Enrico Motta è il nuovo responsabile del centro di produzione Rai di Milano. Definito da TV RadioCorriere come un “uomo azienda” capace di fare anche per la conoscenza del territorio, ha le idee molto chiare sul progetto da realizzare. Nato in Rai come tecnico alle riprese esterne, ha proseguito la sua carriera dell’azienda piano piano, salendo nelle responsabilità, fino ad arrivare, prima di questo incarico, ad essere responsabile dei grandi eventi produttivi della Rai. La sua nomina è stata salutata con estremo entusiasmo dai dipendenti e istituzioni milanesi. Motta a tal proposito cerca di spiegarne il perché: “L’ho chiesto ai dipendenti Rai e l’ho chiesto alle Istituzioni esterne. I dipendenti hanno visto in me una persona che è stata leale con la Rai e quindi leale con ciascuno di loro per tutto il lavoro fatto insieme. Le istituzioni che, essendo sul territorio, vivono le stesse cose che viviamo noi in azienda, mi vedono come qualcuno che conosce la realtà che ci circonda e che vuole valorizzarla all’interno della Rai”.



Enrico Motta, nuovo responsabile del centro di produzione Rai di Milano

Il Centro di Produzione di Milano, da un po’ di tempo sta vivendo una fase di declino. Inizialmente invece, era il cuore pulsante dell’azienda. A tal proposito Enrico Motta spiega di volersi impegnare sotto molteplici punti di vista. E sul futuro milanese, lo immagina in maniera molto produttiva e attiva, pensando programmi, producendoli ed esportandoli. Naturalmente, ci sarà spazio anche per le nuove tecnologie. Il rilancio di Milano, passa anche per la valorizzazione delle risorse interne, molto spesso di alto profilo professionale: “Quando dico che Milano deve essere l’incubatrice dei progetti che dovranno poi essere realizzati, significa che nel momento in cui pensi a qualcosa poi devi avere tutta la catena per poterlo realizzare. Lo stesso vale per l’aspetto cross-mediale: occorre costruire una catena apposita, che per altro sarà costituita dalle professionalità del futuro”. Enrico Motta lavora in Rai dal 1980 e il ricordo più bello si racchiude nella lealtà tra collegi: “Siamo stati leali gli uni con gli altri e di conseguenza leali verso l’azienda”. Per lui, nessun brutto ricordo: “Non ci sono momenti brutti perché comunque, quando ti giri intorno e vedi colleghi che vivono quello che stai vivendo tu, superi qualsiasi cosa”.

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