Chiara Danese, in un’intervista rilasciata a Vanity Fair, racconta di aver vissuto otto anni di inferno e tutto a causa di una serata di mezza estate quando, 18enne, venne portata da Emilio Fede a una delle famose cene di Arcore, a casa di Berlusconi. Chiara rifiutò di parteciparvi e decise poi di costituirsi parte civile nel processo per prostituzione minorile che ne seguì. Oggi Chiara rivela le conseguenze di quella sera, i terribili momenti e fa anche alcune considerazioni come quella sul movimento #metoo. «Penso che sia stato strumentalizzato dalle donne. – ammette – Sono a favore dei movimenti contro le violenze e per l’empowerment delle donne, ma bisogna valutare bene chi fa parte di questi movimenti. Io ero considerata una escort spietata. Queste donne sono invece tutte considerate “vittime”». (Aggiornamento di Anna Montesano)
LE RIVELAZIONI SU EMILIO FEDE
Chiara Danese torna in tv nel pomeriggio di sabato 15 dicembre 2018 durante una nuova puntata di “Italia Si“, il talk show di successo condotto da Marco Liorni. L’ex Miss Italia è pronta a raccontare la sua storia: da “le cene eleganti di Arcore” fino alla pubblicazione di un libro in cui ha voluto racchiudere tutto il veleno ingoiato in tutti questi anni. Chiara oggi ha 26 anni, ma bisogna fare un passo indietro di otto lunghi per raccontare la sua storia. Correva l’anno 2010 quando appena diciottenne accetta l’invito di Emilio Fede di partecipare ad una delle famose cene di Arcore, la residenza di Silvio Berlusconi. La ragazza, intervistata da Vanity Fair, ha ricordato così quella sera: “Emilio Fede mi disse andiamo a festeggiare la vincita di Ambra (a un concorso di bellezza) a Milano. Ovviamente mi sono fidata, avevo 18 anni, e mi sono ritrovata lì”. Quella sera Chiara si è ritrovata nel bel mezzo di una delle tantissime cene eleganti organizzate nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi, situazioni che la ex Miss Italia ha denunciato costituendosi parte civile nel processo per prostituzione minorile.
Chiara Danese: Berlusconi? Una persona così intelligente e forte, costretta però a organizzare festini
Chiara Danese a Vanity Fair ha raccontato la sua esperienza alle cene eleganti di Arcore e tutto quello che è scaturito dopo la sua denuncia costituendosi parte civile nel maxi processo Ruby. Una scelta che ha pagato a caro prezzo venendo accusata sui social, per strada e dalla gente comune. “Non c’è giorno in cui non vieni derisa per strada o insultata sui social. Perdi un lavoro e ricevi avance pesanti perché tanto sei “quella lì”. Ti chiudi in casa, cadi in depressione e vai da un terapeuta. Pressapoco succede questo, quando tutta la nazione ti considera una “zoccola” ha raccontato la ex Miss Italia. Su Silvio Berlusconi ha detto: “Berlusconi? Mi fa tenerezza. Una persona così intelligente e forte, costretta però a organizzare festini per non rimanere da solo. E preso in giro da persone che si spacciano come sue amiche”. La ragazza però non ha nulla contro Berlusconi, anzi il suo augurio per il Presidente è che possa vivere una vita tranquilla.
La sua esperienza nel romanzo “Il veleno nella rete”
A distanza di otto anni da quella notte che le ha cambiato per sempre la vita, Chiara Danese ne ha fatta di strada. Ha cercato di ricominciare una nuova vita, ha fatto diversi lavori dalla commessa fino alla hostess per eventi. Poi si è trasferita dapprima a Roma per alcuni mesi e poi a New York dall’amica Ambra Battilana, altra ragazza che denunciò i festini di Arcore. L’esperienza americana però le ha fatto capire tante cose. “Ho realizzato quanto siamo due persone diverse, con obiettivi e vite diverse. Io sto bene nel mio paesino, non in un grattacielo a New York. Non faccio la modella e non frequento posti eccezionali” ha raccontato a Vanity Fair. Oggi Chiara ha voluto raccontare la sua storia in un romanzo dal titolo “Il veleno nella rete” pubblicato da Goalbook Edizioni. Protagonista del romanzo è Ludovica, una bella ragazza che si ritrova oggetto di insulti e pettegolezzi. “Volevo raccontare un fenomeno che sta causando molte vittime, Un fenomeno che voglio combattere con un’associazione” ha detto la Danese.