Matilde Gioli è la protagonista di un servizio accompagnato da una lunga intervista per il settimanale Grazia alla vigilia dell’uscita del film di Giovanni Veronesi ‘I moschettieri del Re’ in cui interpreta l’ancella della regina. Nell’intervista, l’attrice affronta numerosi argomenti, a partire dal rapporto col suo lavoro. “Il cinema può essere una fuga dalla realtà”, racconta la Gioli, “ma io non mi fido di quello che mi sfugge. Esperienze dolorose come la morte di mio padre mi hanno insegnato che devi essere sempre presente, pronta. Volare via è da egoisti, non mi appartiene. Se me ne vado, so sempre dove tornare”, ammette. È proprio introducendo il rapporto col cinema che si arriva a parlare di un tema del quale tanto si parla e si continua a parlare da tempo: lo scandalo delle molestie. “Il ricatto sessuale è sottinteso nel mio ambiente, come in altri ambiti professionali”, racconta la giovane milanese.



MATILDE GIOLI PARLA DI #METOO

Matilde Gioli, però, non vuole generalizzare ed è per questo che, alle pagine di Grazia, chiarisce: “Sono dalla parte delle donne ma non posso fare a meno di esprimere solidarietà agli uomini che spesso, precipitosamente, sono stati additati come dei violentatori. Sono contro le gogne mediatiche”. A livello personale, l’attrice racconta di non aver mai dovuto difendersi da avances inappropriate. Così, sul movimento #MeToo, dichiara: “Tutto quello che è successo dopo le denunce degli abusi sessuali è positivo, perché porterà più rispetto nei luoghi di lavoro”, conclude la Gioli. E a Grazia, l’attrice parla anche d’amore: “La mia relazione funziona benissimo su basi di parità. Anche se mi riconosco in un concetto di coppia un po’ ancestrale in cui il maschio, pur senza imbracciare la clava, non perde la sua identità”.

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