Diciamolo, non a tutti piace il clima natalizio. Quella corsa agli addobbi (che a Dyker Heights raggiunge livelli patologici), con accensioni degli alberi di natale che diventano eventi pubblici (a Milano porta gente in piazza Duomo come se fosse il concerto di Radio Italia), le vetrine colorate con l’ultimo ritrovato da regalare assolutamente e le bancarelle di legno che spuntano come funghi per qualcuno rappresentano una sorta di supplizio da sopportare per un mese all’anno (dipende anche da quando l’influencer di turno decide che deve iniziare il “countdown” per il 25 dicembre..). Ma nessuno è come il Grinch.



La creatura verdastra pelosa nata dalla penna di Theodor Seuss Geisel è appena tornata al cinema, in un film di animazione targato Illumination. La sua storia è piuttosto nota. Il Grinch, infatti, detesta talmente il Natale, con tutto il suo clima di gioia per lui immotivata, da decidere di portarlo via agli abitanti di Chissà. Il suo piano è semplice: vestito da Babbo Natale, anziché consegnare i regali li porterà via dalle case, eliminando anche tutti gli addobbi e le lucine. In questo modo, è convinto, anche i Chi Sà, delusi, cominceranno a detestare come lui il Natale. Quello che però il Grinch non sa è che anche Cindy Lou, bimba che vive con la madre, che si occupa da sola di lei e di due gemelli più piccoli, sta architettando un piano per la notte di Natale: vuole infatti parlare di persona con Babbo Natale per chiedergli come regalo di aiutare sua mamma, che vede sempre stanca visto il carico di lavoro che ha. E per riuscirsi decide di farsi dare una mano dai suoi amici. Inutile dire che i piani dei due finiranno per incrociarsi, portando a un lieto fine.



Pur con qualche simpatica gag, il film sembra mancare di quel brio che rappresenta un po’ il marchio di fabbrica dell’Illumination, tanto per capirci la casa di produzione dei Minions. E appunto anche avendo presente la saga di Cattivissimo me, il personaggio cattivo che poi tanto cattivo non è non appare molto originale. Il Grinch ci aiuta però a ricordare che anche senza luci, addobbi e regali, anche se qualcuno chiude le chiese, anche se non lo vogliamo, non lo meritiamo e non lo aspettiamo, il Natale arriva e può irrompere nelle nostre vite. “Il Natale quando arriva arriva”, diceva Renato Pozzetto. Arriva anche quando si ha un cuore meschino, quando non si ha la vita perfetta e arriva per cambiarla. Ricordarlo ai grandi e mostrarlo ai bambini salva quindi il film dai suoi difetti.

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