Flavio Insinna ha deciso di partecipare a un progetto molto importante che prevede di portare il teatro in carcere. Il conduttore interpreterà il ruolo di Massimo, l’uomo che si è costruito una vita normale con una famiglia e dei figli. Questi è il destinatario delle lettere di Attilio Frasca l’autore del romanzo, edito da Itaca, “Cento lettere. Dalle sbarre alle stelle” che ci porta all’opera teatrale. Attilio è ancora oggi detenuto nel carcere di Pescara e ha deciso di inviare delle splendide lettere proprio a Massimo per raccontargli la sua vita, dalla sua crescita criminale fino alla reclusione. Flavio Insinna ha già iniziato ad esibirsi dallo scorso primo dicembre quando lo spettacolo è stato portato sul palcoscenico dell’istituto penitenziario. La direzione artistica è stata affidata da Simone Cristicchi con la collaborazione con Ariele Vincenti e Fabio Masi. Il progetto potrebbe poi sbarcare sul piccolo o magari sul grande schermo.
Flavio Insinna e il teatro in carcere: il messaggio del conduttore
Flavio Insinna è stato intervistato da Giustizia.it, il quotidiano telematico del Ministero della Giustizia, in merito alle sue emozioni legate a questo progetto di portare il teatro nelle carceri tramite “Cento lettere. Dalle sbarre alle stelle”. Il conduttore ha spiegato: “Dovremmo accordarci su cosa si intende per scomodo, vuol dire forse difficile e doloroso“. Torna poi sul suo passato parlando del padre che “curava i malati di mente, i disabili, i tossicodipendenti e mi ha insegnato a non giudicare mai, mi ha insegnato ad aiutare“. Insinna vuole sottolineare la forza del teatro: “Si tratta di un incontro tra persone. Il teatro ti dà questa possibilità e io credo che le cose belle nascano dai tentativi e che il mondo lo cambino i pazzi e quelli che non hanno paura di sfidare il ridicolo se il giorno della prima“. Lo spettacolo è pronto a mostrare un lato che magari non tutti hanno compreso e che dovrebbe essere più spesso raccontato.