone, ha raccontato di essere stata molto legata alla zia Clara, una donanti importantissima nella sua vita. Sempre guardando le foto ricorda di quando ha lavorato sulla Tirrenia: “all’epoca eravamo solo due donne a bordo, facevo la cameriera sulla nave. Una nuova vita per me“. Poi a 26 anni l’incontro con Antonio Montinaro: “una mia amica doveva uscire con un ragazzo e l’ho accompagnata. Da lontano questo ragazzo mi saluta, ma non so chi sia”. I due chiacchierano un bel pò anche se lui le disse: “tu non devi uscire con questi carabinieri, ma devi uscire con me“. Un vero e proprio colpo di fulmine: “è rimasto folgorato, non ti dava possibilità di scelta” racconta Tina. Poi scoppia l’amore, i due si sposano e nasce il primo figlio per cui Antonio perde letteralmente la testa. “Antonio non ha mai raccontato a casa della sua vita lavorativa, il dottor Falcone va sicuramente protetto e scortato” racconta la vedova. “Non si sapeva se ero la moglie o l’amante, dovevo gestire mio marito con il dottor Falcone, ce lo dividevamo“. Poi arriva il secondo figlio, a cui decidono di dare il nome di Giovanni, come il nome del padre di Tina. Ma la vita ha un in serbo un destino terribile per Tina e il suo amore. Antonio Montinaro muore nella strage di Capaci: “vengo a sapere della sua morte, c’era una confusione tale che non si riusciva nemmeno ad avvicinarsi“. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)

LA STORIA DI TINA MONTINARO

La puntata de ‘Le ragazze’ di questa sera concederà spazio all’intervista a Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, capo-scorta del giudice Giovanni Falcone e morto con lui nella strage di Capaci. Era il 23 maggio 1992 e l’agente della Polizia di Stato, viaggiava all’interno della prima delle tre auto blindate che accompagnavano il magistrato a Palermo dopo il rientro da Roma. Nell’esplosione, avvenuta sull’Autostrada A29, i tre agenti della scorta morirono sul colpo a causa della violenza della deflagrazione che spinse i mezzi in un uliveto a più di 10 metri di distanza dalla strada. Montinaro aveva solo 29 anni e lasciava la moglie Tina e due figli. Oggi la donna non ha dimenticato quel terribile giorno che le ha cambiato la vita ed è una delle promotrice dell’associazione vittime di Mafia, partecipando ad eventi in tutto il territorio italiano nei quali parla del sacrificio del marito e della necessità della lotta contro la malavita.



“NON VOLEVO UNA PERSONA DIVERSA”

A distanza di 26 anni dalla strage di Capaci, Tina Montinaro racconta questa sera la sua storia e quella dei suoi bambini, dopo il dramma che li ha colpiti. Ma non potrà fare a meno di menzionare l’uomo che ha dato la vita per il bene della nazione e che solo di rado viene menzionato, relegato piuttosto al nome generale ‘scorta di Giovanni Falcone’. Intervistata da Sicilia Live qualche mese fa, la Montinaro aveva parlato del suo grande amore, caratterizzato fin dall’inizio della consapevolezza dei rischi che lui correva quotidianamente: “Ci siamo sposati a Calimera, nel suo paese, vicino Lecce. Io ho saputo subito chi era e cosa faceva. Sapevo che il suo lavoro era pieno di rischi, che proteggeva, con i suoi coraggiosi compagni, l’esistenza del giudice Falcone. Ma non volevo una persona diversa, mi piaceva come era, con le sue scelte, con il suo ardimento, con la sua intelligenza, con la sua pulizia. Quando ami qualcuno, accetti tutto il pacchetto”.



“SIGNORA, È SUCCESSO UN MACELLO”

Il giorno della strage di Capaci è ancora vivo nella mente di Tina Montinaro, ospite oggi di Gloria Guida nel programma ‘Le ragazze’. La vedova di Antonio, capo-scorta di Giovanni Falcone, ha ripercorso qualche mese fa quella tragica giornata che ha cambiato la vita sua e quella dei suoi figli. Intervistata da Live Sicilia, la donna aveva raccontato con dovizia di particolari l’ultimo saluto del marito, prima di partire per accompagnare Giovanni Falcone nel suo viaggio di ritorno dall’aeroporto. E ancora ripeteva le parole pronunciate dal poliziotto che le ha risposto al telefono: “Non ho mai scordato la voce sconvolta del giovane poliziotto che mi rispose: ‘Signora, non sappiamo chi è morto e chi è vivo… È successo un macello’. Mi precipito in questura. Da lì mi accompagnano al Civico. Io spero che sia soltanto ferito. Dal Civico ci spostiamo al Policlinico. Mi scopro inadeguata perché addosso ho un abito troppo colorato”.

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