Dopo aver condiviso in tv e sui social la battaglia contro il cancro, Nadia Toffa è diventata un punto di riferimento per chi come lei deve combattere la malattia. Anche per questo la conduttrice de “Le Iene” pubblica messaggi positivi, da cui traspare quell’energia che mostra in tv e che caratterizza la sua personalità. Queste sono del resto vicende che ti segnano e che, come la stessa Toffa ha raccontato, cambiano radicalmente la propria visione della vita. Lo ha dimostrato sui social, dove un follower le ha mandato un messaggio di dolore. Sua moglie è morta dopo un anno di cure, all’età di 46 anni. «Purtroppo non ce l’ha fatta. Il 18 ottobre se n’è andata… La mia vita senza di lei è nulla», ha scritto affranto il marito di questa donna. Nadia Toffa gli ha risposto con un messaggio che non è passato inosservato: «Ti protegge da là, mandale messaggi di libertà e amore». Questo commento ha raccolto in poco tempo oltre 600 mi piace.
NADIA TOFFA E LE LITI SOCIAL
Nadia Toffa non riesce sempre a interloquire serenamente sui social. Questo è quello che purtroppo accade quando ci si espone su diverse tematiche. Gli utenti di Twitter infatti non gradiscono il fatto che la conduttrice de “Le Iene” dica la sua – come fanno tutti e prevede il social stesso – sui temi di stretta attualità, come lo sono ad esempio l’immigrazione e le Elezioni di metà mandato negli Stati Uniti d’America. «Spero che gli americani abbiano votato con coscienza al referendum di oggi», si era limitata a scrivere Nadia Toffa. «Verissimo è che questo è il mio twitter. Tipo il salotto di casa mia e ascolto la musica che più mi piace eh. Vai nella tua pagina a scrivere no?! Ah no. Stai cercando visibilità certo, buona serata», ha risposto a chi l’ha attaccata. E riguardo le critiche ricevute per la sua presa di posizione sull’immigrazione, Nadia Toffa ha contestato un articolo: «Che ridere questo articolo. Nessuno mi ha sepolto… ho semplicemente detto che le persone hanno diritto di costruirsi un futuro migliore di quello che gli ha dato il destino… Chiunque di noi farebbe lo stesso! Non inventate le notizie. È diffamazione nel mondo giornalistico».