Lo avevamo lasciato tra 2 donne [Anna e Patricia, ndr]; lo ritroviamo tra 600. Enzo Ghinazzi in arte Pupo è stato un vero latin lover. “Vero”… insomma. Perché di bugie ne ha dette quasi altrettante: “Ho sparato un numero perché non le ho mai contate, ma ne ho avute tantissime. E ho avuto più fortuna di Pinocchio perché ho incontrato tante Fate turchine”. Una su tutte, Donatella Milani: “Per lei lasciai persino mia moglie; insieme abbiamo scritto le canzoni più belle della mia carriera”. Alla lista si aggiunge Valentina, studentessa romana di 25 anni. “Lì è stata dura perché c’era già Patricia e, visto che lavoriamo insieme, era complicato. Inventavo riunioni urgenti per correre a Roma da Valentina, un lavoraccio”. Tra i parenti la spacciò per la figlia avuta da un’altra relazione: “Ero a tavola con la mia famiglia e dissi: ‘Vi devo dire una cosa… ho un’altra figlia’. Quando si è sposata, l’ho accompagnata all’altare con orgoglio”. [agg. di Rossella Pastore]



La bugia peggiore

Pupo intervistato tra le pagine del settimanale Oggi, ha parlato della sua passate difficoltà legate al gioco d’azzardo. Enzo Ghinazzi (questo è il suo vero nome), non ha mai fatto mistero di amare giocare, considerando il gioco, una delle sue più grandi debolezze. Dopo essersi lasciato alle spalle il passato, compreso questo vizio, gli restano dentro dei momenti decisamente lucidi, che probabilmente non si cancelleranno mai. Tanti i ricordi che fanno male e lasciano l’amaro in bocca e, tra tutti, ne condivide uno. “Ho i brividi a pensarci – esordisce. – Nel 1983 un giorno perdo a carte 75 milioni di lire e pago con tre assegni da 25 milioni. Dopo qualche tempo la Polizia fa un blitz e scopre una bisca a Bergamo dove rintraccia i miei assegni e arresta un gruppo di truffatori… Sennonché 7 o 8 anni dopo quella gente esce di galera, si ricorda del mio debito e mi viene a cercare”. Lui nel frattempo si era giocato proprio tutto. “Mi salvai inscenando la mia disperazione e dicendo una bugia squallida: inventai che avevo un gravissimo problema familiare, che mia madre o una delle mie figlie aveva una malattia rara e costosissima. Fui così credibile che rinunciarono”.



Pupo, tra dipendenza e vita sgretolata

Oltre al gioco d’azzardo per Pupo c’è la dipendenza dal sesso. Oggi Ghinazzi ha due compagne differenti. Lui si definisce bigamo, una situazione che in famiglia è accolta con estrema normalità. Tantissime sono state le donne che ha “collezionato” nel corso della sua vita. Per lasciare alcune di loro, confessa al settimanale, avrebbe dovuto inventare delle scuse assurde: “Sono arrivato ad avere una decina di flirt in giro per il mondo e tre, quattro in Italia. Inventavo concerti inesistenti, esibizioni private, riunioni, contratti da firmare. Poi prendevo la mia Jaguar e portavo le mie amanti a Venezia al Cipriani o al Danieli. Quante sberle mi sono beccato perché confondevo i nomi delle donne”. Anche questo “problema” di dipendenza, attualmente è solo un ricordo: “Ora va molto meglio. Ho imparato a governare gli impulsi. In materia ho dato fin troppo: tra masturbazioni e passioni occasionali non mi sono fatto mancare nulla. Ho sofferto non poco: quando dicevo di essere affetto da quella patologia venivo deriso e preso poco sul serio. Ma chi ha vissuto questo tipo stesso problema sa che non è facile uscirne”.

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