Fortunato Cerlino, indimenticabile boss di Gomorra e protagonista della prima stagione di Nero a Metà nel ruolo del poliziotto Mario Muzo, si racconta nel suo libro “Se vuoi vivere felice”, nel quale ripercorre tutto ciò che avrebbe voluto essere da bambino. “Sognavo di fare l’astronauta, volevo fare tantissime cose. Sono sempre stato un sognatore attratto dal mondo della narrazione, da tutto ciò che significa arricchimento della mia anima e di quella altrui”. Oggi, conferma infatti in un’intervista concessa a Tv Radio Corriere , “Non c’è un ruolo che mi sento addosso meglio di un altro, se non quelli scritti bene, che hanno qualcosa da raccontare, che hanno un vissuto che può giungere allo spettatore”. Secondo l’artista, infatti, i personaggi negativi non sono soltanto cattivi e nell’interpretarli, nel bene e nel male, spesso si denuncia “una mancanza d’amore”.
“LA REGIA È UN VIZIO CHE HO SEMPRE AVUTO”
Ha vestito i panni del cattivo a Gomorra, oggi è in tv nel panni del poliziotto a Nero a metà: Fortunato Cerlino nei suoi ruoli ama sperimentare e nel futuro che l’attende spera di mettersi alla prova anche dietro la macchina da presa. “Ci sto pensando, ci stiamo anche lavorando. Non posso dire di più – rivela l’attore tra le pagine di Tv Radio Corriere – La regia è un vizio che ho sempre avuto, per il teatro ho scritto e messo in scena diverse cose. Stare dietro la macchina da presa fa parte della mia natura”. Come spettatore si definisce invece “appassionato e un po’ disordinato”, ama guardare di tutto “anche le cose che normalmente non mi attraggono perché voglio capire cos’è che non mi piace”. Tuttavia, oggi continua a notare grandi progressi proprio sulla tv generalista, dove “c’è una nuova ricerca appassionata sia sull’uso delle tecnologie contemporanee, che sulle storie” e “c’è voglia di storie che abbiano un senso”.
“LA PATERNITÀ È UNA RIVOLUZIONE MERAVIGLIOSA”
Un anno fa Fortunato Cerlino è diventato papà, uno stravolgimento in piena regola che ha cambiato la sua esistenza in meglio. La paternità, conferma infatti l’attore, è “una rivoluzione meravigliosa che corrisponde a una evoluzione meravigliosa. Sono quelle emozioni gigantesche della vita in cui le parole diventano povere, non riescono a descrivere”. Al centro della sua vita, oltre all’amore per la moglie e per la figlia, c’è Napoli, che definisce “una città capolavoro, un palcoscenico” che offre “un colpo d’occhio immediato su quello che sta succedendo nel mondo intero”. Oggi, infatti, conferma di sentirsi orgoglioso di appartenere a Napoli, che “è una città che adoro in maniera profonda, adoro il fatto di essere napoletano, sono orgoglioso di appartenere a quella cultura, che di fatto è patrimonio internazionale”.