Antonella Lualdi ricorda suo marito, Franco Interlenghi, a quasi tre anni dalla scomparsa e in una intervista concessa di recente al Corriere della Sera ricorda quello che è stato un lungo sodalizio, sentimentale e artistico, con uno degli attori simboli del cinema neorealista. L’attrice 87enne, nata in Libano e di origini italo-greche, ha infatti dato da poco alle stampe un volume autobiografico, intitolato “Io Antonella, amata da Franco” per i tipi di Manfredi Editore e scritto a quattro mani con Diego Verdegiglio: e l’amore lungo quasi 40 anni con Interlenghi, morto nel 2015, è il letimotiv di un racconto che attraversa un bel pezzo della storia del cinema italiano dello scorso secolo: “Con mio marito ci siamo amati 40 anni ma vivendo sempre in case diverse” ha raccontato nel corso della suddetta intervista la Lualdi, spiegando che questa inusuale scelta ha reso ancora più saldi il loro legame, evitando a entrambi di dirsi cose di cui si sarebbero pentiti. Un amore nato addirittura negli Anni Cinquanta, sul set di “Canzoni canzoni canzoni” quando entrambi erano poco più che ventenni e già protagonisti di alcune pellicole chiave del neorealismo italiano.



IL VOLUME AUTOBIOGRAFICO

E proprio il voluto autobiografico che Antonella Lualdi ha pubblicato con Manfredi Editore rappresenta una occasione non solo per conoscere un lato più privato di Interlenghi e del rapporto tra i due attori, ma anche per soffermarsi sulla carrellata di personaggi che hanno “attraversato” la vita dell’87enne nata a Beirut e che, prima di approdare al grande schermo, aveva avuto una proficua gavetta in teatro. “Sono passata da ubbidire a mia madre ad ubbidire a mio marito” ammette candidamente l’attrice, spiegando che il cominciare a dire qualche no a Interlenghi ha migliorato il loro rapporto: “Ma è stata una separazione solo per modo di dire, avevo lasciato le mie cose e i miei vestiti” racconta a proposito di una relazione tira-e-molla e durata fino alla malattia che si è portata via il suo compagno. “Perderlo è stato uno shock, ho cominciato a scrivere e ho capito cos’era quel vuoto” continua la Lualdi nell’intervista concessa al Corriere, spiegando che solo dopo ha cominciato a “collegare tante cose e sono tornata più leggera”. Ma nella sua autobiografia c’è spazio anche per il set e per la cinematografia francese che lei conosce molto bene per aver lavorato con Claude Chabrol e conosciuto François Truffaut: “Chabrol diceva che era pazzo di me, poi me ne sono pentita…”. Infine, una battuta sull’amicizia con Oriana Fallaci: “I suoi giudizi funzionavano con l’ironia di Franco: era sempre innamorata di qualcuno mentre io ero timida e terrorizzata dai maschi perché mia mamma mi aveva cresciuta dicendomi che erano pericolosi…”.

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